Info Conseil
Comunicato n° 70 del 22 febbraio 2008
INTERVENTI DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE E DEI CAPIGRUPPO REGIONALI
60° ANNIVERSARIO DELLO STATUTO SPECIALE
La celebrazione è proseguita con gli interventi del Presidente della Regione e dei capigruppo consiliari.
Per il Presidente della Regione, Luciano Caveri, "Il momento non è banale. Il regionalismo si sta rafforzando in tutti i paesi europei, anche in quelli che nel tempo aveva accumulato delle abitudini fortemente centraliste. In questo siamo stati dei precursori."
Ha poi proseguito affermando che "Anche se forte la nostra autonomia non è un diritto acquisito e guardiamo allo scenario nazionale con preoccupazione e sospetto."
Ha quindi ribadito "la necessità che nell'articolo 116 della Costituzione venga inserito il concetto dell'intesa preventiva per qualsiasi modifica agli Statuti speciali."
"Oggi è l'occasione per discutere di noi stessi, delle nostre istituzioni.
La riforma amministrativa dovrà incidere ancora in maniera più profonda sul nostro tessuto."
Ha poi proseguito dicendo che "Il ruolo del Consiglio Valle deve essere quello di legislatore. La comunità deve credere in sé stessa. Deve sapere cogliere i cambiamenti che sono in corso, sia nella società che nel campo delle nuove tecnologie. Bisogna approfittare delle occasioni ufficiali per riflettere sullo stato della nostra autonomia, ma anche sul popolo valdostano. Le istituzioni devono fare riferimento ai bisogni e alle aspettative della gente."
Piero Ferraris (Per il Partito Democratico):
"La Convenzione ha affrontato il tema della riscrittura dello Statuto. Un nuovo Statuto di Autonomia deve essere breve ed essenziale rivolto a definire i rapporti tra Stato e Regione. Uno Statuto che deve essere leggero non "onnicomprensivo" che demandi a successivi atti la disciplina dell'organizzazione regionale, come hanno sostenuto i Professori Bin e Onida nel corso delle audizioni tenute in senso alla Convenzione. Uno Statuto non inteso come "Piccola Costituzione" , ma la Carta su cui si fonda la sua Autonomia. Il rafforzamento della capacità di autogoverno assicura una maggiore opportunità di sviluppo e competitività della Regione e con essi la possibilità di garantire elevati standards di benessere ai valdostani e una equa distribuzione delle risorse."
Giovanni Sandri (Partito Democratico):
"In questo sessantesimo anniversario è necessario difendere con convinzione il nostro Statuto Speciale, nato dal martirio di tanti valdostani, primo fra tutti Emile Chanoux, lo Statuto che in tanti anni ci ha difeso da innumerevoli attacchi e che contiene ancora potenzialità inespresse, come la zona franca e i giudici di pace, norme che dovremo nel più breve tempo possibile attuare per rafforzare la nostra autonomia, e le nostre capacità di autogoverno, e per dare nuovo sviluppo alla nostra economia.
Bisognerà inoltre ottenere senza indugio tutte le prerogative, come in tema di ferrovie che le regioni a statuto ordinario hanno ottenuto grazie alla riforma federale della Repubblica italiana del 2001, attraverso opportune norme di attuazione. C'è molto ancora da fare con lo Statuto speciale vigente e il fallimento, nelle ultime tre legislature regionali, di tre differenti iniziative per la sua revisione, sono la testimonianza della validità del testo vigente e dell'importanza di svilupparne le potenzialità ancora inespresse."
Claudio Lavoyer (Fédération Autonomiste):
« Oggi festeggiamo un nuovo significativo compleanno.
Sessant'anni….Un'età veneranda, quella del nostro Statuto.
Molti lo attaccano. Attaccano le autonomie speciali, le ritengono estemporanee, vecchie e obsolete, prive di ragioni e fonti di privilegi. Molti vorrebbero cancellarci per la legge dei numeri. Guardiamo con apprensione a queste affermazioni. Non trascuriamole. Sono ideologiche, è vero, ma non per questo sono meno pericolose.
