Info Conseil
Comunicato n° 223 dell'11 luglio 2007
INTERPELLANZE SU STRUTTURA SANITARIA RIABILITATIVA
Il Consiglio ha approvato all'unanimità la bozza di Convenzione tra l'Assemblea regionale e i Comuni di Issime e Valsavarenche per l'Ufficio del Difensore civico.
Per le interpellanze, l'autorizzazione rilasciata all'Istituto Sanitario Valdostana-ISAV di Saint-Christophe per la realizzazione di una struttura sanitaria di riabilitazione ospedaliera a Saint-Pierre, è stata oggetto di due interrogazioni, dei Consiglieri Sandri e Dina Squarzino, e di una interpellanza del Consigliere Frassy.
Il Consigliere Dario Frassy, nel presentare l'iniziativa, ha detto che "La posizione del nostro gruppo è chiara: non censuriamo lo spazio che in questo caso viene dato al privato, ma notiamo con stupore e preoccupazione che l'insediamento sanitario in questione prevede la partecipazione del capitale pubblico con la presenza di Finaosta."
L'Assessore alla sanità, Antonio Fosson, nel rispondere alle iniziative, ha affermato che "la nostra esigenza era di dare a questa operazione la massima trasparenza. Il punto di partenza è un bisogno non soddisfatto in Valle: la riabilitazione, infatti, viene fatta fuori da privati. La decisione è maturata anche a seguito di uno studio che individuava il fabbisogno in circa 80 posti per la riabilitazione. C'è la partecipazione di Finaosta perché il particolare rischio di impresa ha portato al privato a richiedere una quota da parte del pubblico."
"Non potevamo affrontare da soli il problema delle strutture riabilitative perché davvero onerose: piuttosto che portare fuori valle i valdostani è meglio accordarsi con un privato. Ritengo che questa sia una grande occasione di lavoro per la nostra regione e un'opportunità importante che chiude un fabbisogno che avevamo. Per il personale, non siamo sguarniti perché ad esempio c'è una buona disponibilità di giovani fisioterapisti e di altri operatori."
Nel dibattito è intervenuto poi l'Assessore alle Partecipazioni regionali, Aurelio Marguerettaz, che ha sottolineato che "è un'operazione che viene fatta in gestione ordinaria da parte di Finaosta e quindi non è prevista alcuna autorizzazione da dare a Finaosta perché è il Consiglio di amministrazione che analizza le istanze e decide di conseguenza. Non ci sono motivazioni politiche."
E poi ha aggiunto che "Esistono dei patti parasociali che disciplinano i rapporti tra Finaosta e gli organi societari."
"La realizzazione della struttura non comporta l'erogazione di contributi regionali obbligatori. C'è una proposta da parte della finanziaria regionale di un mutuo di 1,2 milioni da offrire alle condizioni attuali di mercato."
La Consigliera Dina Squarzino ha espresso la propria insoddisfazione perché "in realtà c'è qualcosa che non funziona nella questione. Tutto si basa sul fatto che la Regione ha stabilito che il proprio fabbisogno per la riabilitazione è di 120 posti letto: 40 sono già presenti ad Antey-Saint-André, mentre 80 erano già previsti al Beaureguard secondo il Piano sanitario. Ora gli 80 posti vengono destinati alla nuova struttura di Saint-Pierre, a seguito della domanda dell'ISAV. In base a quali motivazioni si è autorizzata l'istanza dell'ISAV? Soltanto quando ha avuto la certezza dei 30 posti a copertura pubblica."
Per Sandri "su questa questione si è aperta una grande falla nel sistema sanitario valdostano. Questa è l'apertura del discorso della commistione tra politica, interessi e sanità. La verità è che dietro a questa operazione c'è il grande vecchio della politica valdostana che ha un nome e un cognome. Nei prossimi anni, in attesa della struttura, cosa farà la sanità valdostana? L'importante è mandare avanti progetti per cui l'Assessore è stato messo su quella poltrona."
Nella replica Frassy ha sottolineato che "La parte finanziaria non ci soddisfa e non ci convince. La gestione ordinaria della Finaosta non è convincente perché la finanziaria regionale non si muove se non ci sono direttive politiche. Il punto debole dell'operazione è ancora una volta Finaosta perché entra nel capitale sociale di quella che dovrebbe essere l'apertura al privato."
