Info Conseil
Comunicato n° 351 dell'11 luglio 2012
Interpellanza sui costi per espropri per la realizzazione di opere pubbliche
Adunanza del Consiglio regionale
Nell'ambito delle interpellanze, il Consigliere Giuseppe Cerise (Alpe) ne ha illustrata una concernente la problematica dei costi per il perfezionamento delle pratiche espropriative da parte degli enti locali per la realizzazione di opere pubbliche.
Il Consigliere Cerise ha richiamato la mozione dell'Alpe del 12 settembre 2008 relativa agli spropositati costi che le Amministrazioni pubbliche devono sostenere a diverso titolo per il perfezionamento della registrazione delle aree espropriate per interventi di pubblica utilità e ha chiesto di conoscere gli intendimenti del Governo regionale in materia, affermando che «ad oggi nulla è cambiato, malgrado l'impegno congiunto dei parlamentari valdostani, dell'Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani (Uncem), dell'Anci, che in tempi diversi avevano cercato di rimuovere questo paradosso. In occasione delle audizioni in Commissione sul disegno di legge in materia di riordino fondiario, i rappresentanti degli ordini professionali hanno evidenziato che tale problematica avrà delle pesanti ricadute per quanto riguarda i trasferimenti delle proprietà nel contesto dei riordini fondiari. Tale situazione, se non si troverà una soluzione adeguata, potrà vanificare le finalità della legge, nonché continuare a gravare sulle finanze degli enti pubblici, già fortemente penalizzati dalle sempre più ristrette disponibilità finanziarie.»
Nella risposta, l'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Giuseppe Isabellon, ha spiegato che «per quanto concerne i costi espropriativi, si fa riferimento a oneri per cui vige l'esenzione solo per atti ablativi di competenza statale, così come per le imposte ipotecarie e catastali. Se il trasferimento è a favore di enti pubblici territoriali, le imposte sono previste nella misura fissa, mentre per le volture catastali l'imposta è del 10 per mille sui valori dei beni immobili. Per ovviare al paradosso dell'esborso di più di 500 euro di oneri accessori a fronte di indennità irrisorie di esproprio ci sono due strade: o decidere che tali oneri siano in capo all'Amministrazione regionale, o ribadire e rafforzare l'impegno congiunto dei parlamentari, dell'Uncem e dell'Anci per ottenere l'esenzione prevista solo per la competenza statale. Possiamo sollecitare questa azione, ma tenendo conto che questa riguarda vari ambiti.»
«Riguardo invece ai riordini fondiari - ha proseguito l'Assesore Isabellon -, le osservazioni degli Ordini professionali hanno evidenziato che il trasferimento coattivo delle proprietà è esente da imposta di registro, ipotecaria, catastale e di bollo solo se si tratta di imprenditori agricoli professionali o coltivatori diretti che aderisce al compendio unico. Gli altri proprietari sono invece soggetti a tassazione ordinaria (imposta di registro al 15%, imposta ipotecaria al 2%, imposta catastale all'1%, bollo 230 euro). La proposta degli Ordini professionali nel caso di trasferimenti di proprietà nell'ambito dei riordini fondiari era tesa proprio ad ottenere l'esenzione anche agli altri singoli proprietari. L'Ufficio legale regionale però ritiene che la strada non sia percorribile, in quanto la materia è di potere legislativo esclusivo dello Stato, e quindi l'Amministrazione regionale non ha potere di intervento. Ai consorzi di miglioramento fondiario possono essere comunque concessi aiuti fino al 100% delle spese accessorie, oneri fiscali inclusi, inerenti ai trasferimenti dei diritti reali per siti in comprensori di riordino fondiario.»
Il Consigliere Cerise, nella replica, ha detto che «sapevamo quali sono i soggetti esenti, noi volevamo conoscere gli intendimenti della Giunta per il futuro della questione. Nessuno, da quando è stata approvata la nostra mozione all'unanimità nel 2008, ci ha dato informazioni in merito. Questo problema deve essere risolto, non soltanto per i consorzi, ma anche per le pubbliche amministrazioni. La Regione dovrebbe fare una ricognizione di tutte le opere dei Comuni che non sono mai state regolarizzate. Spendere più di 500 euro per trascrivere un bene che vale 50 centesimi non appare rientrare nell'ottica del buon padre di famiglia che invece deve essere seguita dai Sindaci.»
MM