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Comunicato n° 248 del 14 maggio 2010

CONCLUSE LE CONFERENZE SU SAN GIOVANNI BOSCO

Organizzate dal Consiglio Valle con l'Istituto don Bosco di Aosta e l'Opera Salesiana di Châtillon

Diffondere una più approfondita conoscenza della figura e dell'opera sociale ed educativa di San Giovanni Bosco, anche in considerazione della celebrazione, avvenuta nel 2009, del 150° anniversario della Fondazione della Congregazione Salesiana: questo l'intento con cui il Consiglio regionale ha organizzato, in collaborazione con l'Istituto don Bosco di Aosta e l'Opera Salesiana di Châtillon, un ciclo di conferenze sul tema "San Giovanni Bosco, l'attualità del pensiero".
Gli incontri, che si sono tenuti nel salone delle manifestazioni di Palazzo regionale gli scorsi 22 aprile, 5 e 12 maggio con le introduzioni curate dal Presidente del Consiglio Valle, Alberto Cerise, dal Vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi e dal Consigliere Segretario, Emily Rini, hanno consentito al folto pubblico di conoscere il contesto in cui il Santo è vissuto e di approfondire i due cardini su cui si è fondata la sua opera: l'educazione dei giovani e le missioni.

Nel corso del primo appuntamento si è affrontato "Il profilo storico-culturale di don Bosco", grazie all'intervento di don Mario Fissore, direttore dell'Oratorio Pier Giorgio Frassati di Pinerolo, e ricercatore presso l'Università Pontificia Salesiana di Roma.
Il fondatore dei salesiani seppe farsi interprete del fermento culturale dell'epoca, grazie a un carisma e a un'energia non comuni. La capacità di don Bosco è stata di inserirsi nel mondo ottocentesco, accettando alcune sfide che da un lato erano pastorali e sociali, ma anche cogliendo la possibilità di entrare nel sistema liberale, come cittadino, imprenditore, proprietario, raccogliendo anche la modernità dell'epoca, in modo tale da essere davvero contemporaneo al suo secolo, caratterizzato da forti trasformazioni che don Bosco ha saputo captare per sviluppare la sua opera.

La seconda conferenza si è invece incentrata sulla metodologia educativa di don Bosco, con l'intervento di Suor Piera Silvia Ruffinatto, docente straordinario presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione "Auxilium" di Roma, oltre che con le testimonianze di studenti ed ex studenti degli istituti salesiani.

Nella sua vita don Bosco è riuscito a conquistare la fiducia dei giovani, a comprendere il loro talvolta complicato mondo. Ancora oggi entrare in contatto con i salesiani, con le suore della congregazione, significa percepire lo spirito che ha animato l'opera del Santo: non semplicemente voler bene ai giovani, ma volere il loro bene. Nonostante il trascorrere degli anni, l'evoluzione della società e, conseguentemente, della pedagogia, l'impianto educativo salesiano conferma la propria attualità e genialità. Suor Piera Ruffinatto ha illustrato il sistema preventivo ideato proprio da don Bosco, che punta ad invogliare il giovane a farsi responsabile della propria crescita, anziché basarsi sull'autorità dell'educatore e sul timore del castigo.

L'ultimo incontro, arricchito dalla presenza di giovani volontari in missione, ha tracciato la figura di don Bosco nel mondo, attraverso le parole di Suor Anna Maria Geuna, Direttrice dell'Istituto don Bosco di Aosta.
La congregazione salesiana nasce infatti dallo spirito missionario di don Bosco, che alla pastorale strutturata ha preferito la ricerca di quanti sono "lontani e fuori". La svolta missionaria avviene nel 1875 quando la congregazione degli Oratori diventa anche Istituto per le missioni estere e, ancora oggi, in tutto il mondo ci sono suore, sacerdoti e laici che operano in ausilio di popoli che vivono in condizioni disperate, seguendo l'insegnamento di don Bosco.