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Comunicato n° 369 del 13 luglio 2011
APPROVATA UNA RISOLUZIONE SUL TRENINO PILA-COGNE
Adunanza del Consiglio regionale
Il collegamento tranviario intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz, meglio conosciuto come "Trenino Pila-Cogne", è stato al centro di un articolato confronto in Consiglio regionale, che si è concluso con l'approvazione di una risoluzione proposta dai Capigruppo delle forze di maggioranza (UV, SA, FA, PdL), mentre è stata respinta un'iniziativa presentata dai gruppi di Alpe e PD.
La risoluzione approvata impegna la Giunta regionale a "rinunciare al completamento della tranvia intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz, ponendo in essere ogni opportuno adempimento finalizzato alla chiusura definitiva dell'opera e dei rapporti in corso con imprese costruttrici e fornitrici, professionisti e soggetto gestore, ferme restando le responsabilità che dovessero essere accertate dall'Autorità giudiziaria contabile; effettuare l'alienazione dei beni e delle strutture convenientemente collocabili sul mercato, nel perseguimento costante della massima economicità e redditività, ponendo in essere, se utili ed economicamente convenienti, gli opportuni interventi di smantellamento; definire, di concerto con gli enti locali interessati, le misure necessarie per la valorizzazione, il riutilizzo e la riconversione ad altro uso delle infrastrutture e degli immobili di Plan Praz, Eaux Froides, Epinel e Cogne; approfondire con gli enti locali interessati le proposte per la realizzazione di un collegamento tra i comprensori di Pila e di Cogne, attraverso la predisposizione di uno studio che, partendo dai dati e dai documenti esistenti, sviluppi valutazioni e scenari aggiornati, coerenti con gli assetti socio-economico-turistici attuali e con l'evoluzione tecnologica avutasi in questi anni nel settore."
La proposta dei gruppi di minoranza era invece volta a rendere fruibile la linea ferroviaria, partendo dall'infrastruttura finora realizzata, al fine di rispondere alla duplice necessità di collegare, da Acquefredde, il fondovalle con il sito minerario dl Cogne, in funzione della realizzazione di un parco minerario a carattere turistico-culturale che valorizzasse la memoria della vita in miniera, e di garantire alla popolazione di Cogne una via di soccorso permanente e sicura. Impegnava inoltre a perseguire con determinazione l'obiettivo dell'acquisizione alla Regione del sito minerario di Cogne e del suo recupero a scopo museale.
Il tema è stato introdotto dal Consigliere Diego Empereur (UV), che ha illustrato all'Aula una relazione approvata ad aprile 2011 dalla quarta Commissione consiliare "Sviluppo economico", da lui presieduta, a seguito di un approfondimento avviato fin dal mese di dicembre 2008, al fine di arrivare alla soluzione di una vicenda che dura da oltre 30 anni. La linea ferroviaria in questione, infatti, fino al 1979 era adibita al trasporto del minerale ferroso estratto nelle miniere di Cogne e destinato allo stabilimento siderurgico di Aosta. Nel 1980, la Giunta regionale deliberò di affidare un incarico per la predisposizione di un progetto per la sua trasformazione a scopi turistici. Negli anni a seguire sono stati realizzati i vari lotti di lavori, attraverso la sistemazione e la ventilazione delle gallerie, il posizionamento dei binari e l'allestimento delle stazioni, con le relative biglietterie, l'acquisizione dei locomotori, per una spesa complessiva di circa 30 milioni di euro. Nel 2006 è emersa l'esistenza di alcune problematiche e la necessità di effettuare degli interventi di manutenzione straordinaria; l'Amministrazione ha quindi costituito una Commissione di valutazione per approfondire le criticità.
"Alcuni aspetti rilevanti- ha detto Empereur - vanno attentamente valutati: la portata oraria della tranvia (160 persone/ora) è decisamente ridotta; la limitata appetibilità turistica del collegamento derivante dalla preponderante lunghezza delle gallerie (8.223 metri su una lunghezza complessiva di 11.953 metri), dall'esigua sezione delle stesse (lo spazio angusto tra le pareti e il convoglio potrebbe provocare disagio nei passeggeri) e dalle caratteristiche poco confortevoli dei vagoni utilizzati; i costi per adeguare/convertire l'infrastruttura sono molto elevati (a seconda della modalità prescelta, si ipotizza una spesa che oscilla tra gli 11 milioni di euro e i 200 milioni di euro); vi sono poi notevoli incertezze in merito all'ottenimento delle autorizzazioni prescritte in materia di sicurezza; i costi di gestione, infine, sono stati stimati in 1 milione di euro all'anno (per fare un confronto, si pensi ad esempio che la nuova telecabina Aosta-Pila, che ha una portata di 2.400 persone/ora e registra ben 300 mila utenti all'anno, costa all'Amministrazione regionale circa 800 mila euro all'anno)."
