Info Conseil
Comunicato n° 379 del 15 luglio 2009
INTERPELLANZA SU CRIMINALITA' MAFIOSA IN VALLE D'AOSTA
Adunanza del Consiglio regionale
Il Consigliere Gianni Rigo (PD) ha discusso un'interpellanza relativa agli interventi per contrastare il propagarsi del fenomeno della criminalità organizzata mafiosa nella Regione, trattandosi di "un preciso impegno che deve essere assunto dal Parlamento e da tutte le istituzioni pubbliche, rafforzando la prevenzione e sensibilizzando i cittadini".
Nello specifico, il Consigliere ha voluto conoscere se le recenti indagini hanno portato alla luce l'esistenza di nuovi elementi di valutazione o di nuovi livelli di specializzazione rispetto alle matrici criminali mafiose già segnalate nella risposta alle interrogazioni consiliari nella seduta del 25 febbraio 2009; se si ritiene utile verificare la fattibilità di una concreta cooperazione della Regione, d'intesa con le autorità competenti, per l'attuazione di un progetto di recupero e di riutilizzo sociale di uno dei beni confiscati alla mafia, in particolare un'azienda agricola di una regione vicina, trasferiti ai Comuni e dati in gestione a fondazioni, associazioni, cooperative.
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, nel rispondere all'iniziativa, ha concordato sull'esigenza che le istituzioni assumano un impegno notevole, anche per quanto attiene alla lotta al terrorismo: "si tratta di due lotte particolari, difficili, lunghe, da affrontare con metodo e continuità.
Come già evidenziato in occasione della seduta consiliare del 25 febbraio scorso, confermiamo l'attuale stato di elevata vigilanza e controllo da parte delle Forze dell'Ordine e comunichiamo che nel frattempo non sono emerse novità. Per quanto concerne in particolare le attività di indagine, mi scuso per non poter fornire informazioni, ma queste sono di competenza di altri attori e soggette comunque a riservatezza.
Sappiamo che, secondo le attuali normative vigenti sui beni confiscati alle organizzazioni criminali, lo Stato ha facoltà di attribuire ai Comuni interessati dal fenomeno i beni confiscati, a condizione che siano mirati a progetti di recupero, di reinserimento lavorativo e di valenza sociale. Nessun caso concerne ad oggi la Valle d'Aosta.
Non ci sottraiamo comunque al confronto sul tema affrontato, ma la normativa in oggetto è chiara: la ratio di questa legge demanda la possibilità di intervento alla valutazione individuale di ogni singola realtà territoriale, siano esse Regioni o Comuni, nel pieno della loro autonomia operativa. Riteniamo, pertanto, difficile intraprendere strade diverse da quanto disciplinato dalla normativa nazionale, a pena di interferire con le azioni ed i piani che ogni singola realtà intende attuare."
Nella replica, il Consigliere Gianni Rigo ha detto di cogliere positivamente "la disponibilità espressa in merito ad un'eventuale collaborazione per gestire uno dei tanti beni confiscati alla mafia. Nei prossimi mesi, approfondimenti in materia potrebbero essere effettuati in Commissione consiliare."
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Nello specifico, il Consigliere ha voluto conoscere se le recenti indagini hanno portato alla luce l'esistenza di nuovi elementi di valutazione o di nuovi livelli di specializzazione rispetto alle matrici criminali mafiose già segnalate nella risposta alle interrogazioni consiliari nella seduta del 25 febbraio 2009; se si ritiene utile verificare la fattibilità di una concreta cooperazione della Regione, d'intesa con le autorità competenti, per l'attuazione di un progetto di recupero e di riutilizzo sociale di uno dei beni confiscati alla mafia, in particolare un'azienda agricola di una regione vicina, trasferiti ai Comuni e dati in gestione a fondazioni, associazioni, cooperative.
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, nel rispondere all'iniziativa, ha concordato sull'esigenza che le istituzioni assumano un impegno notevole, anche per quanto attiene alla lotta al terrorismo: "si tratta di due lotte particolari, difficili, lunghe, da affrontare con metodo e continuità.
Come già evidenziato in occasione della seduta consiliare del 25 febbraio scorso, confermiamo l'attuale stato di elevata vigilanza e controllo da parte delle Forze dell'Ordine e comunichiamo che nel frattempo non sono emerse novità. Per quanto concerne in particolare le attività di indagine, mi scuso per non poter fornire informazioni, ma queste sono di competenza di altri attori e soggette comunque a riservatezza.
Sappiamo che, secondo le attuali normative vigenti sui beni confiscati alle organizzazioni criminali, lo Stato ha facoltà di attribuire ai Comuni interessati dal fenomeno i beni confiscati, a condizione che siano mirati a progetti di recupero, di reinserimento lavorativo e di valenza sociale. Nessun caso concerne ad oggi la Valle d'Aosta.
Non ci sottraiamo comunque al confronto sul tema affrontato, ma la normativa in oggetto è chiara: la ratio di questa legge demanda la possibilità di intervento alla valutazione individuale di ogni singola realtà territoriale, siano esse Regioni o Comuni, nel pieno della loro autonomia operativa. Riteniamo, pertanto, difficile intraprendere strade diverse da quanto disciplinato dalla normativa nazionale, a pena di interferire con le azioni ed i piani che ogni singola realtà intende attuare."
Nella replica, il Consigliere Gianni Rigo ha detto di cogliere positivamente "la disponibilità espressa in merito ad un'eventuale collaborazione per gestire uno dei tanti beni confiscati alla mafia. Nei prossimi mesi, approfondimenti in materia potrebbero essere effettuati in Commissione consiliare."