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Comunicato n° 158 del 9 maggio 2007

INTERPELLANZA SULL'AREA COGNE DI AOSTA


Il Consigliere Dario Frassy (La Casa delle Libertà) ha presentato un'interpellanza in merito alla revisione dell'accordo di programma del 1997 con l'Amministrazione comunale di Aosta per l'area Cogne.

Per Frassy "con questa iniziativa vorremmo sapere quali sono le prospettive del piano di riconversione dell'area e quali sono i motivi per i quali non viene affrontata un'organica revisione dell'accordo di programma del 1997. Considerato quello che non è stato portato a termine, è il caso di dire che il Comune di Aosta è peggio del Governo Prodi. Non è ammissibile che la Valle d'Aosta investa dei soldi in un'area per degli insediamenti che non sono utilizzati."

L'Assessore alle Attività produttive, Leonardo La Torre, dopo aver elencato la serie di interventi presenti all'interno del l'Accordo di Programma del 1997 di pertinenza della Regione, ha affermato che  "Per quello che riguarda gli impegni a nostro carico, sono stati quasi tutti mantenuti, mentre il Comune rimane inadempiente per alcuni di essi. L'accordo di programma si può considerare concluso e anzi si può prevedere la predisposizione di un nuovo accordo. Stiamo già lavorando con il Comune di Aosta o su una modifica o su un nuovo accordo di programma."
"Abbiamo un'idea precisa su quello che vogliamo fare per la città di Aosta. L'area industriale ha in qualche modo dato delle risposte. Però dobbiamo dire che tipo di strutture e insediamenti vogliamo. Presenteremo a breve un nuovo accordo con la CAS e avremo modo di discuterlo."

Nella replica Frassy ha detto che "Va bene discutere, ma prima o poi bisogna chiudere la discussione. Sono passati ormai troppi anni da quell'accordo di programma. Confermare che il Comune è inadempiente è un'affermazione non da poco."
"Vorremmo poi capire quanto costerà il nuovo accordo" ha quindi proseguito, precisando che "gli accordi però non bisogna solo scriverli, ma anche attuarli."
"Oggi abbiamo occupato un milione di metri quadri per eliminare dei vecchi capannoni per poi costruirne altri nuovi dove però non c'è nessuno. In dieci anni si è costruito senza sapere cosa metterci dentro. Prendiamo esempio dal Lingotto di Torino. L'unico elemento positivo di questa discussione è un dato politico e cioè che la maggioranza del Comune di Aosta non è in grado di dare risposte alla città."