Info Conseil

Comunicato n° 276 del 28 maggio 2012

Concluso l'esame della petizione sulla ferrovia del Drinc e le miniere di Cogne

Riunione della quarta Commissione "Sviluppo economico"

La quarta Commissione consiliare "Sviluppo economico", presieduta dal Consigliere Diego Empereur, nella riunione di oggi, lunedì 28 maggio 2012, ha concluso l'iter di esame della petizione riguardante la ferrovia del Drinc e le Miniere di Cogne, approvando a maggioranza, con il voto contrario dei gruppi Alpe e Partito Democratico, una relazione che sarà sottoposta all'attenzione del Consiglio regionale nella sua prossima adunanza.

La petizione popolare, presentata alla Presidenza dell'Assemblea regionale il 6 marzo scorso, è stata sottoscritta da 683 cittadini per richiedere «di adottare ogni iniziativa volta mantenere in vita la ferrovia del Drinc - e le Miniere di Cogne - e che nessuna legge o deroga nazionale, regionale, comunale o quant'altro possa in alcun modo vanificare la conclusione di quest'opera.»

Il Presidente della Commissione, Diego Empereur (UV), spiega che «per quanto riguarda la tranvia, non vi sono particolari elementi di novità rispetto a quanto già emerso nel corso del dibattito consiliare del 13 luglio 2011, quando era stata approvata una risoluzione che impegnava la Giunta regionale a rinunciare al completamento della tranvia intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz. Anzi, sono stati riconfermati, da più parti, gli elevati costi di investimento ancora necessari per riattivare il collegamento, oltre ai ben noti limiti intrinseci di tipo trasportistico e gestionale dell'infrastruttura.»

«Un discorso diverso va fatto invece per le miniere di Cogne - prosegue il Presidente Empereur -. C'è da ricordare infatti che l'Amministrazione regionale ha portato a conclusione il procedimento relativo all' istanza di rinuncia alla concessione presentata dalla società Fintecna spa (titolare della concessione mineraria e proprietaria di terreni e fabbricati), prescrivendo un ampio ventaglio di lavori di messa in sicurezza e recupero ambientale che il concessionario dovrà eseguire a proprie spese. Lavori che comporteranno un onere piuttosto rilevante - circa 8 milioni di euro - e che consentiranno di produrre un sensibile miglioramento delle condizioni del sito minerario, senza però pregiudicarne future iniziative di recupero ai fini museali, anzi ne costituiranno un elemento facilitante. Inoltre, le normative regionali in materia mineraria consentono di autorizzare l'apertura alla visita di siti minerari dismessi, così come è avvenuto per le aree di Saint-Marcel e Brusson. L'ipotesi di recupero museale risulta pertanto ampiamente percorribile, anche se un'eventuale iniziativa di valorizzazione del sito industriale dismesso potrà essere avviata solo una volta che le opere di messa in sicurezza saranno state interamente realizzate e collaudate: si stima che la durata dei lavori possa essere di circa tre anni.»

Per il Vicepresidente del Consiglio Valle, Albert Chatrian (Alpe), «constatiamo con profondo rammarico che da parte della maggioranza non c'è stata la volontà di ascoltare la voce della Comunità di Cogne che si è espressa in maniera 'tranchante' sulla questione. Abbiamo così avuto conferma che la giunta non intende tornare sui suoi passi e vuole procedere allo smantellamento della linea. Siamo dell'idea, come gruppo, che si stia perdendo un altro treno, chiudendo definitivamente la possibilità del collegamento e della valorizzazione integrata del sito minerario. Riteniamo infatti che il parco minerario di Cogne abbia le caratteristiche di un progetto di respiro regionale e non solo comunale. Sarebbe pertanto più saggio e opportuno non precludere eventuali futuri sviluppi. Purtroppo il grido d'allarme che è giunto dalla comunità non è stato ascoltato e ci siamo sentiti in dovere di votare contro la relazione. Mi sembra che il cuore della petizione sia la richiesta di non smantellare neanche un metro della linea per non pregiudicarne definitivamente il futuro. Difendiamo i binari per lasciare alle generazioni future la possibilità di realizzare il collegamento ferroviario minerario, magari anche grazie a finanziamenti Interreg. Se non smantelliamo, se non asfaltiamo, se non vi facciamo una pista ciclabile lasciamo una porta aperta per il futuro. Cambiare idea non è peccato e poi in democrazia le legislature finiscono e le maggioranze cambiano. »


SC