"La chiave di lettura forse è un'altra: Finaosta è lì in quanto è il costo politico di questa operazione che è da 15 anni in attesa di essere realizzata. Qui c'è l'ennesimo controllo della politica in una iniziativa privata."
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Per le interpellanze, l'autorizzazione rilasciata all'Istituto Sanitario Valdostana-ISAV di Saint-Christophe per la realizzazione di una struttura sanitaria di riabilitazione ospedaliera a Saint-Pierre, è stata oggetto di due interrogazioni, dei Consiglieri Sandri e Dina Squarzino, e di una interpellanza del Consigliere Frassy.
Il Consigliere Dario Frassy, nel presentare l'iniziativa, ha detto che "La posizione del nostro gruppo è chiara: non censuriamo lo spazio che in questo caso viene dato al privato, ma notiamo con stupore e preoccupazione che l'insediamento sanitario in questione prevede la partecipazione del capitale pubblico con la presenza di Finaosta."
L'Assessore alla sanità, Antonio Fosson, nel rispondere alle iniziative, ha affermato che "la nostra esigenza era di dare a questa operazione la massima trasparenza. Il punto di partenza è un bisogno non soddisfatto in Valle: la riabilitazione, infatti, viene fatta fuori da privati. La decisione è maturata anche a seguito di uno studio che individuava il fabbisogno in circa 80 posti per la riabilitazione. C'è la partecipazione di Finaosta perché il particolare rischio di impresa ha portato al privato a richiedere una quota da parte del pubblico."
"Non potevamo affrontare da soli il problema delle strutture riabilitative perché davvero onerose: piuttosto che portare fuori valle i valdostani è meglio accordarsi con un privato. Ritengo che questa sia una grande occasione di lavoro per la nostra regione e un'opportunità importante che chiude un fabbisogno che avevamo. Per il personale, non siamo sguarniti perché ad esempio c'è una buona disponibilità di giovani fisioterapisti e di altri operatori."
Nel dibattito è intervenuto poi l'Assessore alle Partecipazioni regionali, Aurelio Marguerettaz, che ha sottolineato che "è un'operazione che viene fatta in gestione ordinaria da parte di Finaosta e quindi non è prevista alcuna autorizzazione da dare a Finaosta perché è il Consiglio di amministrazione che analizza le istanze e decide di conseguenza. Non ci sono motivazioni politiche."
E poi ha aggiunto che "Esistono dei patti parasociali che disciplinano i rapporti tra Finaosta e gli organi societari."
"La realizzazione della struttura non comporta l'erogazione di contributi regionali obbligatori. C'è una proposta da parte della finanziaria regionale di un mutuo di 1,2 milioni da offrire alle condizioni attuali di mercato."
La Consigliera Dina Squarzino ha espresso la propria insoddisfazione perché "in realtà c'è qualcosa che non funziona nella questione. Tutto si basa sul fatto che la Regione ha stabilito che il proprio fabbisogno per la riabilitazione è di 120 posti letto: 40 sono già presenti ad Antey-Saint-André, mentre 80 erano già previsti al Beaureguard secondo il Piano sanitario. Ora gli 80 posti vengono destinati alla nuova struttura di Saint-Pierre, a seguito della domanda dell'ISAV. In base a quali motivazioni si è autorizzata l'istanza dell'ISAV? Soltanto quando ha avuto la certezza dei 30 posti a copertura pubblica."
Per Sandri "su questa questione si è aperta una grande falla nel sistema sanitario valdostano. Questa è l'apertura del discorso della commistione tra politica, interessi e sanità. La verità è che dietro a questa operazione c'è il grande vecchio della politica valdostana che ha un nome e un cognome. Nei prossimi anni, in attesa della struttura, cosa farà la sanità valdostana? L'importante è mandare avanti progetti per cui l'Assessore è stato messo su quella poltrona."
Nella replica Frassy ha sottolineato che "La parte finanziaria non ci soddisfa e non ci convince. La gestione ordinaria della Finaosta non è convincente perché la finanziaria regionale non si muove se non ci sono direttive politiche. Il punto debole dell'operazione è ancora una volta Finaosta perché entra nel capitale sociale di quella che dovrebbe essere l'apertura al privato."
"La chiave di lettura forse è un'altra: Finaosta è lì in quanto è il costo politico di questa operazione che è da 15 anni in attesa di essere realizzata. Qui c'è l'ennesimo controllo della politica in una iniziativa privata."