Info Conseil
Comunicato n° 626 del 6 dicembre 2011
Discussione sulle leggi di bilancio della Regione per il 2012-2014: interventi di Impérial, Donzel e Caveri
Adunanza del Consiglio regionale
La discussione generale dei disegni di legge in materia di finanziaria regionale e di bilancio di previsione per il triennio 2012-2014 è proseguita con gli interventi dei Consiglieri Impérial, Donzel e Caveri.
La Consigliera dell'Union Valdôtaine, Hélène Impérial, si è soffermata sul tema dei giovani e sulla loro percezione della crisi. "Cresce il pessimismo, soprattutto in Italia, dove i giovani sono preoccupati non solo della prospettiva di un ridimensionamento del tenore di vita, ma della possibilità di essere tagliati fuori dal mercato del lavoro. Allora ben venga un bilancio che assicura un livello di stato sociale diffuso, che continua ad investire sull'istruzione e sulla formazione dei giovani, che mantiene sostanzialmente il pacchetto "anti-crisi" varato lo scorso anno. Questo non significa che dobbiamo smettere di essere ambiziosi. L'essenziale è continuare a promuovere l'innalzamento degli standard formativi e valorizzare le migliori energie intellettuali e creative. Soltanto investendo su tali priorità sarà possibile superare le attuali difficoltà e affrontare le grandi sfide del nostro tempo."
Il Consigliere Raimondo Donzel (PD) ha detto che "le scelte fatte in questo bilancio non rispondono a un principio di giustizia sociale e di equità. A livello nazionale siamo alla resa dei conti e bisogna uscire da questa situazione attraverso un grande sforzo collettivo. La ricetta scelta non è una ricetta che tiene sufficientemente conto di come le persone concretamente affrontano questa difficile realtà. Dobbiamo parlare di persone, lavoratori, famiglie in carne ed ossa e non di numeri astratti. La crisi oggi è presente anche in Valle d'Aosta in maniera dura perché a pagare sono le persone più fragili, cosa che avviene da anni. Non è solo da oggi che i lavoratori a tempo determinato, ad esempio, della Verrès spa o dell'Amministrazione regionale, hanno perso il loro lavoro o visto ridotto il loro reddito. Un altro aspetto è quello sul presunto assistenzialismo, espressione ingenerosa se riferita all'agricoltura, ai dipendenti pubblici, ai forestali, senza che in questo bilancio ci sia un richiamo ai costi della politica: ad esempio in Lombardia sono stati aboliti vitalizio e indennità di fine mandato. Nel nostro documento contabile non è presente il senso di responsabilità. Occorreva intervenire concretamente sui costi della politica e non solo imporre i sacrifici agli altri. Nella nostra regione c'è una grave emergenza lavoro: molte persone hanno bisogno di lavoro e sono messe sotto pressione dalle affermazioni di razionalizzazione che vogliono giustificare mancate assunzioni a tempo indeterminato. C'è invece un monte di sprechi e questo è inaccettabile perché non devono essere i più deboli a pagare. Per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione, sono anni che si ripete il solito ritornello. Rimane al suo interno una schiera di precari che devono poter avere una risposta. È da tre anni che chiediamo la stabilizzazione del personale precario. E non sappiamo neppure per quanto viene garantita ancora la società salva precari. Un'altra considerazione riguarda il turismo: con l'imposta di soggiorno si tassa il mondo dell'impresa turistica in un momento di estrema difficoltà. Bisogna, invece, sostenere tutte le imprese. Il tentativo di ridare ossigeno ai Comuni attraverso la tassa di soggiorno rischia di fare più danni che benefici. Ai Comuni sono stati trasferiti meno fondi a fronte di maggiori competenze che richiedono un ripensamento generale della loro organizzazione, rispettosa dei principi del federalismo. Cos'ha di speciale questa Autonomia? Se i tagli colpiscono i più deboli? Se uomini e donne, e famiglie intere sono abbandonate al loro destino? Noi non vogliamo l'Autonomia del Balivo e dei Servi della gleba. I nostri nonni, i nostri padri si sono battuti contro il fascismo per un'Autonomia vicina alle persone che garantisse a tutti doveri, diritti e pari opportunità di accesso al lavoro e allo studio e alle libertà individuali. In generale è un bilancio non equo."
Il Consigliere Luciano Caveri (UV): "Risulta sempre più difficile vivere costantemente nell'incertezza, come nel caso di successive, nuove, manovre fiscali. Le autonomie speciali hanno due velocità, prima o poi andrà fatto fronte comune. L'Europa oggi impone la medicina più amara, la governance finanziaria, più rigida del patto di stabilità. Si tratta di diktat difficile da accettare. La Valle d'Aosta sarà interessata ad esempio per i fondi strutturali, che potranno risultare decisivi. La politica è mobile qual piuma al vento. Ci troveremo di fronte, ora come nei prossimi anni, alla necessità di esaminare sempre più attentamente i centri di spesa per vedere dove si possa risparmiare, motivando i cittadini, perché certe rinunce possono essere importanti per la nostra coesione sociale. Credo si debba ripartire dal federalismo: parlare di autonomismo non basta più, rischia di diventare una scatola vuota in cui ognuno ha messo quello che ha voluto. Federalismo vuol dire proseguire nella valorizzazione della democrazia locale, da sempre caratteristica della Valle d'Aosta, rilanciare nel dibattito italiano e europeo le ragioni di questa scelta culturale e politica che probabilmente servirà come setaccio per vedere chi resta e chi se ne va."
