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Comunicato n° 163 del 21 marzo 2012

Approvato l'adeguamento del bilancio regionale agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica

Adunanza del Consiglio regionale

Il Consiglio regionale, con 25 voti a favore e 8 contrari (Alpe e PD), ha approvato l'adeguamento del bilancio di previsione della Regione per il triennio 2012/2014 agli obiettivi complessivi di politica economica e di contenimento della spesa pubblica previsti dal decreto legge n. 201 del 2011 recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici.

L'articolo 28, comma 3, del decreto legge 201/2011 prevede che le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano assicurino, a decorrere dall'anno 2012, un concorso alla finanza pubblica di 860 milioni euro annui. Sempre lo stesso articolo determina che con le medesime procedure le Regioni e le Province autonome che hanno la competenza sulla finanza locale assicurino, a decorrere dall'anno 2012, un concorso alla finanza pubblica di 60 milioni di euro da parte dei Comuni ricadenti nel proprio territorio. Per la Valle d'Aosta, gli importi accantonati sono pari a 41,8 milioni di euro per la quota regionale e a 7 milioni per la quota dei Comuni, pur non modificando le risultanze finali del bilancio regionale. Infatti, nella parte delle entrate non sono state operate variazioni, mentre per quanto riguarda la spesa, tutte le variazioni in aumento sono state compensate con variazioni in diminuzione.

«Nelle more della decisione concernente il ricorso promosso dalla Regione alla Corte costituzionale contro tale articolo del decreto - ha riferito il relatore, Presidente della seconda Commissione, Andrea Rosset (UV) -, il disegno di legge in discussione, che si compone di sette articoli,  detta, in via prudenziale, disposizioni per adeguare il bilancio di previsione regionale 2012/2014 agli obiettivi di contenimento della finanza pubblica posti a carico della Regione e dei Comuni valdostani. Per quanto concerne la quota regionale, i principali settori che sono stati rideterminati riguardano il funzionamento degli organi istituzionali (- 300 mila euro), il personale (- 825 mila), i servizi generali (- 4 milioni 728 mila), l'istruzione primaria e secondaria (- 620 mila), l'istruzione universitaria (- 540 mila), la cultura e lo sport (- 2 milioni 770 mila), le politiche sociali (- 1 milione), lo sviluppo economico regionale (- 8 milioni 500 mila), le infrastrutture per mobilità e reti (- 11 milioni 126 mila), il governo del territorio (- 2 milioni 100 mila), i fondi di riserva globali (- 9 milioni 268 mila). Nell'ambito della Finanza locale le risorse sono state attinte dalle Unità previsionali di base intestate agli 'Interventi correnti di finanza locale con vicolo di destinazione nel settore dei trasporti' e agli 'Interventi di investimento di finanza locale con vincolo di destinazione per l'assetto e la tutela del territorio'. In altre parole, nulla è stato tolto dai trasferimenti ai Comuni senza vincolo.»
«Nella logica "lacrime e sangue" delle diverse finanziarie del Governo Berlusconi prima e del Governo Monti dopo - ha aggiunto il Consigliere Rosset -, le ripercussioni sul nostro ordinamento finanziario sono evidenti e quella di cui ci occupiamo oggi è una sorta di ulteriore coda inaspettata che grava sulla nostra autonomia speciale a dispetto delle nuove norme di attuazione sull'ordinamento finanziario. Il contenimento della spesa pubblica regionale è un processo che non si può eludere, ma sono enormi i sacrifici che ci sono stati proporzionalmente richiesti ed è bene dirlo qui forte e chiaro per le implicazioni sulla nostra autonomia a tutti i livelli di governo. Aggiungo che la confusione di materie degli ultimi decreti legge attentano anche ad altri aspetti del nostro ordinamento regionale. Non solo dunque un problema di soldi, ma anche di poteri e competenze che vengono posti in discussione dal neo centralismo statale


Nella discussione generale, sono intervenuti i Consiglieri Roberto Louvin, Massimo Lattanzi, il Vicepresidente Albert Chatrian, Leonardo La Torre, Raimondo Donzel, Francesco Salzone e Gianni Rigo.

