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Comunicato n° 680 del 17 dicembre 2009
APPROVATO IL DL DI ABROGAZIONE DEI BENI IN ESENZIONE FISCALE
Adunanza del Consiglio regionale
L'Assemblea ha discusso il disegno di legge di abrogazione della norma regionale n. 7/1998 e di altre disposizioni in materia di ripartizione e distribuzione dei contingenti di carburanti e lubrificanti in esenzione fiscale.
Il testo è stato approvato con 24 voti a favore, 5 contrari (VdAV/R) e 4 astensioni (PdL).
Sull'iniziativa hanno relazionato il Capogruppo di Fédération Autonomiste, Leonardo La Torre, per la maggioranza, e il Capogruppo di Vallée d'Aoste Vive/Renouveau, Roberto Louvin, per la minoranza.
Il Consigliere La Torre ha evocato il percorso storico che dal 1949 ha consentito l'immissione in Valle d'Aosta di contingenti di prodotti in esenzione fiscale fino a quanto stabilito dalla direttiva 2003/96/CE, che ha ristrutturato il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici, evidenziando gli sforzi attuati dal Governo regionale ai vari livelli istituzionali per il mantenimento del regime di esenzione delle accise per autotrazione vigente nella regione. "Occorre oggi affermare - ha detto La Torre -, nell'abrogare questa legge, che la Valle d'Aosta con il suo Governo, dopo essersi operata a difesa delle proprie prerogative di autonomia, mantiene intatta la sua identità, diritto costituzionale, con riferimento all'articolo 14 dello Statuto speciale e che certamente sarà necessario far ripartire un confronto politico-amministrativo, per ridefinire il diritto della Valle d'Aosta ad una zona franca di montagna, prendendo spunto dal primo e dal secondo comma dell'articolo 14 per ristabilire un giusto rapporto negoziale con lo Stato italiano nel rispetto dei principi di autonomia. A mio avviso le accise per i carburanti, che dal 1° gennaio 2010 dovranno essere pagate dai Valdostani e che rientreranno attraverso i 9/10 del riparto fiscale, dovranno, per equità e rispetto del principio costituzionale della legge del 1948, essere sottratte al vincolo del patto di stabilità permettendone la totale spendibilità a favore dei valdostani, del territorio e della loro autonomia. Lo Stato italiano dovrà, parallelamente a questa abrogazione, presentare una coerente norma di adeguamento da promuoversi entro gennaio 2010 e rendersi disponibile ad un confronto per ristabilire il corretto rapporto tra Comunità europea, Statuto speciale e il legittimo diritto dei valdostani di gestire la propria autonomia."
Il Consigliere Louvin, nel ricostruire le tappe storiche, partendo dalla genesi "legata alle più ampie rivendicazioni di auto-determinazione del 1944-1945, alla sua iscrizione in proposte contenute nei progetti pre-statutari e alla concessione di un inattuato regime di zona franca", ha sottolineato che "la cessazione della concessione di carburanti in esenzione fiscale avrebbe dovuto seguire una procedura concordata con lo Stato, attraverso specifica norma di attuazione, per fare salva l'esistenza di un perdurante dritto all'attuazione della zona franca sancita dal nostro Statuto speciale. Riteniamo sul punto un grave danno per la Regione non avere perseguito tale obiettivo. Secondariamente, l'assenza di una norma d'attuazione non consente alla Valle il recupero del decimo dell'accisa di competenza statale che sarà pagata dai cittadini valdostani sulle benzine, con una perdita economica per la Valle di oltre tre milioni di euro.
Appare poi evidente che, a fronte di un tema di questa portata, sarebbe stato necessario preparare meglio e per tempo l'opinione pubblica ai cambiamenti in atto e aprire un dibattito politico di ampia portata sulle misure alternative all'esenzione fiscale a cui oggi, di fatto, la Regione rinuncia.
Si è invece a lungo omesso di portare all'attenzione della comunità valdostana l'ineluttabilità di questa trasformazione, coltivando l'illusione di un possibile mantenimento dei benefici in atto.
La concessione di un contributo regionale al riscaldamento votata quindici giorni fa dal Consiglio regionale, pur oggettivamente correlata con la cessazione dei "buoni di benzina", non assume, infatti, lo stesso valore né produce gli stessi effetti della legge che si propone oggi di abrogare.
Quanto agli effetti di carattere ambientale, legati a possibili minori consumi di idrocarburi, essi non sono stati accompagnati da una politica di incentivo a forme di trasporto meno inquinante."
In sede di discussione generale, hanno preso la parola i Consiglieri Zucchi, Donzel, Caveri e per la replica l'Assessore alle attività produttive e il Presidente della Regione.
Il Presidente della I Commissione, Alberto Zucchi (PdL), ha evidenziato che "il trasformare tutto ad una questione di semplice obbligo nell'adottare questo atto è riduttivo. Credo che ci debba essere un'assunzione di responsabilità politica da parte delle forze che hanno governato dal 1949 ad oggi per fare in modo che le cose andassero diversamente. Si doveva per tempo intervenire, attraverso una sinergia di forze, per negoziare con lo Stato l'attuazione di una zona franca. L'impressione è che una volta ottenuto il palliativo delle esenzioni fiscali, non sia mai stata condotta un'azione forte per costringere lo Stato ad applicare l'articolo 14 del nostro Statuto. Forse è una questione di comodo, ma nasce un sospetto: l'attuazione di una zona franca attuerebbe una defiscalizzazione, mentre sappiamo che il nostro bilancio dipende ampiamente dalle imposte che tornano alla Regione e quindi ridurrebbe il nostro forziere.
