Info Conseil
Comunicato n° 602 del 5 dicembre 2012
Presa d'atto delle dimissioni di Laurent Viérin dalla carica di Assessore all'istruzione e cultura
Adunanza del Consiglio regionale del 5 dicembre 2012
Il Consiglio regionale ha preso atto oggi, mercoledì 5 dicembre 2012, delle dimissioni del Consigliere Laurent Viérin dalla carica di Assessore all'istruzione e cultura. Il Presidente della Regione assumerà le funzioni assessorili ad interim, così come previsto dalla legge regionale n. 21 del 2007, e come annunciato dallo stesso Rollandin «saranno mantenute fino alla fine della Legislatura, sulla base delle verifiche politiche e amministrative condotte in questi giorni.»
Laurent Viérin aveva comunicato le proprie dimissioni da Assessore con una lettera indirizzata al Presidente della Regione il 27 novembre scorso, nella quale spiegava le ragioni della sua scelta. Ragioni che sono state ribadite oggi in Aula dallo stesso Viérin. «Le mie dimissioni scaturiscono dai recenti fatti che mi hanno portato, assieme ad altri, ad essere messo sotto accusa per i miei comportamenti non coerenti, in contrasto con la linea del mio movimento, irrispettosi delle regole, e incompatibili, quindi, con l'azione di Governo che mi trovavo a dover esercitare - ha detto Laurent Viérin -. Sono state fatte emergere le mie responsabilità in merito all'esito del referendum non solo per aver inviato la famosa lettera di solidarietà al presidente del Cpel, ma per aver disatteso le indicazioni di non voto. Vorrei inoltre sottolineare i duri attacchi al mondo della scuola, con accuse pesanti e generalizzate al mondo scolastico, alla professionalità dei docenti e alle loro presunte ingerenze politiche, a senso unico. Nessun cenno, invece, ad altri comportamenti che, in altri settori, segnavano pesantemente la campagna in favore del non voto. Non essendo persona, a differenza di quanto si è detto, incoerente, e non essendo neppure persona che rinuncia alla propria coerenza per occupare un posto di prestigio, e proprio in nome di quella coerenza da tutti invocata, ho deciso di rassegnare le mie dimissioni.»
Replicando a chi ha interpretato le proprie dimissioni nei giorni scorsi, il Consigliere Viérin ha sostenuto che «esiste una coscienza, la sola, assieme alla comunità, alla quale un eletto risponde, e ribadisco che questa mia scelta, che viene dal cuore, ma che ho anche ponderato, mi pone oggi in pace con me stesso, con la mia coerenza e i miei ideali. E credo che la libertà e la coerenza non abbiano prezzo, soprattutto in certe situazioni, quando si è raggiunto il limite. Ed esiste la comunità. Quella dalla quale siamo eletti, e alla quale rispondiamo. Matura e consapevole di tutto ciò che accade. E che ha il diritto di sapere, di partecipare, di condividere. Matura per scegliere e per formarsi un'idea su ciò che accade.»
Laurent Viérin ha quindi lanciato un appello alla politica. «In primis al mio movimento, l'Union Valdôtaine, mai stato, dal 2006 ad oggi, così lontano dalla sua comunità. E poi al suo Presidente, affinché, finalmente in autonomia, riesca ad aprire un dialogo che sia reale e conseguente e che siamo ancora sicuramente disponibili a raggiungere. Spero che queste dimissioni possano rappresentare anche una scossa al mondo della politica in generale. Spero che si possa aprire un dialogo in tutta la politica valdostana. Propositivo e non distruttivo. Di stimolo e di sollecitazione. Con umiltà ma anche con la consapevolezza che i movimenti, i partiti, la politica tutta deve far ritrovare la fiducia alla comunità, per evitare derive e aggregazioni di sola protesta e populismo. E per chiedere il cambiamento bisogna iniziare, per primi, a cambiare il nostro modo di concepire ed agire in politica. Cambiare e rompere gli schemi. Realmente ed attraverso atti concreti. Per ridare alla gente e alla comunità la speranza che ancora la politica si merita, ma che se non cambia, non potrà ritrovare, lasciando spazio solo a delusione e lontananza. E soprattutto che inizi a soffiare un vento nuovo, di libertà, per poter in futuro lavorare ad un modo di essere diverso della politica tutta.»
