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Comunicato n° 500 del 7 ottobre 2009

INTERPELLANZA SU STOCCAGGIO MATERIALI INERTI DA SCAVO

Adunanza del Consiglio regionale

Il Consigliere segretario Enrico Tibaldi (PdL) ha illustrato un'interpellanza sulle problematiche relative allo stoccaggio dei materiali inerti da scavo.

Nello specifico, il Consigliere ha voluto conoscere quanti e quali sono i siti di stoccaggio per materiali inerti oggi disponibili in Valle d'Aosta e se non sia opportuno crearne altri; se l'Assessore competente ha attentamente valutato quali complicazioni burocratiche e quali costi sono costretti a sopportare coloro che devono smaltire i rifiuti inerti; quali sono gli intendimenti o propositi per risolvere la situazione ed evitare che possa peggiorare ulteriormente.
"Con la prossima applicazione del Piano casa, è prevedibile un incremento dei cantieri edili e, di conseguenza, anche delle attività di scavo e movimentazione di materiali interti e residui di demolizioni."

Nella risposta, l'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena, ha precisato che "tenuto conto delle diverse tipologie di depositi, è ipotizzabile che ogni cantiere abbia, nel luogo di produzione o esternamente, depositi idonei a soddisfare le esigenze dei singoli lavori. Non sono ad oggi pervenute, invece, richieste di realizzazione di depositi specifici di materiali secondo la tipologia delle aree di stoccaggio di materiale da scavo derivanti da più cantieri o da lavori le cui progettazioni non definiscono in modo puntuale e certo la destinazione al riutilizzo o al recupero dei materiali stessi.
Riguardo alle complicazioni, siamo consapevoli delle difficoltà, ma così come specificato nella recente sentenza della Corte Costituzionale, la Regione non ha facoltà di disciplinare la materia in modo difforme rispetto allo Stato, essendo la materia ambientale fra quelle di competenza esclusiva dello Stato stesso, gli adempimenti a cui sono soggetti i detentori di rifiuti o di materiali inerti sono stabilite dalla legge.      
L'Assessore ha poi detto che sugli intendimenti, "al di là del fatto che non sono pervenute denunce di difficoltà in Assessorato e fermo restando le limitazioni che le normative statali comportano, è importante che vi sia una azione congiunta fra tutti gli attori coinvolti e una presa d'atto delle possibilità che si presentano nel caso di una corretta applicazione delle disposizioni, in particolare di quelle regionali. Ciò comporta, come, peraltro più volte auspicato, una formazione puntuale dei progettisti e delle imprese e un'attenzione particolare dei soggetti titolari dei lavori (in particolare soggetti pubblici) volti a ricercare in via preventiva (e programmata) soluzioni di interazioni fra la necessità di avviare al recupero materiali e la necessità di utilizzare gli stessi.
In tal senso si sono già svolti alcuni incontri con gli enti locali -  Celva e Conseil de la Plaine - in cui si è affrontato il problema al fine di stabilire delle strategie per l'individuazioni di aree idonee.

Il Consigliere segretario Tibaldi ha replicato, affermando che "abbiamo una limitata potestà normativa che possiamo utilizzare, così come abbiamo una discreta capacità amministrativa, che dovrebbe essere esercitata. La risposta fornita non è sufficiente: è paradossale che oggi per avviare un cantiere ci si trovi immersi in una sequela di pratiche. Le aree di stoccaggio sono oggi insufficienti al fabbisogno regionale e il problema permane. Non abbiamo sentito delle risposte convincenti e non vorremmo che l'assenza di comunicazione tra l'Assessorato e la società civile e produttiva sia un segnale di mancata presa in carico della questione."