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Comunicato n° 259 del 16 maggio 2012

Dibattito sull'attività europea e internazionale della Regione

Adunanza del Consiglio regionale

Sull'illustrazione del Presidente della Regione, Augusto Rollandin, dell'attività europea e internazionale svolta dalla Regione nel 2011, si è acceso il dibattito generale. Sono intervenuti i Consiglieri Caveri, Donzel, Comé, Lattanzi e Louvin.

Le Conseiller Luciano Caveri (UV), membre du Comité des Régions et chef de la délégation italienne au CdR, a rappelé que «la Vallée d'Aoste est dedans la politique européenne, même si nous avons la taille d'une coccinelle sur le dos d'un éléphant.»
«La prospettiva sul 2020 è positiva - ha sostenuto Caveri -: la Valle d'Aosta appartiene alla categoria delle Regioni virtuose dimostrando capacità di spesa e di progettualità, mentre altre realtà italiane non hanno fatto altrettanto e diventa difficile difenderle a livello europeo. Più in generale, il primo problema politico che oggi si pone è che le Regioni con competenze legislative come la nostra devono avere più spazio in Europa: ancora oggi, la Commissione europea vuole che la nostra interlocuzione passi per le rappresentanze diplomatiche, che invece dovrebbero sparire in una vera Unione. Noi dovremmo partecipare al momento ideativo delle decisioni comunitarie, mentre è una cosa che l'Italia, nella sua logica centralista, non vuole farci fare. L'altro tema è la governance finanziaria, che impedisce il vero rilancio dell'Europa: l'applicazione troppo stretta di alcuni principi comunitari ostacola di fatto la ripresa economica.»
Evocando la sua attività al CdR, il Consigliere ha citato il suo rapporto sulle minoranze linguistiche, che è stato approvato l'estate scorsa, e il lavoro che sta conducendo con il meteorologo Luca Mercalli sui cambiamenti climatici nelle zone di montagna. Caveri ha infine fatto riferimento all'ipotesi di creazione di una macro-regione alpina: «la macro-regione - che dovrebbe essere un interlocutore per la politica europea al fine di presentare la strategia macroregionale alpina,  così come hanno fatto le zone intorno al Mar Baltico e al Danubio - rappresenterebbe un valore aggiunto ed è il superamento di tutto ciò che c'era fino ad ora e che non ha funzionato.»

Per il Consigliere Raimondo Donzel (PD) «l'aspetto positivo è dato dall'importanza e dal peso dei fondi europei perché ci sarà una riduzione delle risorse regionali e nazionali e grazie a questi fondi, soprattutto per la politica agricola, si apre una prospettiva positiva. La questione delle risorse europee ci permette di dire che di fronte ad atteggiamenti anti-europeisti e anti-euro va riconosciuto all'Europa un ruolo non indifferente anche sul piano economico. In questo contesto, la Valle d'Aosta ha la capacità di attirare risorse attraverso progetti validi e questo è un indicatore molto positivo. L'aspetto negativo, invece, è che i passi avanti fatti dalla politica della montagna non sono sufficienti. Il riconoscimento del ruolo della montagna è ben lungi dal venire. Bisognerà lavorare anche attraverso la sinergia con altri territori come il nostro, sia a livello internazionale che nazionale. Ognuno dovrà fare la sua parte, ma l'Europa dovrà essere una casa comune. È indispensabile che in Valle d'Aosta continui a vivere un sentimento europeista, per un'Europa in cui i piccoli territori possano avere spazio e contare di più, magari attraverso un progetto federalista vero nel nostro paese. Anche nella nostra regione occorrerà fare attenzione e correggere gli errori fatti sopprimendo "uffici" che attraverso progetti mirati portavano in Valle finanziamenti europei. I risparmi organizzativi non devono diventare dei boomerang.»