Nel dibattito sono intervenuti i Consiglieri Morelli, Donzel e il Presidente della Regione.
La Cheffe du groupe Alpe, Patrizia Morelli: «Les éléments cruciaux contenus dans la lettre de Laurent Viérin, pour nous, n'ont absolument pas un caractère de nouveauté. Sur ces éléments notre groupe s'est prononcé tout au long de la Législature et en a fait des questions de principe. Nous nous référons à notre action en faveur de la transparence et de la liberté d'expression à l'intérieur du Conseil. Il faut dire que nous aurions souhaité souvent plus de courage, les occasions n'ont pas manqué. Au lieu de celle de Laurent Viérin, nous nous serions attendus à d'autres démissions, de la part de ces gouvernants, qui après avoir soutenu la bonté et surtout l'innocuité du pyrogazéificateur, en dépit de tout principe de précaution, se sont vus battus par un peuple que, de toute évidence, ils ne savent plus comprendre ni représenter. Par ailleurs, c'est très grave et nous stigmatisons que les plus hautes institutions de la Vallée puissent contrôler ou gérer le monde de l'école : c'est nier le droit à l'enseignement libre et à la liberté d'expression. Cette démission peut représenter une faille s'ouvrant dans le bloc de la majorité, jusqu'à aujourd'hui caractérisée par une obéissance compacte et ferme à la volonté du chef. Mais c'est une faille qui semble confirmer la déchéance d'un système de pouvoir anachronique, ne sachant pas accepter les changements qui sont en train de se produire dans la société et dans la mentalité des gens, en Vallée d'Aoste comme ailleurs.»
Il Consigliere Raimondo Donzel ha affermato che «le dimissioni di un Assessore in un momento così delicato, sia politico che economico, non possono essere sottovalutate. Dal punto di vista personale, un atto individuale di questo tipo merita grande rispetto. Non possiamo però esimerci da una riflessione politica. Alcuni dei problemi evidenziati dall'Assessore li stiamo sottoponendo in questo Consiglio dal 2009. Le nostre battaglie sociali e politiche sui licenziamenti degli operai forestali, sulla chiusura di molte aziende, sulle lotte dei pendolari per avere un collegamento ferroviario e soprattutto il nostro contrasto alla svolta a destra non hanno mai avuto alcun sostegno da esponenti della maggioranza. Non abbiamo aspettato l'esito del voto referendario per dire che bisogna ascoltare i valdostani, ma siamo andati a raccogliere le firme sin dal 2011. Non si sminuisca, quindi, quello che sta accadendo perché è in gioco molto di più di una questione di potere, ma il futuro stesso della Valle d'Aosta. La crisi economica è forte e si chiede un'assunzione di responsabilità della classe politica. Serve una prospettiva diversa, un'idea diversa di fare politica e un'idea diversa di società, più solidale, più equa e più giusta. Siamo disponibili a parlare di economia della nostra regione, dei grandi problemi della riduzione dei costi della politica, dell'attuazione del voto referendario, e non delle scaramucce all'interno dei partiti.»
Le Président de la Région Augusto Rollandin a affirmé que «j'ai été surpris de cet acte, étant donné du fait que je n'ai jamais eu de remarques à lui faire. De ma part, je n'ai jamais reproché ni l'Assesseur ni le Surintendant à propos du 'controllo della scuola', j'ai simplement dit au sein de l'Union Valdôtaine qu'on avait relevé des aspects différents par rapport à la direction prévue pour le monde de l'école. Donc, il ne m'appartiennent pas d'autres analyses de la question du referendum. De ma part je regrette ces démissions, tout en respectant le moment de crise personnelle; pour ce qui est du concept de 'dialogue', je tiens à souligner qu'il faut être au moins en deux, comme c'est naturel dans la vie politique de ne pas partager chaque chose. Pour ce qui est de la communication, j'avoue une notre faiblesse, mais j'assure qu'on fait le possible pour être toujours interprètes des difficultés des citoyens. Je ne peux que prendre acte de la position personnelle de Laurent Viérin, que je remercie, comme tous ses collaborateurs, pour le travail accompli jusqu'à présent. Pour l'avenir, compte tenu des vérifications politiques et administratives effectuées, j'assumerai l'intérim jusqu'à la fin de législature. La tâche ne serait pas facile, mais je pourrai compter sur la structure administrative, qui sera complètement confirmée.»
SC-PL-MM