Info Conseil
Comunicato n° 327 del 7 novembre 2007
DISCUSSIONE SULLA MOZIONE SU INCARICHI DI CONSULENZA
Adunanza del Consiglio regionale
I lavori si sono aperti, dopo le comunicazioni dei Presidenti del Consiglio e della Regione, con la discussione sulla mozione dell'Arcobaleno Vallée d'Aoste relativa all'indicazione del grado di parentela con componenti l'esecutivo di persone destinatarie di incarichi di consulenza da parte dell'Amministrazione.
Nella presentazione dell'iniziativa, la Consigliera Dina Squarzino ha sottolineato che "riproponiamo il tema sugli incarichi di consulenza anche se sappiamo che il sistema di clientelismo imperante in Valle d'Aosta non cambierà. Vogliamo solo che si espliciti nelle delibera, in caso di incarichi, se la persona è un parente di un membro della Giunta. Con la mozione intendiamo impegnare il Presidente della Giunta a far evidenziare, nel testo della Delibera, l'indicazione di eventuale grado di parentela, nel caso in cui la persona cui viene affidato un incarico di consulenza, di collaborazione temporanea o che viene nominata all'interno di un Consiglio di Amministrazione, risulti parente o affine entro il secondo grado di un membro della Giunta."
Il Presidente della Regione, Luciano Caveri, nella risposta, ha evidenziato che "Fin dal dicembre 2003 le determinazioni di cui trattasi recavano all'articolo 5 l'obbligo per i componenti della Giunta di "astenersi dal partecipare alla seduta durante la discussione e la votazione di proposte che riguardano interessi propri ovvero del coniuge, di parenti sino al quarto grado, ovvero di affini sino al secondo: a tale scopo i componenti sono tenuti ad allontanarsi dalla sala di riunione prima dell'inizio della discussione della proposta e vi sono riammessi unicamente a votazione effettuata.". Tale disposizione è tuttora vigente e non è mai stata modificata. Non si tratta quindi di una "buona prassi", come esposto dai firmatari della mozione, ma di vero e proprio obbligo che la Giunta si è imposta ed ha finora sempre rispettato. è forse opportuno precisare che l'attività amministrativa è retta, tra gli altri, dal principio di legalità: l'azione amministrativa deve svolgersi nell'alveo della previsione normativa e non può farsi quindi al di fuori di quanto le norme dispongono."
Per Giovanni Sandri (Gauche Valdôtaine-DS) il "problema che non può essere liquidato con la dichiarazione un po' asettica del Presidente. Su questo tema ci vorrebbe ben altra sensibilità di quella dimostrata. Non è un problema soltanto della Giunta, ma è il sistema generale degli incarichi che deve essere modificato radicalmente. Dalla risposta abbiamo capito che il messaggio non è stato ricevuto. La risposta la daranno i valdostani alle prossime elezioni."
Nella replica, la Consigliera Dina Squarzino ha detto che "Dietro il problema amministrativo ne esiste uno politico ben chiaro. Perché non dire chiaramente a chi viene affidato l'incarico. Avete paura? Se una persona è valida non c'è alcun timore a farlo sapere. Rifiutare questa mozione significa dire alla popolazione che rispetto al tema non c'è apertura e che non c'è l'intenzione di renderne conto a nessuno."
IL capogruppo della Casa delle Libertà, Dario Frassy,ha quindi sottolineato che "sul nepotismo siamo stati sempre critici. La mozione presentata prospetta un metodo che noi respingiamo perché non si può dare trasparenza a un sistema che è clientelare. La nostra astensione sulla mozione è dunque dovuta alla perplessità su un documento che di fatto è l'accettazione di certi metodi. Noi non ci stiamo."
Per il capogruppo della Stella Alpina Marco Viérin ""siamo per una trasparenza totale sulle decisioni assunte dalla politica. La mozione in alcuni passaggi può essere condivisibile, però non può essere posta in questo modo. Non si possono avere due pesi e due misure."