Sono affermazioni dettate dall'invidia, dall'incapacità di aver saputo ottenere ciò che i Valdostani hanno ottenuto, con il sacrificio e l'impegno: la sola vera ricchezza per una comunità. L'Autonomia.
Strumento di democrazia, di partecipazione, di sviluppo. La nostra Autonomia è matura.
Lo Statuto è da ritoccare nella forma, ma è assolutamente vivo e vitale. E' assolutamente attuale, nella sostanza e nello spirito.
Lo Statuto è da integrare, da perfezionare, da rafforzare."
Dina Squarzino (Arcobaleno Vallée d'Aoste):
"Crediamo che questi 60 anni dall'attuazione dello Statuto hanno dimostrato come la via statutaria alle rivendicazioni di autonomia della Valle, voluta fortemente da Federico Chabod, si sia rivelata la più produttiva. L'ampia autonomia amministrativa riconosciuta dallo Statuto ha dato i suoi frutti.
In questi anni la Valle ha fatto un balzo enorme in tutti i settori.
Grazie ad un riparto fiscale favorevole (se anche non ancora costituzionalizzato all'interno di norme di attuazione del federalismo fiscale), la Valle è diventata una delle regioni più ricche d'Europa (anche se non priva di situazioni di povertà e di emarginazione). Lo Statuto si è dimostrato uno strumento che noi riteniamo valido ancora oggi, perché contiene principi che possono essere interpretati alla luce di sempre nuove esigenze. Chiaramente molto rimane da fare, ma questo dipende dalla nostra capacità progettuale. La stessa cosa può dirsi del sistema delle autonomie locali, il cui disegno complessivo è stato delineato, ma che abbisogna di ritocchi o ancora della macchina amministrativa regionale che si è andata via via ampliando per successivi aggiustamenti, ma che avrebbe bisogno oggi di una ristrutturazione profonda per renderla atta al servizio dei cittadini e non una brutta copia della burocrazia nazionale."
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Per il Presidente della Regione, Luciano Caveri, "Il momento non è banale. Il regionalismo si sta rafforzando in tutti i paesi europei, anche in quelli che nel tempo aveva accumulato delle abitudini fortemente centraliste. In questo siamo stati dei precursori."
Ha poi proseguito affermando che "Anche se forte la nostra autonomia non è un diritto acquisito e guardiamo allo scenario nazionale con preoccupazione e sospetto."
Ha quindi ribadito "la necessità che nell'articolo 116 della Costituzione venga inserito il concetto dell'intesa preventiva per qualsiasi modifica agli Statuti speciali."
"Oggi è l'occasione per discutere di noi stessi, delle nostre istituzioni.
La riforma amministrativa dovrà incidere ancora in maniera più profonda sul nostro tessuto."
Ha poi proseguito dicendo che "Il ruolo del Consiglio Valle deve essere quello di legislatore. La comunità deve credere in sé stessa. Deve sapere cogliere i cambiamenti che sono in corso, sia nella società che nel campo delle nuove tecnologie. Bisogna approfittare delle occasioni ufficiali per riflettere sullo stato della nostra autonomia, ma anche sul popolo valdostano. Le istituzioni devono fare riferimento ai bisogni e alle aspettative della gente."
Piero Ferraris (Per il Partito Democratico):
"La Convenzione ha affrontato il tema della riscrittura dello Statuto. Un nuovo Statuto di Autonomia deve essere breve ed essenziale rivolto a definire i rapporti tra Stato e Regione. Uno Statuto che deve essere leggero non "onnicomprensivo" che demandi a successivi atti la disciplina dell'organizzazione regionale, come hanno sostenuto i Professori Bin e Onida nel corso delle audizioni tenute in senso alla Convenzione. Uno Statuto non inteso come "Piccola Costituzione" , ma la Carta su cui si fonda la sua Autonomia. Il rafforzamento della capacità di autogoverno assicura una maggiore opportunità di sviluppo e competitività della Regione e con essi la possibilità di garantire elevati standards di benessere ai valdostani e una equa distribuzione delle risorse."