SC
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La Consigliera dell'Union Valdôtaine, Hélène Impérial, si è soffermata sul tema dei giovani e sulla loro percezione della crisi. "Cresce il pessimismo, soprattutto in Italia, dove i giovani sono preoccupati non solo della prospettiva di un ridimensionamento del tenore di vita, ma della possibilità di essere tagliati fuori dal mercato del lavoro. Allora ben venga un bilancio che assicura un livello di stato sociale diffuso, che continua ad investire sull'istruzione e sulla formazione dei giovani, che mantiene sostanzialmente il pacchetto "anti-crisi" varato lo scorso anno. Questo non significa che dobbiamo smettere di essere ambiziosi. L'essenziale è continuare a promuovere l'innalzamento degli standard formativi e valorizzare le migliori energie intellettuali e creative. Soltanto investendo su tali priorità sarà possibile superare le attuali difficoltà e affrontare le grandi sfide del nostro tempo."
Il Consigliere Raimondo Donzel (PD) ha detto che "le scelte fatte in questo bilancio non rispondono a un principio di giustizia sociale e di equità. A livello nazionale siamo alla resa dei conti e bisogna uscire da questa situazione attraverso un grande sforzo collettivo. La ricetta scelta non è una ricetta che tiene sufficientemente conto di come le persone concretamente affrontano questa difficile realtà. Dobbiamo parlare di persone, lavoratori, famiglie in carne ed ossa e non di numeri astratti. La crisi oggi è presente anche in Valle d'Aosta in maniera dura perché a pagare sono le persone più fragili, cosa che avviene da anni. Non è solo da oggi che i lavoratori a tempo determinato, ad esempio, della Verrès spa o dell'Amministrazione regionale, hanno perso il loro lavoro o visto ridotto il loro reddito. Un altro aspetto è quello sul presunto assistenzialismo, espressione ingenerosa se riferita all'agricoltura, ai dipendenti pubblici, ai forestali, senza che in questo bilancio ci sia un richiamo ai costi della politica: ad esempio in Lombardia sono stati aboliti vitalizio e indennità di fine mandato. Nel nostro documento contabile non è presente il senso di responsabilità. Occorreva intervenire concretamente sui costi della politica e non solo imporre i sacrifici agli altri. Nella nostra regione c'è una grave emergenza lavoro: molte persone hanno bisogno di lavoro e sono messe sotto pressione dalle affermazioni di razionalizzazione che vogliono giustificare mancate assunzioni a tempo indeterminato. C'è invece un monte di sprechi e questo è inaccettabile perché non devono essere i più deboli a pagare. Per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione, sono anni che si ripete il solito ritornello. Rimane al suo interno una schiera di precari che devono poter avere una risposta. È da tre anni che chiediamo la stabilizzazione del personale precario. E non sappiamo neppure per quanto viene garantita ancora la società salva precari. Un'altra considerazione riguarda il turismo: con l'imposta di soggiorno si tassa il mondo dell'impresa turistica in un momento di estrema difficoltà. Bisogna, invece, sostenere tutte le imprese. Il tentativo di ridare ossigeno ai Comuni attraverso la tassa di soggiorno rischia di fare più danni che benefici. Ai Comuni sono stati trasferiti meno fondi a fronte di maggiori competenze che richiedono un ripensamento generale della loro organizzazione, rispettosa dei principi del federalismo. Cos'ha di speciale questa Autonomia? Se i tagli colpiscono i più deboli? Se uomini e donne, e famiglie intere sono abbandonate al loro destino? Noi non vogliamo l'Autonomia del Balivo e dei Servi della gleba. I nostri nonni, i nostri padri si sono battuti contro il fascismo per un'Autonomia vicina alle persone che garantisse a tutti doveri, diritti e pari opportunità di accesso al lavoro e allo studio e alle libertà individuali. In generale è un bilancio non equo."
Il Consigliere Luciano Caveri (UV): "Risulta sempre più difficile vivere costantemente nell'incertezza, come nel caso di successive, nuove, manovre fiscali. Le autonomie speciali hanno due velocità, prima o poi andrà fatto fronte comune. L'Europa oggi impone la medicina più amara, la governance finanziaria, più rigida del patto di stabilità. Si tratta di diktat difficile da accettare. La Valle d'Aosta sarà interessata ad esempio per i fondi strutturali, che potranno risultare decisivi. La politica è mobile qual piuma al vento. Ci troveremo di fronte, ora come nei prossimi anni, alla necessità di esaminare sempre più attentamente i centri di spesa per vedere dove si possa risparmiare, motivando i cittadini, perché certe rinunce possono essere importanti per la nostra coesione sociale. Credo si debba ripartire dal federalismo: parlare di autonomismo non basta più, rischia di diventare una scatola vuota in cui ognuno ha messo quello che ha voluto. Federalismo vuol dire proseguire nella valorizzazione della democrazia locale, da sempre caratteristica della Valle d'Aosta, rilanciare nel dibattito italiano e europeo le ragioni di questa scelta culturale e politica che probabilmente servirà come setaccio per vedere chi resta e chi se ne va."
SC