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Comunicato n° 319 del 17 giugno 2011
RIFLESSIONI SULLA LAICITÀ IN ITALIA
Nel corso di una conferenza che si è tenuta ieri, giovedì 16 giugno 2011
L'iniziativa - condotta da Flavio Martino, coordinatore della Consulta valdostana per la laicità delle istituzioni, con gli interventi del filosofo Carlo Augusto Viano, Professore emerito dell'Università di Torino, e di Tullio Monti, coordinatore della Consulta torinese e portavoce nazionale delle Consulte per la laicità delle istituzioni - è stata introdotta dal Vicepresidente del Consiglio Valle, Albert Chatrian. "C'è stato, e in buona parte si continua a dare per scontato, in Italia, un codice morale unico, per i credenti e per i non credenti, senza che ci siano grosse resistenze da parte di chi, eletto dal popolo, dovrebbe improntare la sua azione al totale rispetto del pensiero e delle opinioni di ogni cittadino, al di là delle proprie personali convinzioni - ha detto Chatrian. La strada verso uno Stato pienamente laico è ancora lunga. In Italia non c'è più un partito che si dichiari esclusivamente ispirato ai valori cristiani, tuttavia, chi più chi meno, tutti i partiti si fanno un po' condizionare dalle indicazioni della Chiesa. La libera scelta della propria cultura è fondamentale in quanto elemento costitutivo dei diritti umani. Ognuno può, nello stesso momento o in diverse fasi della propria vita, scegliere di aderire a più sistemi di riferimento culturale: forse in Italia questo è un diritto ancora limitato."
"I laici in ginocchio sono quelli che molto spesso, più che da un significato del valore autentico e intimistico della religione, pensano di utilizzare quella religione per altri fini, spesso per avere consenso - ha affermato il filosofo Viano, eletto laico dell'anno nel 2006. Ho l'impressione che nella cultura italiana gli intellettuali siano spesso succubi delle fedi religiose, delle organizzazioni religiose, come se dalle religioni potessero avere quello che la civiltà contemporanea non dà. In realtà spesso hanno rinunciato a quella che è una delle funzioni degli intellettuali, cioè criticare le credenze religiose che spesso contengono vizi, menzogne, norme che non si possono mantenere."
Per Flavio Martino "la laicità è la base della democrazia, la base della convivenza. Il futuro che ci aspetta è quello rappresentato da società multietniche, multirazziali e multiculturali e la laicità è la condizione per creare la convivenza e la pace tra tutte queste componenti. Essere laici non significa negare il credo di nessuno, ma cogliere quello di tutti e organizzare una società di conseguenza. Questo è il senso della nostra battaglia, delle nostre iniziative, e noi vogliamo appunto continuare in questa direzione."
SC