Info Conseil
Comunicato n° 434 del 21 agosto 2010
NUOVE EMARGINAZIONI: QUALI RISPOSTE
Conclusa la rassegna "Valle d'Aosta solidale" in programma a Courmayeur dal 19 al 21 agosto 2010
Al tavolo dei relatori si sono confrontati oggi, sabato 21 agosto, il Presidente dell'Assemblea regionale, Alberto Cerise, il Presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, il Senatore della Valle d'Aosta, Antonio Fosson, il Presidente della Fondazione Comunitaria Valle d'Aosta, Luigino Vallet, e il Presidente di Italia Decide, Luciano Violante.
Il Presidente Cerise, nell'aprire l'incontro, ha affermato che "non si può propriamente parlare di nuove emarginazioni, piuttosto di emarginazioni che si riciclano nel tempo e che sembrano essere una costante nell'organizzazione sociale. Per la politica è importante percepire quali ne sono le varie forme al fine di dare delle linee di indirizzo e fare delle scelte, in modo da arrivare ad una società sempre più inclusiva, dove le emarginazioni restano un retaggio di un'evoluzione che si è compiuta."
Per il Presidente dell'Istat, "il problema delle nuove povertà ha delle caratterizzazioni territoriali molto forti. Nel 2009, secondo i dati statistici, si sono registrati 3 milioni di poveri in senso assoluto, ossia il 5% della popolazione italiana; nel Mezzogiorno questa percentuale è salita dal 6 all'8 per cento. L'Italia è il paese che negli ultimi 15 anni ha visto aumentare maggiormente i divari tra ricchi e poveri. Per quanto riguarda i giovani, 2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 19 anni non sono occupati, non studiano e non hanno una formazione professionale: un'intera generazione che rischia di stare ai margini della società. Oltre 2 milioni e 200 mila di persone con più di 65 anni vivono sole e hanno bisogno di essere supportate. Per queste persone molto lo fanno la famiglia e la rete di volontariato, ma si nota che, visto l'invecchiamento della popolazione, visti i problemi dei giovani e dell'occupazione femminile, le famiglie riescono sempre meno a svolgere un ruolo di ammortizzatore sociale. La rete familiare rischia quindi di non poter più supplire alle mancanze dello Stato. Il cambiamento è graduale ma il rischio è forte ed è un elemento sul quale i politici dovrebbero riflettere molto attentamente."
"Quando si parla di nuove povertà, in un periodo di crisi come quello attuale, il carico del problema è veramente ampio, perché è difficile capire dove intervenire con priorità." Questo è quanto sostenuto dal Senatore Fosson, che ha suggerito una risposta nel federalismo fiscale, sottolineando che "questo potrà sicuramente risolvere o intervenire sulle disparità che non sempre vengono sanate dal Governo nazionale." Il Senatore si è poi soffermato sulla realtà valdostana, dove "il 5% delle famiglie è in povertà relativa, ma la Valle d'Aosta ha stabilito che l'1,5% del suo PIL sia destinato a interventi di politica sociale. Oggi dobbiamo pensare a nuovi modelli di sviluppo e di aiuto alla povertà."
Luigino Vallet ha evidenziato come "la povertà si sia evoluta nel tempo e le risposte siano sempre più complesse; in particolare l'ultima crisi ha portato ad una nuova situazione con alcune categorie a rischio povertà. Le risposte possono essere declinate su tre livelli: collaborare per monitorare la realtà, avere capacità di elaborazione, con il coraggio di presentare soluzioni, anche sperimentali; valorizzare i giovani e i pensionati, sensibilizzare il privato e le imprese per costruire coesione sociale. E' importante trovare soluzioni nuove, sostenibili e durature."
Per il Presidente Violante "sembra che si stia ricordando un caro estinto: la giustizia sociale, di cui non si parla più nel nostro Paese, e questo vale anche per il principio di uguaglianza. Questi temi sono lontani dall'orizzonte delle forze politiche. Oggi, siamo di fronte ad una trasformazione della nostra democrazia. E da democrazia rappresentativa stiamo ritornando ad una democrazia oligarchica: infatti, il cittadino, in base alla nostro attuale modello elettorale, non sceglie più chi deve rappresentarlo, e i diritti dei deboli, in particolare, non sono più rappresentati a livello politico. Uno dei grandi quesiti che ci si deve porre è quello di come ridare rappresentanza politica ai soggetti più deboli, affinché i loro bisogni rientrino in una sfera politica. Quando vi è la crisi del principio di uguaglianza, c'è crisi della democrazia."