Il Presidente della terza Commissione, Dario Comé (SA), ha ribadito come «l'Italia e la nostra regione debbano restare all'interno dell'Unione europea e ciò malgrado le difficoltà che sta affrontando. Tuttavia, se le istituzioni europee non riusciranno a dare risposte concrete in tempi rapidi rischiamo di far salire vertiginosamente quel 20 per cento di persone che oggi non crede più nell'Europa. Riguardo alla Valle d'Aosta, non possiamo non ricordare i numerosi programmi messi in atto con risorse finanziarie europee, che forse non vengono percepiti interamente dai cittadini valdostani e che riguardano principalmente interventi infrastrutturali e azioni di sistema (sostegno, qualificazione e sviluppo di sistemi settoriali quali istruzione e lavoro). E proprio sul lavoro, vorrei  menzionare il Programma occupazione del Fondo sociale europeo: sull'asse "adattabilità" - che ha l'obiettivo di sostenere i processi di aggiornamento e le competenze dei lavoratori - le azioni nell'ultimo biennio sono sensibilmente aumentate, con quasi mille progetti per un impegno di 6,7 milioni di euro; sull'asse "occupabilità" è proseguita l'approvazione di un numero rilevante di interventi rivolti in particolare ai giovani e alle persone in cerca di occupazione.» Il Consigliere Comé ha quindi rivendicato «la richiesta di avere un nostro parlamentare europeo modificando l'attuale legislazione che disciplina la composizione dei rappresentanti europei, al fine di poter incidere maggiormente nella fase di formazione delle decisioni.»

Per il Capogruppo del Popolo della Libertà, Massimo Lattanzi, «siamo una delle poche Regioni che ha utilizzato al meglio gli strumenti europei messi a disposizione. La relazione presentata oggi fotografa questa intensa attività svolta dall'Amministrazione regionale. Noi abbiamo un'idea dell'Europa e delle Regioni: il futuro di un'Europa - se ci sarà - non potrà che passare attraverso una ricomposizione del quadro istituzionale. Oggi viviamo un'Europa che è nata dall'alto, ma essa potrà rinascere se partirà dal basso e, soprattutto, se ripartirà dalla politica, perché non è l'Europa dei funzionari che vogliamo. Oggi in Europa abbiamo un drammatico "gap" competitivo che è di tipo culturale e che si combatte a colpi di risultati, di "fare", e non con le norme. Con questa relazione, dimostriamo che siamo interconnessi, che siamo in competizione: la nostra comunità deve accettare la sfida battendo la burocrazia, e non alimentandola. Questa maggioranza ha dimostrato chiaramente che è pronta ad accettare la sfida della competitività ed è in quella direzione che sono andati i provvedimenti anti-crisi - non in termini assistenziali ma di rilancio -, il sostegno allo sviluppo, allo start-up e ai giovani. La fase dello studio l'abbiamo completata, siamo già nella fase dell'operatività. E saremmo contenti se la minoranza ci seguisse in questa direzione.»

Il Consigliere Roberto Louvin (Alpe) ha sottolineato che «dovremo cercare di non vedere l'Europa come un vincolo, come un ostacolo, ma come il nostro orizzonte vitale. Come Consiglieri non abbiamo mai avuto un serio confronto su alcune delle questioni di carattere europeo, come può essere il tema in materia di politica agricola comune. Il rischio è quello di aggiungere uno strato di fastidio verso l'Europa, nella quale tutte le voci devono essere ascoltate e non soltanto quelle delle lobby o della tecnocrazia. C'è una parte della nostra politica, e qui la incarna con il suo intervento il collega Lattanzi, che continua a giocare la partita di fare, vedere solo gli aspetti negativi dell'Europa. Dimentica il collega che proprio sulla scena europea il suo partito e il Governo Berlusconi hanno portato l'Italia al disastro e alla peggiore crisi di credibilità della sua storia dal dopoguerra. Per quanto riguarda la relazione, sottolineo la preoccupante lentezza con cui vengono seguite le problematiche della 'fase ascendente'. Occorre una presenza più decisa e marcata della nostra Regione negli ambiti decisionali europei. La nostra è una politica regionale molto ripiegata su se stessa. Il 'Conseil Valais-Vallée d'Aoste' dovrebbe in questo senso essere rilanciato. Bisogna avere la capacità di essere internazionali e questo dovrebbe diventare il nostro modus operandi costante. Per quel che è delle problematiche dell'occupazione, bisogna vedere se c'è la volontà di arrivare a dinamiche più legate alle regioni. Per la Valle d'Aosta oggi più che mai è il caso di guardare all'integrazione con altri bacini di sviluppo. Chiediamo, per il futuro, di poter anche valutare la relazione in Commissione prima della sua presentazione in aula.»

Il Consiglio ha quindi preso atto della relazione del Presidente della Regione.


SC/PL