Info Conseil
Comunicato n° 330 del 22 giugno 2011
INTERPELLANZA SULLA CONFERENZA REGIONALE LEGALITÁ E SICUREZZA
Adunanza del Consiglio regionale
La Capogruppo del Partito Democratico, Carmela Fontana, con un'interpellanza ha chiesto al Presidente della Regione di "riferire al Consiglio dell'attività della Conferenza regionale sulla legalità e la sicurezza relativamente al contrasto dell'attività della criminalità organizzata nella nostra Regione". Ha quindi voluto sapere se si intende "avviare, in sede di tale Conferenza e con il contributo delle Forze dell'Ordine, un'indagine conoscitiva su tutte le società concessionarie di servizi pubblici, su quelle aggiudicatarie di importanti appalti pubblici e su quelle che hanno investito importanti capitali nei settori dell'edilizia, dello scavo e movimento terra, dei rifiuti e negli altri settori notoriamente più a rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, al fine di ricostruire la tracciabilità dei capitali investiti e delle effettive proprietà; richiedere alla Commissione antimafia del Parlamento italiano tutti i dati in loro possesso che possano in qualche modo interessare la nostra regione; riferire al Consiglio regionale entro sei mesi sui risultati emersi da tali attività."
Anche il gruppo Alpe ha trattato con un'analoga interpellanza del Consigliere Alberto Bertin l'argomento, soffermandosi in particolare sul recente arresto di un imprenditore residente in Valle d'Aosta nell'ambito di un'inchiesta sulla diffusione del fenomeno mafioso nel nord Italia.
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha risposto che "tale organismo non rappresenta una sede operativa per il contrasto alla criminalità, bensì piuttosto uno strumento di diffusione della cultura e della pratica della legalità, attraverso il coordinamento delle diverse politiche di settore. Per quanto riguarda la prima domanda, non vi è alcun problema a riferire al Consiglio in merito all'attività svolta dalla Conferenza. Rilevo, peraltro, che alla Conferenza sono presenti i Presidenti della seconda e quinta Commissione consiliare. Circa la seconda domanda, come ho detto, non è la Conferenza la sede per tale attività. Altre ne sono preposte: il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica (COSP), la DIA, le Forze dell'Ordine, la Magistratura. E per tutti questi momenti, lo assicuro, l'attenzione alla problematica è massima. Nel segnalare che le attività della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia sono pubbliche e che sul sito internet della Commissione sono pubblicati gli ordini del giorno, i resoconti sommari e stenografici della sedute e i documenti approvati, vorrei sottolineare che in ottemperanza alla mozione approvata all'unanimità da questo Consiglio il 7 aprile scorso, con nota sottoscritta congiuntamente dal Presidente del Consiglio e da me, il 2 maggio 2011 abbiamo già provveduto ad un'iniziativa analoga, richiedendo al Procuratore nazionale Piero Grasso un incontro delle istituzioni regionali con la Direzione nazionale antimafia. Credo quindi che questo incontro con l'organo cui è attribuito il compito di coordinare in ambito nazionale le indagini relative alla criminalità organizzata sarà il momento più corretto per avere, come auspicato dalla mozione consiliare, un'adeguata informazione sulle dinamiche in atto e su eventuali possibili rischi di diffusione dei fenomeni mafiosi rispetto alla nostra Regione. Siamo infine disponibili a riferire prossimamente al Consiglio."
Riguardo alla diffusione della 'ndrangheta sul territorio valdostano, il Presidente Rollandin ha riferito che "nell'ambito del COSP, è stato confermato che nessuna novità di rilievo è da segnalare rispetto al passato e a quanto più volte riferito, anche in questa Assemblea. Da parte dei rappresentanti delle Forze dell'Ordine è confermata la massima attenzione alla tematica della prevenzione e repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici e più in generale nel tessuto socio-economico del territorio regionale. Un'attività di vigilanza costante e prevalentemente rivolta ai settori a "rischio": appalti, traffico di stupefacenti, estorsione e riciclaggio. E' nota la presenza nella regione di persone ritenute 'vicine' a soggetti riconducibili a famiglie malavitose, ma le attività investigative svolte non hanno finora fatto emergere concreti elementi di radicamento delle mafie; né permettono di fondare una prognosi di presenza, in Valle d'Aosta, di attività criminali di natura associativa."
La Consigliera Fontana, nell'esprimere soddisfazione per le risposte, ha comunque rilevato che "siamo sempre stati rassicurati del fatto che in Valle d'Aosta non ci si doveva preoccupare. Non siamo un'isola felice, mi auguro si tratti di piccoli fenomeni isolabili, ma non bisogna abbassare la guardia."
SC