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Comunicato n° 299 del 6 giugno 2012

Approvato all'unanimità il disegno di legge che modifica la disciplina dell'attività venatoria

Adunanza del Consiglio regionale

Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità il disegno di legge che modifica le norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e la disciplina dell'attività venatoria (legge regionale 64/1994).

Il provvedimento si compone di dodici articoli ed è stato illustrato in aula dal Consigliere Mauro Bieler (UV), il quale ha ripercorso la storia della caccia in Valle d'Aosta evocando i passaggi salienti a partire dal 1947 con l'istituzione del Comitato regionale per la caccia, cui è seguita nel 1953 la costituzione della riserva regionale della Valle d'Aosta. La prima grande regolamentazione è avvenuta nel 1957 con la limitazione giornaliera delle catture, mentre nel 1973 viene emanata la legge riguardante la protezione della selvaggina e l'esercizio venatorio. La limitazione stagionale di 3 camosci - che scende a 2 nel 1983 - viene introdotta nel 1972 senza plafond, che verrà portato successivamente a 800 capi, poi ridotti a 600 nel 1978 e 500 nel 1982. Nel 1986 viene chiusa la caccia alla marmotta. Nel 1990 viene inserito fra le specie cacciabili il cinghiale soprattutto per i danni arrecati all'agricoltura e l'anno successivo, in via sperimentale, viene introdotto nel "carnet de chasse" il capriolo.
«Nel 1994, l'introduzione del piano regionale faunistico venatorio, frutto di un serio e attento modo di interpretare la caccia - ha sottolineato il Consigliere Bieler -, ha portato la grande svolta per una caccia "moderna": la caccia di selezione, dove i prelievi sono mirati e numericamente rapportati ai censimenti delle varie specie che i cacciatori effettuano con cadenza regolare ogni anno e viene imposto ai cacciatori il legame al territorio. Il disegno di legge odierno va a modificare alcuni articoli proprio per rafforzare questa sintonia tra cacciatore e gli areali nei quali abitualmente svolge la sua attività, introducendo anche un numero massimo di elementi componenti le sezioni (da un minimo di nove e un massimo di ottanta), in modo da rendere omogenea la distribuzione dei cacciatori rispetto agli ettari di territorio disponibili. Vengono poi normati l'utilizzo sempre più razionale delle prede con l'introduzione dei centri per la lavorazione delle carni e la detenzione dei trofei attraverso una sburocratizzazione degli adempimenti: si tratta di novità significative destinate alle attività di realizzazione di oggetti ornamentali con i palchi o di somministrazione di menu a base di selvaggina locale. Molto importanti anche i corsi di preparazione per gli esami all'abilitazione venatoria, per il maneggio delle armi e il loro miglior utilizzo che con l'articolo novellato diventano obbligatori.»

Nella discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Giuseppe Cerise (Alpe), per  il quale «l'attività venatoria è un oggetto di forte contrapposizione tra cacciatori e associazioni protezionistiche. Oggi approviamo un disegno di legge che disciplina in modo più completo questa attività. Voteremo questa legge confortati dal fatto che la vigilanza è affidata a professionalità collaudate come quelle presenti nel Corpo forestale. Un'unica annotazione riguarda il metodo utilizzato: avevamo chiesto più volte di poter audire i Presidenti della circoscrizione numero 5 e della numero 3, ma non siamo stati accontentati. Sarebbe stato più opportuno ascoltare le varie voci» e la Consigliera Carmela Fontana (PD) che ha dichiarato «riteniamo questo disegno di legge migliorativo e per questo il nostro voto sarà favorevole.»

Per l'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Giuseppe Isabellon, «non è stato facile arrivare a una condivisione, così come è stato articolato il dibattito sia in Commissione sia nel mondo venatorio. L'obiettivo era quello di mettere mano a una legge del 1994 che necessitava di una revisione tenuto conto anche dei cambiamenti intervenuti, come l'introduzione della caccia di selezione introdotta più di dieci anni fa. Di qui la ricerca di un sempre maggiore legame cacciatore-territorio, riorganizzando le circoscrizioni e le sezioni con questo importante obiettivo. Sono stati presi in considerazione anche gli aspetti burocratici come le procedure per una corretta detenzione dei trofei. Per quel che riguarda i corsi di preparazione all'esame, abbiamo voluto creare una sempre maggiore formazione per i nuovi cacciatori, esigenza questa che era emersa anche dal mondo venatorio. Si è cercato di raggiungere il miglior compromesso possibile tra le varie idee, raggiungendo così un punto di equilibrio come auspicato da tutti


PL