Giovanni Sandri (Partito Democratico):
"In questo sessantesimo anniversario è necessario difendere con convinzione il nostro Statuto Speciale, nato dal martirio di tanti valdostani, primo fra tutti Emile Chanoux, lo Statuto che in tanti anni ci ha difeso da innumerevoli attacchi e che contiene ancora potenzialità inespresse, come la zona franca e i giudici di pace, norme che dovremo nel più breve tempo possibile attuare per rafforzare la nostra autonomia, e le nostre capacità di autogoverno, e per dare nuovo sviluppo alla nostra economia.
Bisognerà inoltre ottenere senza indugio tutte le prerogative, come in tema di ferrovie che le regioni a statuto ordinario hanno ottenuto grazie alla riforma federale della Repubblica italiana del 2001, attraverso opportune norme di attuazione. C'è molto ancora da fare con lo Statuto speciale vigente e il fallimento, nelle ultime tre legislature regionali, di tre differenti iniziative per la sua revisione, sono la testimonianza della validità del testo vigente e dell'importanza di svilupparne le potenzialità ancora inespresse."
Claudio Lavoyer (Fédération Autonomiste):
« Oggi festeggiamo un nuovo significativo compleanno.
Sessant'anni….Un'età veneranda, quella del nostro Statuto.
Molti lo attaccano. Attaccano le autonomie speciali, le ritengono estemporanee, vecchie e obsolete, prive di ragioni e fonti di privilegi. Molti vorrebbero cancellarci per la legge dei numeri. Guardiamo con apprensione a queste affermazioni. Non trascuriamole. Sono ideologiche, è vero, ma non per questo sono meno pericolose.
Sono affermazioni dettate dall'invidia, dall'incapacità di aver saputo ottenere ciò che i Valdostani hanno ottenuto, con il sacrificio e l'impegno: la sola vera ricchezza per una comunità. L'Autonomia.
Strumento di democrazia, di partecipazione, di sviluppo. La nostra Autonomia è matura.
Lo Statuto è da ritoccare nella forma, ma è assolutamente vivo e vitale. E' assolutamente attuale, nella sostanza e nello spirito.
Lo Statuto è da integrare, da perfezionare, da rafforzare."
Dina Squarzino (Arcobaleno Vallée d'Aoste):
"Crediamo che questi 60 anni dall'attuazione dello Statuto hanno dimostrato come la via statutaria alle rivendicazioni di autonomia della Valle, voluta fortemente da Federico Chabod, si sia rivelata la più produttiva. L'ampia autonomia amministrativa riconosciuta dallo Statuto ha dato i suoi frutti.
In questi anni la Valle ha fatto un balzo enorme in tutti i settori.
Grazie ad un riparto fiscale favorevole (se anche non ancora costituzionalizzato all'interno di norme di attuazione del federalismo fiscale), la Valle è diventata una delle regioni più ricche d'Europa (anche se non priva di situazioni di povertà e di emarginazione). Lo Statuto si è dimostrato uno strumento che noi riteniamo valido ancora oggi, perché contiene principi che possono essere interpretati alla luce di sempre nuove esigenze. Chiaramente molto rimane da fare, ma questo dipende dalla nostra capacità progettuale. La stessa cosa può dirsi del sistema delle autonomie locali, il cui disegno complessivo è stato delineato, ma che abbisogna di ritocchi o ancora della macchina amministrativa regionale che si è andata via via ampliando per successivi aggiustamenti, ma che avrebbe bisogno oggi di una ristrutturazione profonda per renderla atta al servizio dei cittadini e non una brutta copia della burocrazia nazionale."