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Comunicato n° 551 del 26 ottobre 2009
CONSULTA FEMMINILE: APPROVATO DOCUMENTO SU PROPOSTA DI LEGGE DI MODIFICA DEGLI ORGANISMI DI PARITA'
Nel corso della riunione di venerdì 23 ottobre 2009
La Consulta regionale femminile, nel corso della riunione di venerdì 23 ottobre 2009, alla quale hanno partecipato i/le rappresentanti degli organismi in essa rappresentati, ha approvato un documento riguardante la proposta di legge di modifica della Consulta regionale e ha deciso di lanciare una raccolta di firme per sostenere, tra l'altro, l'attuale composizione della Consulta stessa.
"Dopo attento esame del progetto di legge n. 55 - recita il documento approvato -, la Consulta regionale per la condizione femminile, basandosi sull'attività svolta e sull'esperienza maturata in 26 anni, ritiene necessario porre l'attenzione su alcuni punti fondamentali che nella proposta di legge non sono presi in considerazione, e che richiedono quindi delle modifiche alla stessa.
Si sottolinea innanzitutto come la riduzione ad un numero fisso di componenti (9 esperti) azzeri la presenza all'interno della Consulta di molte delle rappresentanti del mondo economico, sociale e culturale, il cui prezioso e qualificato apporto, in termini di differenti esperienze professionali e umane, ha consentito a questa istituzione di funzionare in modo efficiente e proficuo, dando risposte concrete alle diverse esigenze presenti sul territorio, promuovendo iniziative volte alla piena realizzazione delle donne nei più disparati ambiti, e favorendo la crescita della presenza femminile nelle realtà territoriali. Il valore di una rappresentatività così ampia risiede anche e soprattutto nella possibilità di sollecitare e coinvolgere nelle attività e nella realizzazione del programma le donne facenti parte di tutti quegli organismi (associazioni, sindacati, ordini professionali) che si trovano ad operare quotidianamente sul territorio; circostanza, questa, resa possibile dalla capacità delle donne di collaborare per il raggiungimento di obiettivi comuni, a prescindere dagli interessi politici, di categoria o di qualsivoglia natura.
Si ritiene, pertanto, che la Consulta femminile possa e debba continuare ad essere un efficace strumento di democrazia e di collegamento tra mondo istituzionale e società civile valdostana, tra "donne reali" e rappresentanza politica e istituzionale.
Nel progetto di legge non si trovano inoltre legittimazioni a proseguire l'attività per alcuni organismi (in particolare il Centro donne contro la violenza, funzionante in seno alla Consulta da 15 anni); tali organismi sono in grado di rispondere alle esigenze presenti sul territorio e hanno funzionato soprattutto grazie al contributo delle consultrici e delle volontarie, rendendo un prezioso servizio alla collettività, e portando l'attenzione su tematiche di grande delicatezza e importanza."
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"Dopo attento esame del progetto di legge n. 55 - recita il documento approvato -, la Consulta regionale per la condizione femminile, basandosi sull'attività svolta e sull'esperienza maturata in 26 anni, ritiene necessario porre l'attenzione su alcuni punti fondamentali che nella proposta di legge non sono presi in considerazione, e che richiedono quindi delle modifiche alla stessa.
Si sottolinea innanzitutto come la riduzione ad un numero fisso di componenti (9 esperti) azzeri la presenza all'interno della Consulta di molte delle rappresentanti del mondo economico, sociale e culturale, il cui prezioso e qualificato apporto, in termini di differenti esperienze professionali e umane, ha consentito a questa istituzione di funzionare in modo efficiente e proficuo, dando risposte concrete alle diverse esigenze presenti sul territorio, promuovendo iniziative volte alla piena realizzazione delle donne nei più disparati ambiti, e favorendo la crescita della presenza femminile nelle realtà territoriali. Il valore di una rappresentatività così ampia risiede anche e soprattutto nella possibilità di sollecitare e coinvolgere nelle attività e nella realizzazione del programma le donne facenti parte di tutti quegli organismi (associazioni, sindacati, ordini professionali) che si trovano ad operare quotidianamente sul territorio; circostanza, questa, resa possibile dalla capacità delle donne di collaborare per il raggiungimento di obiettivi comuni, a prescindere dagli interessi politici, di categoria o di qualsivoglia natura.
Si ritiene, pertanto, che la Consulta femminile possa e debba continuare ad essere un efficace strumento di democrazia e di collegamento tra mondo istituzionale e società civile valdostana, tra "donne reali" e rappresentanza politica e istituzionale.
Nel progetto di legge non si trovano inoltre legittimazioni a proseguire l'attività per alcuni organismi (in particolare il Centro donne contro la violenza, funzionante in seno alla Consulta da 15 anni); tali organismi sono in grado di rispondere alle esigenze presenti sul territorio e hanno funzionato soprattutto grazie al contributo delle consultrici e delle volontarie, rendendo un prezioso servizio alla collettività, e portando l'attenzione su tematiche di grande delicatezza e importanza."