"A così tanti anni dall'ideazione di quest'opera - ha aggiunto Empereur -, pare perlomeno lecito chiedersi se il suo completamento sia ancora oggi di attualità. Dubbio che, esaminando la documentazione agli atti, è sorto anche a chi ha avuto il compito di indagare in merito a questa vicenda per l'individuazione di eventuali responsabilità per danno erariale. Peraltro, nel corso delle audizioni, sono emerse delle considerazioni e delle proposte in merito ad un altro tipo di collegamento, quello funiviario, che parrebbe essere oggi più adatto alle esigenze turistiche. Così come è anche stato fatto rilevare che la tranvia doveva rappresentare il primo tassello di un progetto ben più ambizioso - il recupero integrale delle miniere di Cogne - sul cui futuro non sono state fatte ad oggi delle scelte per i possibili sviluppi, soprattutto se si pensa ai costi e alla complessità realizzativa, verosimilmente molto elevati."
"D'altro canto - ha concluso il Presidente -, sono emerse diverse possibilità di destinare ad altro uso pubblico rilevanti parti dell'infrastruttura: come indicato nel documento 'Considerazioni sulle ipotesi di riconversione' prodotto dall'Assessorato dei trasporti, con investimenti decisamente più limitati si potrebbero realizzare un tratto di strada pubblica nel comune di Gressan, mantenere inalterato il tratto di gallerie tra Acque Fredde ed Epinel per eccezionali casi di emergenza che potrebbero verificarsi, ottenere una pista ciclo-pedonale lato Cogne e riutilizzare gli edifici esistenti a fini turistici, commerciali e per pubblici servizi. Nel momento in cui un ente pubblico si trova ad effettuare delle scelte, anche in merito ad un'equilibrata e ragionevole ripartizione delle risorse disponibili, non può prescindere da un approfondito esame dei benefici indotti in rapporto ai costi d'investimento e ai costi di gestione da sostenere. La rinuncia all'idea iniziale della tranvia tra le due vallate potrebbe quindi apparire come una sconfitta ma, di fronte a condizioni così incerte e sfavorevoli per il completamento dell'opera, s'impone una profonda riflessione per il miglior utilizzo oggi possibile delle risorse pubbliche."
Nella discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Fontana, Zucchi, Chatrian, Comé, Tibaldi, Morelli, Donzel, Agostino, Louvin, l'Assessore ai trasporti e il Presidente della Regione.
La Capogruppo del Partito Democratico, Carmela Fontana, ha sostenuto che "oggi non possiamo cambiare quello che è stato, ma possiamo fare in modo che lo spreco di denaro pubblico cessi una volta per tutte. Nessuno di noi e di chi ci ha preceduto è esente da una verifica di responsabilità e dobbiamo dare ai valdostani una risposta chiara e convincente. Per quanto ci riguarda pensiamo che non si debba più spendere un euro, se non quei pochi che sono necessari a mettere in sicurezza l'accesso alle gallerie. Mi auguro che con saggezza e senso di responsabilità questo Consiglio regionale sappia fare la cosa giusta ponendo la parola fine ad un buco nel bilancio regionale che non possiamo più permetterci."
Per il Presidente della prima Commissione, Alberto Zucchi (PdL), "oggi, la parola fine ad una serie di scelte che sono state disgraziate sin dall'inizio, deve coincidere con una doverosa opera di rilancio, concentrandoci su quelli che saranno gli sviluppi futuri di un collegamento nel quale noi crediamo molto. Le località di Cogne e Pila hanno investito in questo progetto e pensiamo che si potrebbe addirittura allargare alla città di Aosta, creando un collegamento Aosta-Pila-Cogne senza soluzione di continuità. Abbiamo quindi proposto alla maggioranza di intervenire sin da subito di concerto con gli enti locali interessati - ed è la parte finale della risoluzione che abbiamo proposto come maggioranza - attraverso la predisposizione di uno studio che, partendo dai dati esistenti, sviluppi scenari aggiornati, permettendo così di passare da una negatività ad una doverosa positività, che consenta di rispondere alle aspettative delle comunità di Cogne e Pila oltre che di Aosta e delle sue prospettive turistiche, mettendo a disposizione una vera offerta in grado di reggere la concorrenza di altri comprensori."
