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Comunicato n° 637 del 15 dicembre 2011

Conferenza sulla stagnazione economica e le possibili vie d'uscita per le piccole e medie imprese

Ieri, mercoledì 14 dicembre 2011, nel Salone del Palazzo regionale



Riusciranno le piccole e medie imprese, che compongono in buona misura il tessuto economico italiano e valdostano, a sopravvivere alla bufera della crisi internazionale? Per adesso non esistono certezze e  il dibattito è in corso. Questi e altri interrogativi sono emersi nel corso della conferenza dal titolo "Esiste una via d'uscita dalla stagnazione economica? Politiche attive nei confronti delle piccole e medie imprese", organizzata dal  Consiglio regionale della Valle d'Aosta, che si è svolta ieri, mercoledì 14 dicembre, ne Salone delle manifestazioni del Palazzo regionale, quinto e penultimo appuntamento di un ciclo di serate dedicate a tematiche di grande attualità.

Un appuntamento che ha permesso di favorire la consapevolezza del problema e delle possibili soluzioni, al quale è intervenuto il Vicepresidente dell'Assemblea regionale, Albert Chatrian.
"La ricetta giusta non esiste, ma il fatto di confrontarsi, di parlarne, e soprattutto di focalizzare l'attenzione su eventuali proposte penso che sia un dovere di chi si occupa del bene comune, quindi di chi fa politica. Il tema affrontato è di strettissima attualità e se da una parte c'è una forte preoccupazione, dall'altra la classe politica italiana ed europea ha il dovere di fare fronte comune con l'obiettivo di trovare delle soluzioni, di prevedere delle azioni da mettere in campo per sostenere le piccole e medie imprese che costituiscono un tessuto produttivo importante anche in Valle d'Aosta."

I due ospiti della serata, gli economisti Alessandra Lanza e Salvatore Zecchini, hanno provato ad immaginare soluzioni e scenari futuri, sia dal punto di vista globale che locale.

Alessandra Lanza,  Presidente del Gruppo Economisti d'Impresa, ha esordito ricordando come le piccole e medie imprese stiano affrontando, in questo momento, una sfida particolarmente difficile, a causa di una recessione che segue la breve ripresa seguita alla crisi del 2008-2009. Nel suo intervento la dottoressa Lanza ha evidenziato come lo snodo cruciale della crisi attuale sia la mancanza di liquidità, che potrebbe portare a un tracollo del sistema bancario, cui seguirebbe quello del sistema industriale.
"Le imprese che hanno recuperato meglio dopo quel periodo - ha detto la Presidente Lanza - sono quelle che hanno fatto due cose: hanno esportato e investito. Qui c'è una concentrazione prevalentemente di piccole e medie imprese di servizi, molte di esse collegate al turismo, e quello che possono fare è attrarre più turisti dall'estero, cercando di sfruttare la stagionalità e di recuperare turismo anche nelle stagioni con minor affluenza, magari facendo filiera, offrendo servizi più integrati. Credo che il modo per arrivare a superare la crisi in maniera più efficace sia quello di avere una gamma d'offerta completa, puntare molto sulla promozione e, in pratica, investire sul proprio futuro. Non bisognerà avere paura di crescere, passando anche attraverso a nuove forme di aggregazioni. In un contesto globale ormai interconnesso il problema non è del solo singolo paese, ma di tutti. Occorre agire in fretta e fare riforme efficaci, che devono essere fatte funzionare."

Il mercato, abbandonato alle speculazioni, è estremamente confuso e instabile, la crisi si è diffusa, contagiando anche paesi come Francia e Germania, e le piccole e medie imprese difficilmente reggeranno a una concorrenza sempre più spietata e globale. La loro situazione e le possibili soluzioni al problema sono state oggetto dell'intervento del professor Zecchini, economista dal vasto curriculum internazionale.
"Le difficoltà delle piccole e medie imprese sono legate essenzialmente a tre variabili - ha commentato Zecchini -. La prima è la caduta della domanda e le vendite non hanno delle prospettive rosee, soprattutto per i prossimi trimestri. La seconda variabile è la finanza, il reperimento dei capitali necessari per andare avanti, mentre la terza è la burocrazia, che pesa come un macigno sull'iniziativa imprenditoriale. Se si riuscisse veramente a porre riparo almeno alla burocrazia e alla finanza si potrebbe mettere le piccole e medie imprese nelle condizioni di entrare in quei mercati internazionali nei quali la domanda continua a tenere. Sono molteplici le cause che hanno portato a questa situazione, di fatto, di recessione e tra queste il forte deterioramento della competitività con conseguente crescita dei prezzi, una rigidità del mercato del lavoro e dei capitali, una diminuzione della popolazione attiva e un sistema di regole che imprigiona le imprese anziché favorirle."

PL