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Comunicato n° 566 del 14 novembre 2012

Discussione sulle leggi di bilancio della Regione: interventi di Donzel, Caveri, Morelli e Crétaz

Adunanza del Consiglio regionale


La seduta di Consiglio del pomeriggio di mercoledì 14 novembre è proseguita con il dibattito generale sui disegni di legge in materia di bilancio di previsione per il triennio 2013-2015 e di adeguamento del bilancio 2012 agli obiettivi di contenimento della finanza pubblica. Sono intervenuti i Consiglieri Donzel, Caveri, Morelli, Crétaz.

Per il Consigliere Raimondo Donzel (PD) «la crisi ha già inciso sul benessere dei valdostani e sono numerose le famiglie colpite. La disoccupazione è arrivata al 7 per cento, una cifra mai vista. Oggi prendiamo atto che le misure anti crisi messe in campo non hanno pagato. Le scelte sono state sbagliate. C'è stata una profonda incomprensione della crisi e la realtà è molto più dura del previsto.» Ha quindi proseguito dicendo che «lo sviluppo ripartirà solo per quelle realtà che si saranno attrezzate. Viene presentato un bilancio che nel tempo è regredito di oltre 200 milioni di euro, ma tra i vari tagli non c'è ancora quello che riguarda i costi della politica. Per quanto riguarda il comparto scuola, dopo il 2013 le risorse diminuiranno e allora ci chiediamo come si farà a mantenere l'occupazione. Sempre in tema di istruzione, che senso ha dare corpo a un progetto di grande opera come il polo universitario se non è seguito dalle risorse adeguate per lo sviluppo scientifico-didattico. Per quanto riguarda il welfare, è un errore scaricare sulle famiglie i costi della crisi e il caso delle badanti ne è un esempio. Il welfare è motore di sviluppo perché crea posti di lavoro e consente alle famiglie di lavorare avendo meno incombenze nella cura di figli e degli anziani. Il dato più macroscopico del bilancio riguarda la problematica dell'agricoltura, il settore più penalizzato con oltre 40 milioni di euro in meno: il taglio nella sola zootecnica riguarda, in questa legislatura, otto milioni di euro e cioè circa il 50 per cento. È un settore che è stato devastato

Il Consigliere Luciano Caveri (UV), evidenziando che «questo bilancio non ha contenuti rivoluzionari, rientrando nel solco dei documenti degli anni precedenti», ha sottolineato che «di fronte alla crisi, c'è la necessità di una forte reattività della politica. E' fondamentale chiedersi che fine stiano facendo i partiti: veniamo da un lungo periodo di partiti personalisti, oggi in crisi, perché la prospettiva del futuro sarà giocare in squadra. Lo scorso anno ci interrogavamo sulle azioni che il Governo Monti avrebbe posto in essere e per le Regioni la campana è poi suonata a morto: oggi possiamo definire negativa questa esperienza, visto che rischiamo addirittura la soppressione delle autonomie speciali. Il centralismo dello Stato sembra peraltro corrispondere sempre più a un centralismo europeo. Sul sistema delle autonomie speciali credo che il disegno futuro debba essere chiaro, basandoci su una capacità di inventiva per conservare un sistema democratico che si rifaccia allo spirito federativo in cui crediamo. Infine, riguardo allo Statuto di autonomia, finché non avremo sancito nell'articolo 116 il principio dell'intesa, sarà difficile avere un nuovo testo. Lo Statuto è una creatura meravigliosa ma cangiante, perché alcune parti sono oggettivamente invecchiate. Oggi il mondo si sta modificando in profondità e il nostro Consiglio deve essere l'interprete di questi cambiamenti.»

La Cheffe du groupe Alpe, Patrizia Morelli, a affirmé que «ce budget, lourdement pénalisé par les manœuvres italiennes,  représente la fin de l'ère de l'abondance. Nous devons en prendre conscience et changer de paradigme, car le modèle des années 80 est déchu. Et pourtant ce budget continue dans le sillon tracés par les précédents, avec moins de ressources mais avec la même structure de fond. Il n'envisage aucune stratégie ni aucune innovation pour faire face aux nouveaux défis sociaux et économiques. De la part de la communauté institutionnelle, politique, sociale, économique et intellectuelle tout entière il y a la demande d'une plus grande participation aux décisions politiques. Ce n'est plus le temps des messies ni des monarques, même pas illuminés. Et pourtant on assiste à une montée du néo-centralisme de la Région.» Per la Consigliera Morelli, inoltre, «in questo bilancio non si trovano misure che possano rispondere agli effetti devastanti della crisi. La ciambella di salvataggio dei provvedimenti anti-crisi si è sgonfiata lentamente e non è approdata a porti più sicuri, senza andare a vedere le reali difficoltà di famiglie e imprese.  Si ha poi l'impressione che il Governo voglia scardinare il welfare regionale riducendo  il finanziamento alle politiche sociali del dieci per cento e dimezzando i contributi alle badanti. Riguardo al turismo, manca un disegno strategico d'insieme che sappia valorizzare tutte le diverse realtà. Spiccano singole iniziative promozionali sporadiche che non hanno poi carattere di continuità.»

Il Consigliere Alberto Crétaz (UV) ha voluto precisare che «oggi dobbiamo centellinare le residue disponibilità finanziarie. È un bilancio che non è il frutto delle nostre scelte e del nostro operare, ma la conseguenza di una serie di provvedimenti che lo Stato ci ha imposto e che ha vanificato, in parte, e a volte del tutto, le linee politiche e le scelte che le autonomie avevano costruito spesso con fatica. La riduzione delle risorse ha un impatto significativo nel settore degli investimenti che dovrebbe, invece, essere sostenuto, anche perché ci sono spese che non possono essere compresse, come quelle relative alla scuola e alla sanità. Oggi ci riduciamo a parlare di un documento che è frutto di imposizioni ripetute e prevaricatrici tanto che il nodo di questo bilancio non è contabile, ma esclusivamente politico.»

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