Serve ora un serio negoziato con lo Stato affinché all'unisono tutte le forze politiche e tutti i livelli istituzionali abbiano una visione comune, fin dal 1° gennaio 2010, per costruire ciò che in 60 anni non è mai stato costruito e cioè la zona franca. Il nostro gruppo porterà il suo convinto sostegno politico a questa proposta."
Per il Consigliere Raimondo Donzel (PD) "prendiamo oggi atto di un grave danno per i nostri concittadini. L'autonomia non è solo etichetta, ma anche sostanza, e dire che abolire i buoni benzina è sbarazzarsi di un privilegio, ci sembra riduttivo. Il buono di benzina attutiva il fatto che nei paesi decentrati ci fossero pochi servizi pubblici: era quindi un beneficio legato alla parte più attiva della popolazione, che non può essere sostituito dal bonus riscaldamento, che invece ha un carattere di tipo assistenziale. Era poi utilizzato con finalità produttive dalle piccole imprese e dagli artigiani valdostani. Che cosa fare per il futuro? Si parla opportunamente di aree dove istituire zone franche di montagna. Varrebbe la pena rivalutare le interessanti proposte di legge sulla montagna depositate alla Camera da più forze politiche, dove si parla di una defiscalizzazione che può guardare a più territori di montagna, coinvolgendo un'intera fascia di comuni montani. Non ci sottrarremo al voto di questo provvedimento perché esistono delle leggi che vanno rispettate, ma sicuramente non lesiniamo le nostre critiche."
Il Consigliere Luciano Caveri (UV) ha sostenuto che "l'articolo 14 che dava vita ad una zona franca integrale era stata una grande idea dei padri fondatori della nostra autonomia, in un momento di grandi difficoltà economiche. Oggi siamo all'epilogo della vicenda sulla norma 'sostitutiva' del 1949, ma bisogna prenderla per la lezione che ci può dare, perché bisognerà chiarire la nostra posizione rispetto alla partecipazione al processo ascendente di costruzione degli atti comunitari, una posizione che è ancora flebile per le Regioni. E' vero che non bisogna mai piangere sul latte versato , ma quel rivolo che rimane deve essere oggetto di riflessione, per migliorare la nostra capacità di fare politica e di dialogare con lo Stato e con l'Unione europea."
L'Assessore alle attività produttive, Ennio Pastoret ha rilevato che "oggi ci troviamo a dover assumere la decisione di recidere con un taglio netto con il nostro passato e al quale non ci possiamo sottrarre. Credo che se una voce positiva debba accompagnarci in questa decisione essa sia quella di prendere questo momento come una tappa che ci dovrà accompagnare a voler costruire prospettive diverse, su basi nuove dello sviluppo, della difesa e del rafforzamento della nostra autonomia. Oggi il tema della zona franca si ripropone e bene ha fatto il Presidente della Regione a sostenere la necessità di rilanciare questo tema. Questa idea va sostenuta con forza così come va sostenuto energicamente il percorso politico che dovrà muoversi per conseguire questo obiettivo. Questo riguarda il nostro futuro. Oggi, però, ci troviamo al momento dell'assunzione di una responsabilità grave e importante e mi riesce difficile il tentativo di smarcarsi, anche se si lascerà a noi, alla maggioranza, il compito gravoso di chiudere questa vicenda. Ci assumeremo la responsabilità di ciò, poiché non c'è alternativa a questo provvedimento, che non è né rinviabile né negoziabile."
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha evidenziato che "nella sostanza sono due i fatti determinanti: da una parte, la discussione è stata fatta a senso unico e non c'è stato contraddittorio con l'Unione europea e quindi oggi c'è la presa d'atto di una situazione obbligata e non scelta, ma che abbiamo portato in Consiglio con chiarezza; dall'altra, il cosa fare della zona franca, sapendo che c'è sì un dettato statutario, ma c'è anche l'UE con disposizioni molto precise e dettagliate. Quindi, il discorso possibile è vedere come e a quali livelli attuare l'articolo 14 dello Statuto. Ci impegniamo a portare avanti tutte le iniziative per sfruttare le potenzialità residue del concetto di zona franca, al fine di intervenire seriamente nell'ambito della defiscalizzazione delle imprese al fine di dare un supporto serio alle attività produttive che intendono investire in un territorio difficile qual è quello di montagna. Il discorso politico è da affrontare in modo serio in un'ottica di ottenere dei risultati."
In sede di dichiarazione di voto sono intervenuti i Capigruppo di VdAV/R, Roberto Louvin, del PdL, Massimo Lattanzi, e di Stella Alpina, Francesco Salzone, oltre che il Vicecapogruppo del PD, Raimondo Donzel.