Per il Consigliere Roberto Louvin (Alpe), «significativo è l'abbassamento delle risorse sul sistema informativo regionale. Crediamo in una regione a forte innovazione tecnologica oppure no? Anche osservando la riorganizzazione dirigenziale dell'Amministrazione, deduciamo che la Giunta non creda in questa prospettiva. Preoccupazione poi ci viene dalle riduzioni in materia di scuola pubblica, diritto allo studio, di trasporti pubblici, nonché di ambiente. Sui contributi per la ricerca e lo sviluppo del settore industriale, lo spostamento di 5 milioni di euro dal bilancio regionale ai fondi della Finaosta è la riprova, se ancora ce ne fosse bisogno, del doppio bilancio su cui gioca la Giunta. Questo provvedimento ci appare piuttosto sbrigativo, privo di una logica d'insieme che vada ad alleggerire la spesa gestionale nei settori dove è ancora ridondante, mentre colpisce settori delicati. La Giunta si dimostra ancora senza una direttrice di marcia per la riconversione del bilancio regionale da strumento di trasformazione qualitativa della Valle rispetto al modello di distribuzione delle risorse che ha perseguito in questi anni

Il Capogruppo del PdL, Massimo Lattanzi, ha evidenziato che «è evidente che la festa sia finita, nessun Governo regionale avrebbe voluto apportare questi tagli, che peraltro ci sono stati richiesti dal decreto 'salva-Italia'. Non è vero che i settori toccati dai tagli non interessino alla maggioranza: è stato necessario compiere scelte politiche, ma sono stati comunque mantenuti, con sacrificio, importanti e strategici investimenti per l'istruzione, la sanità, i servizi sociali, ma anche per il turismo, il commercio, le imprese. Ci possiamo ancora permettere la riorganizzazione di voci di spesa, mentre altre Regioni non sono in grado di scegliere. Tenere in piedi un sistema e puntare alla crescita: è la sfida che noi non solo dobbiamo accettare, ma che dobbiamo riuscire a vincere

Per il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe), «ancora una volta la Valle d'Aosta deve chiedere uno stressante contributo ai Comuni. Oggi assistiamo alla costante deriva dei trasferimenti agli enti locali. Lentamente ma inesorabilmente si stanno trasformando i nostri piccoli e grandi comuni in pro-loco che gestiscono servizi: è la fine del nostro sistema delle autonomie. In questi ultimi mesi, i Comuni hanno avuto grandi difficoltà non solo nel chiudere i bilanci, ma anche nel programmare futuri interventi. Una considerazione anche sul cosiddetto taglio ai contributi per gli investimenti nel settore dell'industria: risulta una riduzione di 15 milioni, ma Finaosta ha nel suo salvadanaio 15 milioni trasferiti in tranches negli anni passati per far fronte alle richieste e alle istruttorie delle aziende valdostane. Ancora una volta abbiamo la conferma che c'è un gestione dei soldi pubblici che, passando per Finaosta, dribbla le regole, la trasparenza, della finanza pubblica e diventa un Bancomat a disposizione della Giunta? Due battute finali sui tempi della Giunta nel dare risposte: abbiamo notato che non sempre i tempi del pubblico sono lenti. Ci sono state occasioni in cui la macchina amministrativa, sollecitata evidentemente in modo efficace dalla politica, è stata fulminea nella sua azione. E' solo questione di priorità e di volontà e il Presidente Rollandin lo sa benissimo

