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Comunicato n° 625 del 12 dicembre 2012

Conclusi i lavori della Commissione speciale per l'esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle

Nel corso della riunione di ieri, martedì 11 dicembre 2012

La Commissione speciale per l'esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle d'Aosta, presieduta dal Consigliere Diego Empereur, ha concluso ieri, martedì 11 dicembre 2012, i propri lavori con l'approvazione a maggioranza (si è astenuto il gruppo Alpe) di una relazione da trasmettere al Presidente del Consiglio regionale.

«In riferimento alle audizioni effettuate dalla Commissione e sulla base dei documenti predisposti dalla Commissione parlamentare antimafia, non si può affermare che in Valle d'Aosta ci sia una presenza strutturata di organizzazioni criminali - riferisce il Presidente della Commissione, Diego Empereur (UV). - In questo quadro è emersa l'influenza di grandi famiglie della 'ndrangheta che si è manifestata nel corso degli anni con episodi di riciclaggio di denaro, di traffico di stupefacenti e di estorsioni. Non bisogna, quindi, far calare l'attenzione su questo fenomeno ma neppure lanciare allarmi esagerati. Durante questi mesi, è stata riconosciuta da più parti l'importanza dell'istituzione della Commissione.»

«Un elemento emerso durante i confronti - aggiunge Empereur - è che gli strumenti legislativi ci sono (la normativa antiriciclaggio è tra le più avanzate in Europa), sono validi e assicurano alla Valle d'Aosta una buona protezione. A detta delle forze dell'ordine, il settore di maggiore interesse per la 'ndrangheta è quello dell'edilizia: la Commissione si è quindi soffermata maggiormente sulla tematica degli appalti e di subappalti, ponendo attenzione all'attività dell'Osservatorio dei contratti pubblici che rappresenta uno strumento importante per la trasparenza degli atti amministrativi e che, in quest'ottica, può essere migliorato nell'accesso e nel suo continuo aggiornamento. Il progetto della stazione unica appaltante - sul quale la Giunta sta già lavorando - potrà costituire un elemento di ulteriore trasparenza oltre che di regolarità ed economicità nella gestone degli appalti. Altro aspetto che la Commissione ha sottolineato è la promozione della cultura della legalità attraverso azioni specifiche di tipo educativo e culturale, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, e la sottoscrizione dei protocolli di legalità per potenziare le attività di contrasto del fenomeno delle infiltrazioni mafiose.»

«La proposta che viene avanzata - conclude Empereur - è quella di attivare un tavolo permanente regionale di confronto, istituito presso la Presidenza della Regione, che raccolga tutti i soggetti che, a diverso titolo, si occupano di contrasto alla criminalità organizzata, in modo tale da creare una rete a supporto del lavoro degli organismi preposti alla tutela dell'ordine pubblico, integrando le diverse informazioni per fare emergere possibili infiltrazioni di organizzazioni criminali nel tessuto economico locale e nella società valdostana. Nel riaffermare che l'operato quotidiano degli amministratori pubblici si deve conformare al rispetto dei dettami costituzionali della diligenza, lealtà, onestà, correttezza e imparzialità e considerato che in questo periodo storico il rapporto tra politica e corruzione è purtroppo tornato ad essere un tema centrale nella vita del Paese, ci permettiamo di suggerire alle forze politiche di adoperarsi per rafforzare ancora di più la trasparenza e la legalità nella pubblica amministrazione, in linea con i dettami del codice etico.»

Il Consigliere di Alpe, Alberto Bertin, esprime «il proprio rammarico e disappunto per il mancato inserimento del nostro documento nella relazione conclusiva ai lavori della Commissione speciale. Avremmo voluto che questo fosse formalmente inserito nella documentazione che sarà trasmessa al Consiglio regionale. Riteniamo che la Commissione avrebbe dovuto tenere in considerazione tutte le diverse sensibilità al complesso e delicato fenomeno delle infiltrazioni mafiose. Il nostro è un approccio differente: consideriamo, infatti, che la 'ndrangheta in Valle d'Aosta esista e rappresenti una minaccia reale per il futuro della nostra regione. Una presenza che deve essere contrastata a tutti i livelli. Avevamo prospettato una visione diversa del fenomeno che riproporremo in Consiglio quando si affronterà questa tematica.»


SC