Info Conseil
Comunicato n° 92 del 10 marzo 2004
INTERROGAZIONI SULLA SITUAZIONE DI CRISI INDUSTRIALE E OCCUPAZIONALE NELLA REGIONE
Seduta antimeridiana del Consiglio regionale
La discussione sulla situazione di crisi industriale e occupazionale in Valle d’Aosta è stata affrontata dai Consiglieri dell’Arcobaleno Vallée d’Aoste e della Stella Alpina che hanno chiesto informazioni sulle eventuali iniziative e su un possibile tavolo di concertazione tra le diverse organizzazioni.
Nel corso del suo intervento, l’Assessore delle Attività produttive e politiche del lavoro Piero Ferraris, dopo aver sottolineato le cause possibili della crisi in generale che ha colpito l’industria, come l’indebolimento dei grandi gruppi industriali, la globalizzazione dei mercati e sulla scarsa crescita economica degli ultimi anni, ha detto che “in Italia si sente l’assenza di una grande impresa di livello mondiale, cruciale per lo sviluppo, la ricerca e la competitività, e in particolare in Valle risentiamo del peso delle variabili esterne, in una realtà come la nostra che presenta produzioni nei settori tradizionali e con imprese di piccole dimensioni. Uno degli elementi di criticità è dato dal costo e dall’accesso al credito, e questo è uno dei degli elementi cardine della problematica, oltre al rallentamento degli investimenti. Le scelte strategiche possono essere due: una “via bassa” che si posiziona sui segmenti di mercato caratterizzanti da basso costo e bassa qualificazione di manodopera, e una “via alta” che è data da una buona qualificazione, da innovazione tecnologica e da servizi di qualità che è quella per la quale abbiamo optato. L’Amministrazione negli anni si è comunque attivata su tutta una serie di voci per salvaguardare le nostre imprese o le attività industriali sul nostro territorio. Ora si tratta di esaminare la situazione finanziaria delle imprese, di risolvere con urgenza i problemi di finanziamento delle attività imprenditoriali, di utilizzare lo strumento fiscale, e di accedere direttamente al regime di aiuti da parte dell’Unione europea per il salvataggio delle imprese in difficoltà. Inoltre, il Consiglio regionale sarà chiamato a breve a discutere il Piano di politica del lavoro ed è in fase di predisposizione il piano triennale per le attività produttive. Sono disponibile ad intervenire in Commissione per sviluppare ad ogni occasione i vari temi.”
Nelle repliche, il primo ad intervenire è stato il Consigliere Curtaz (Arcobaleno) che ha detto che “nel suo intervento l’Assessore ha affrontato diverse tematiche, alcune condivisibili, ma è mancata una minima autocritica. Una riflessione sulla politica industriale nella nostra regione deve essere fatta perché l’analisi dell’Assessore è stata più una difesa delle scelte fatte dall’Amministrazione. Occorre l’apporto di tutti per rilanciare un settore in grande difficoltà. Ci vuole una mobilitazione delle “intelligenze” per trovare delle soluzioni.”
Per André Lanièce (Stella Alpina) “c’è stata una mancanza di confronto nel settore industriale. Bisogna modificare quello che è stato fatto fino ad ora. Magari allargando il tavolo di confronto. E poi negli ultimi anni sono mancati i dati delle imprese. Abbiamo una realtà piccola e potremo avere delle informazioni dettagliate. Invece si fa riferimento sempre all’Istat. Occorre affrontare seriamente il problema, ed è per questo che abbiamo chiesto un Consiglio straordinario. Tutti vogliamo dare il nostro contributo. Va bene discuterne in Commissione, ma vorremmo più concertazione.”
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Nel corso del suo intervento, l’Assessore delle Attività produttive e politiche del lavoro Piero Ferraris, dopo aver sottolineato le cause possibili della crisi in generale che ha colpito l’industria, come l’indebolimento dei grandi gruppi industriali, la globalizzazione dei mercati e sulla scarsa crescita economica degli ultimi anni, ha detto che “in Italia si sente l’assenza di una grande impresa di livello mondiale, cruciale per lo sviluppo, la ricerca e la competitività, e in particolare in Valle risentiamo del peso delle variabili esterne, in una realtà come la nostra che presenta produzioni nei settori tradizionali e con imprese di piccole dimensioni. Uno degli elementi di criticità è dato dal costo e dall’accesso al credito, e questo è uno dei degli elementi cardine della problematica, oltre al rallentamento degli investimenti. Le scelte strategiche possono essere due: una “via bassa” che si posiziona sui segmenti di mercato caratterizzanti da basso costo e bassa qualificazione di manodopera, e una “via alta” che è data da una buona qualificazione, da innovazione tecnologica e da servizi di qualità che è quella per la quale abbiamo optato. L’Amministrazione negli anni si è comunque attivata su tutta una serie di voci per salvaguardare le nostre imprese o le attività industriali sul nostro territorio. Ora si tratta di esaminare la situazione finanziaria delle imprese, di risolvere con urgenza i problemi di finanziamento delle attività imprenditoriali, di utilizzare lo strumento fiscale, e di accedere direttamente al regime di aiuti da parte dell’Unione europea per il salvataggio delle imprese in difficoltà. Inoltre, il Consiglio regionale sarà chiamato a breve a discutere il Piano di politica del lavoro ed è in fase di predisposizione il piano triennale per le attività produttive. Sono disponibile ad intervenire in Commissione per sviluppare ad ogni occasione i vari temi.”
Nelle repliche, il primo ad intervenire è stato il Consigliere Curtaz (Arcobaleno) che ha detto che “nel suo intervento l’Assessore ha affrontato diverse tematiche, alcune condivisibili, ma è mancata una minima autocritica. Una riflessione sulla politica industriale nella nostra regione deve essere fatta perché l’analisi dell’Assessore è stata più una difesa delle scelte fatte dall’Amministrazione. Occorre l’apporto di tutti per rilanciare un settore in grande difficoltà. Ci vuole una mobilitazione delle “intelligenze” per trovare delle soluzioni.”
Per André Lanièce (Stella Alpina) “c’è stata una mancanza di confronto nel settore industriale. Bisogna modificare quello che è stato fatto fino ad ora. Magari allargando il tavolo di confronto. E poi negli ultimi anni sono mancati i dati delle imprese. Abbiamo una realtà piccola e potremo avere delle informazioni dettagliate. Invece si fa riferimento sempre all’Istat. Occorre affrontare seriamente il problema, ed è per questo che abbiamo chiesto un Consiglio straordinario. Tutti vogliamo dare il nostro contributo. Va bene discuterne in Commissione, ma vorremmo più concertazione.”