Il Vicepresidente Albert Chatrian (Alpe): "Sono trascorsi trent'anni dall'inizio del progetto, e l'idea era valida per diversi motivi. Sicuramente più di qualcosa non ha funzionato, il dossier dal punto di vista amministrativo procedurale urla vendetta. E la politica regionale cosa ha fatto in quei trent'anni? Doveva essere sicuramente più performante, impegnando da subito più energie a tutti i livelli. Il pacco regalo confezionato ha riservato una sorpresa finale, la chiusura. Ma se l'idea di trent'anni fa era buona, rimane valido un eventuale recupero a fini turistici delle aree minerarie come offerta turistica culturale per Cogne? Ha senso smantellare tutto e guardare esclusivamente ad un riutilizzo 'casereccio'? Questo collegamento ha un senso se si decide di acquisire le miniere da Fintecna o se si tenta la strada del trasferimento della concessione, con relativi oneri di bonifica e messa in sicurezza del sito, creando un percorso turistico-culturale della memoria sulla vita in miniera. Il patrimonio che abbiamo è unico e gli interventi possono essere portati a termine in diverse fasi, però con una pianificazione ben integrata. Ciò che manca probabilmente è la volontà di entrare nel merito e compiere una scelta. Se si vuole contestualizzare il collegamento ferroviario in un più ampio programma di valorizzazione del turismo museale, culturale, minerario, occorre forse compiere uno sforzo supplementare. Ribadisco, è solo una questione di volontà politica. Poniamoci ancora una volta la domanda: ha senso deviare il dibattito sul collegamento funiviario? Mettiamo in pista questo collegamento ferroviario, impegniamo la Giunta a presentare a breve alla IV Commissione una proposta esecutiva, e parallelamente si cerchi di acquisire le aree minerarie, dando corso al loro recupero a fini turistici."
Per il Presidente della III Commissione Dario Comé (SA), "questa è una delle vicende più lunghe e complesse che ha richiesto una spesa notevole senza ottenere purtroppo alcun risultato. La nostra attenzione ora si focalizza sulla realizzazione di un collegamento tra le due stazioni turistiche per nuove opportunità. Oggi si prospetta la funivia tra le più probabili soluzioni. Il nostro gruppo non può che compiacersi di ciò perché ci si allinea alle nostre posizioni di allora. Da sempre abbiamo sostenuto come soluzione per Cogne e Pila un collegamento funiviario che consentirebbe di raggiungere da Epinel le piste di Pila con grandi capienze orarie. Per la risoluzione che oggi viene presentata esprimiamo la nostra totale adesione alla rinuncia alla tramvia. Per il futuro, prima di incaricare i tecnici, partiamo dagli studi che abbiamo già e analizziamo con grande attenzione quello che sia i cittadini di Cogne che la società Pila hanno già elaborato."
Il Consigliere Enrico Tibaldi (PdL): "una scelta politica del centro-destra viene oggi confermata: mi fa piacere che si rinunci al completamento di questa opera irrealizzabile e la cui gestione sarebbe stata perennemente in rosso e che noi abbiamo sempre contestato. Con questa risoluzione si pone un punto fermo riconoscendo di fatto una sconfitta politica, nella quale, come gruppo del PdL, non ci sentiamo coinvolti a livello di responsabilità. Questa rinuncia è sicuramente un atto di coraggio, ma ci vuole anche l'onestà da parte di qualcuno di ammettere le proprie responsabilità politiche e amministrative: non si possono ignorare gli errori fatti da chi, negli anni precedenti, voleva procedere nell'intento ad ogni costo."
La Cheffe de groupe de Alpe, Patrizia Morelli: "Pour les gens de Cogne, la fermeture des mines a marqué la fin d'une époque qui avait profondément façonné l'identité de cette petite communauté et dans les années 80 le projet de voir revivre le train représentait presque un rêve. Or la question qu'il faut se poser est : ce rêve a-t-il encore un sens ? L'idée de transformer la vieille ligne ferroviaire Cogne-Acquefredde dans un parcours touristique inséré dans un parc minier, est-elle encore valable ? Car le rêve du train Cogne Pila peut représenter aussi un cauchemar, qui a duré trente ans et qui constitue pour la Région, dans laquelle nous nous identifions tous, majorité et minorité, un exemple d'incapacité administrative, une somme de circonstances négatives, d'entraves, mais aussi d'erreurs et d'inefficacités que nous voudrions tous pouvoir effacer. Ce train est devenu à l'extérieur l'emblème du gaspillage public valdôtain et de là découle la tentation assez généralisée de clore définitivement la partie. Réfléchissons et n'allons pas compromettre à tout jamais une opportunité de développement futur, qui met en valeur des éléments identitaires qui ne sont pas secondaires et qui devraient être considérés importants pour une région ayant l'histoire et l'autonomie de la Vallée d'Aoste. En ce sens, nous croyons nécessaire un effort afin de rendre utilisable la ligne dans le contexte d'un parc d'archéologie industrielle."