Per il Capogruppo della Fédération autonomiste, Leonardo La Torre, «l'adeguamento del bilancio certamente richiede una riflessione politica. Dobbiamo denunciare uno stato di allerta che sembra essere l'alba di un possibile conflitto tra regioni a Statuto speciale e Stato. È presente una diversa visione dei rapporti, degli obiettivi e anche degli interessi tra lo Stato e le autonomie speciali. Il metodo in cui avviene questa adesione non può essere unilaterale: il dialogo ci deve essere, e per quanto riguarda i criteri, il patto di stabilità non può essere spalmato in modo univoco a tutte le regioni. Noi siamo stati all'altezza di quello che ci si chiedeva e non siamo stati nemmeno riconosciuti in questo. Il criterio quindi diventa solo quello economico e finanziario. Prendiamo atto di questa tensione destinata ad aumentare, dobbiamo trarre le conseguenze e cioè spendere al meglio il denaro a nostra disposizione. Dobbiamo purtroppo farci carico delle decisioni unilaterali del governo Monti. Il disegno di legge in discussione risponde in modo serio e corretto alle aspettative dei cittadini a difesa della loro qualità della vita, pur subendo il diktat del Governo nazionale

Il Consigliere Raimondo Donzel (PD) ha affermato: «stiamo trattando un documento delicato, da non affrontare a cuor leggero. Eppure, non mi risulta ci sia stata concertazione con il territorio: questo taglio così importante è stato considerato una normale variazione di bilancio. E' una 'mazzata' che si aggiunge alle precedenti. Rileviamo tre settori troppo penalizzati dalle riduzioni: i trasporti, già inefficienti, i contributi per l'industria, nonostante il momento di crisi, i tagli per i Comuni. Siamo fortemente contrari a questo documento, per cui il Governo ha usato lo stesso metodo attuato da Monti mesi fa, nel momento più burrascoso della crisi, ossia non confrontarsi con le parti

Secondo il Capogruppo della Stella Alpina, Francesco Salzone, «siamo ben consci che in questo momento c'è una politica di rigore, di tagli, di sacrifici anche per la nostra comunità. Occorre quindi intervenire, senza dimenticare la nostra autonomia, che è sempre da salvaguardare. Sappiamo che non è semplice incidere in modo indolore, e non abbiamo voluto toccare i servizi. Non possiamo accettare che la minoranza sia sempre contraria su ogni punto, anche se siamo pronti alle sue sollecitazioni.»

Per il Consigliere Gianni Rigo (PD) «anche noi come Valle d'Aosta dobbiamo partecipare non da spettatori ma da protagonisti a questa stagione di sacrifici. Non siamo d'accordo quando con atti unilaterali ci vengono tolte non solo risorse finanziarie ma anche competenze nel merito delle decisioni assunte a Roma. Sviluppo, ricerca e innovazione  sono dei temi su cui si gioca il futuro della nostra società e questi devono essere competenza della regione che non può delegare alla Finaosta. Questo perché questi aspetti devono, poi, accompagnarsi alla formazione, dando così una risposta forte alla crisi e questo lo deve fare direttamente la Regione. L'intervento contabile in discussione va in questa direzione? La priorità è lo sviluppo e il provvedimento in esame non va nella direzione auspicata

L'Assessore all'istruzione e cultura, Laurent Viérin, è intervenuto per specificare che «trattiamo di aggiustamenti che hanno rimodulato certi finanziamenti, ma non fanno venire meno i servizi. Anche per l'anno in corso sono garantiti tutti i finanziamenti per l'offerta formativa, il diritto allo studio, i progetti e il funzionamento del sistema scolastico. Invito quindi a non voler lanciare allarmismi. Infatti, sono state sempre coperte le esigenze delle istituzioni scolastiche, assicurando ad esempio la fornitura gratuita dei libri, il servizio di mensa, così come sono state soddisfatte le domande di borse di studio, visto che gli unici fondi che non sono stati riconfermati sono quelli statali.»

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha sottolineato che «questo atto rispetta un impegno assunto al momento della presentazione della legge finanziaria, tenendo conto dei cambiamenti intervenuti nel frattempo per le Regioni a Statuto speciale. La ricerca e lo sviluppo dell'industria sono settori salvaguardati, e non è vero che i Comuni sono stati penalizzati: l'associazione di funzioni tra loro permetterà di risparmiare risorse. Con i limiti cui siamo stati obbligati a sottostare, questa manovra è equa, con interventi equilibrati che non sono andati a discapito dei settori strategici.»

MM