Nell'intervenire al dibattito, il Presidente della Regione si è assunto l'impegno, sin dalle prossime Giunte, di precisare, nella parte preliminare delle delibere, che quando un Assessore si assenta è perché l'incarico comporta legami di parentela.
Con questo impegnativa, la mozione è stata ritirata.
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Nella presentazione dell'iniziativa, la Consigliera Dina Squarzino ha sottolineato che "riproponiamo il tema sugli incarichi di consulenza anche se sappiamo che il sistema di clientelismo imperante in Valle d'Aosta non cambierà. Vogliamo solo che si espliciti nelle delibera, in caso di incarichi, se la persona è un parente di un membro della Giunta. Con la mozione intendiamo impegnare il Presidente della Giunta a far evidenziare, nel testo della Delibera, l'indicazione di eventuale grado di parentela, nel caso in cui la persona cui viene affidato un incarico di consulenza, di collaborazione temporanea o che viene nominata all'interno di un Consiglio di Amministrazione, risulti parente o affine entro il secondo grado di un membro della Giunta."
Il Presidente della Regione, Luciano Caveri, nella risposta, ha evidenziato che "Fin dal dicembre 2003 le determinazioni di cui trattasi recavano all'articolo 5 l'obbligo per i componenti della Giunta di "astenersi dal partecipare alla seduta durante la discussione e la votazione di proposte che riguardano interessi propri ovvero del coniuge, di parenti sino al quarto grado, ovvero di affini sino al secondo: a tale scopo i componenti sono tenuti ad allontanarsi dalla sala di riunione prima dell'inizio della discussione della proposta e vi sono riammessi unicamente a votazione effettuata.". Tale disposizione è tuttora vigente e non è mai stata modificata. Non si tratta quindi di una "buona prassi", come esposto dai firmatari della mozione, ma di vero e proprio obbligo che la Giunta si è imposta ed ha finora sempre rispettato. è forse opportuno precisare che l'attività amministrativa è retta, tra gli altri, dal principio di legalità: l'azione amministrativa deve svolgersi nell'alveo della previsione normativa e non può farsi quindi al di fuori di quanto le norme dispongono."
Per Giovanni Sandri (Gauche Valdôtaine-DS) il "problema che non può essere liquidato con la dichiarazione un po' asettica del Presidente. Su questo tema ci vorrebbe ben altra sensibilità di quella dimostrata. Non è un problema soltanto della Giunta, ma è il sistema generale degli incarichi che deve essere modificato radicalmente. Dalla risposta abbiamo capito che il messaggio non è stato ricevuto. La risposta la daranno i valdostani alle prossime elezioni."
Nella replica, la Consigliera Dina Squarzino ha detto che "Dietro il problema amministrativo ne esiste uno politico ben chiaro. Perché non dire chiaramente a chi viene affidato l'incarico. Avete paura? Se una persona è valida non c'è alcun timore a farlo sapere. Rifiutare questa mozione significa dire alla popolazione che rispetto al tema non c'è apertura e che non c'è l'intenzione di renderne conto a nessuno."
IL capogruppo della Casa delle Libertà, Dario Frassy,ha quindi sottolineato che "sul nepotismo siamo stati sempre critici. La mozione presentata prospetta un metodo che noi respingiamo perché non si può dare trasparenza a un sistema che è clientelare. La nostra astensione sulla mozione è dunque dovuta alla perplessità su un documento che di fatto è l'accettazione di certi metodi. Noi non ci stiamo."
Per il capogruppo della Stella Alpina Marco Viérin ""siamo per una trasparenza totale sulle decisioni assunte dalla politica. La mozione in alcuni passaggi può essere condivisibile, però non può essere posta in questo modo. Non si possono avere due pesi e due misure."
Nell'intervenire al dibattito, il Presidente della Regione si è assunto l'impegno, sin dalle prossime Giunte, di precisare, nella parte preliminare delle delibere, che quando un Assessore si assenta è perché l'incarico comporta legami di parentela.
Con questo impegnativa, la mozione è stata ritirata.