Per il Consigliere Raimondo Donzel (PD) "oggi assistiamo a una resa incondizionata. Sembra che gli alleati dell'Union Valdôtaine non sappiamo con chi sono alleati. Fa comodo dire che i responsabili sono altri. Questa è la politica dei 'Ponzio Pilato': la maggioranza non sapeva nulla di quest'opera e la colpa è di quelli della sinistra. Qualcuno non è stato in grado, politicamente e tecnicamente, di trovare le condizioni progettuali per far funzionare il trenino di Cogne. Non è solo questione di costi, ma anche di scelte fatte e che non sono state corrette. Adesso si promette un'altra grande opera in sostituzione di quella che viene sotterrata. La Valle d'Aosta è pronta a consegnare agli architetti e agli ingegneri l'ennesimo progetto da presentare. In un momento di difficoltà andiamo a raccontare di nuovo favole ai cittadini e si cancella l'altra grande promessa fatta ai 'cogneins' sulla rivalutazione del sito minerario di Colonna. Questa vicenda si conclude nel modo più triste possibile perché i cittadini non capiranno chi sono i responsabili di questa situazione."
Il Consigliere Salvatore Agostino (UV): "non credo che si possa parlare di decisione affrettata, perché sono quasi tre anni che come Commissione stiamo affrontando questo dossier. Oggi dobbiamo prendere delle decisioni ed è per questo che siamo chiamati a governare."
Il Consigliere Roberto Louvin (Alpe): "Questa opera era nata sulla base di una grande aspettativa da parte della comunità di Cogne, ed era nata con una filosofia ben precisa: da una parte per il 'désenclavement', con il mantenimento di una ulteriore via di uscita dalla vallata, e dall'altra per lo sviluppo di un turismo culturale legato alle antiche miniere della località. Cambiare di orizzonte, certo, si può, ma non si deve decidere sull'onda delle emozioni e delle paure. Sottraiamoci Cogne al ricatto sottile di chi vorrebbe imporre una scelta tra il trenino e la funivia, invocando lo sperpero di denaro pubblico. Non è così che la Regione autonoma Valle d'Aosta deve lavorare, perché quando vuole i soldi li trova. Si deve chiudere il cerchio e non svendere a pezzi un'opera che è stata considerata strategica per 30 anni. Noi di Alpe non condividiamo questa scelta e crediamo che questo progetto conservi tutto il suo significato, sia perché rappresenta una via di accesso alternativa, sicura e permanente, per l'abitato di Cogne - sia perché valorizzerebbe l'offerta turistico-culturale museale. La scelta rinunciataria di oggi ci allontana dall'idea della Valle d'Aosta capace di promuovere le proprie ricchezze culturali e di essere attenta alle proprie comunità."
Dopo la discussione generale, l'Assessore ai trasporti, Aurelio Marguerettaz, ha preso la parola affermando che "la risoluzione tiene conto in modo equilibrato e ragionevole di un'analisi seria da offrire alla nostra comunità. Dobbiamo considerare la situazione attuale: nel frattempo il mondo è cambiato e sono cambiate le condizioni di sicurezza. Questa decisione arriva dopo un confronto con le comunità. Stiamo facendo una valutazione onesta dopo aver fatto il rapporto tra costi-benefici, il cambio della normativa e le nuove esigenze. Non vogliamo prendere in giro nessuno. La maggioranza ha predisposto una risoluzione che permette di avere delle certezze attraverso un'azione responsabile."
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin: "Quando è iniziato l'iter di questo progetto, tutte le forze politiche erano concordi. L'esito poteva essere diverso, ma sono state molteplici le difficoltà, anche nei rapporti con i Ministeri. Oggi non sono dell'idea di continuare questa esperienza, visto che la concezione di trasporto è cambiata. Circa la valorizzazione della miniera, su cui non abbiamo mai espresso un parere negativo, il vero costo concerne la sua messa in sicurezza. Crediamo che la comunità di Cogne abbia gli stessi diritti delle altre, dobbiamo accertare le modalità migliori per realizzare il collegamento con Pila. L'isolamento di Cogne ormai non c'è più, grazie ai notevoli investimenti per le opere di protezione della strada regionale. Riguardo alla norma di attuazione, preciso che prevede soltanto che possiamo intervenire sempre rispettando le regole, le stesse che ci hanno fermato sino ad ora, quindi non cambia nulla. Dobbiamo trovare delle alternative, anche basandoci sugli studi che sono già stati effettuati. Questo progetto non è andato a buon fine, e ci sembra corretto affermare che occorre cambiare registro. Per questo lavoreremo senza perdere tempo, nella prospettiva di rispettare le comunità locali."
SC