Info Conseil
Comunicato n° 136 del 18 aprile 2007
DISCUSSIONE SULLA PROPOSTA DI LEGGE SULLE CAUSE DI INELEGGIBILITA' E INCOMPATIBILITA'
Il Consiglio regionale, così come previsto dalla Conferenza dei capigruppo, ha aperto i lavori della seduta antimeridiana di oggi, mercoledì 18 aprile, con la discussione sulla proposta di legge che disciplina le cause di ineleggibilità e di incompatibilità con la carica di consigliere regionale, presentata dai Consiglieri Frassy, Cesal, Lavoyer, Marco Viérin, Ferraris, Ottoz, Sandri e Vicquéry.
Ha preso quindi la parola il Consigliere Giovanni Sandri (Gauche Valdôtaine-DS) per il quale "i progetti di legge sono stati politicamente approfonditi, mentre sul 166 così non è stato. Ho presentato parecchi emendamenti alla proposta perché sono emerse in questi giorni parecchie storture. Il testo della provincia di Bolzano, ad esempio, è molto più leggero in questo senso. Occorre prevedere una maggiore riflessione su tutto il sistema Valle d'Aosta. Bisogna fare una legge che sia inattaccabile dal punto di vista della costituzionalità. Per fare un prodotto, quindi, che sia corretto, chiedo che il testo venga riportato in Commissione per una discussione ampia."
Il Consigliere Claudio Lavoyer (Fédération Autonomiste) ha invece affermato di essere "nettamente contrari alla richiesta di rinvio. Questa legge fa parte di un pacchetto di normative lungamente discusse."
Per la Consigliera Dina Squarzino (Arcobaleno Vallée d'Aoste) "il nostro gruppo non è stato chiamato a discutere questo testo sulla ineleggibilità. Per noi, quindi, ogni approfondimento può essere utile."
Il Consiglio ha poi respinto la proposta con 27 voti contrari e 6 favorevoli (Arcobaleno Vallée d'Aoste e i Consiglieri Sandri e Fontana e il Presidente del Consiglio Perron).
Il Consigliere Frassy (La Casa delle Libertà) ha successivamente relazionato l'aula sulla proposta di legge.
"L'esperienza dimostra che la politica ha bisogno di rigenerarsi, modificando i suoi meccanismi ogni qualvolta gli stessi evidenziano di non rispondere più alla realtà. La proposta in oggetto affronta la delicata e complessa materia, adeguandola all'evoluzione della società e dell'amministrazione pubblica nei limiti dei principi fondamentali dell'ordinamento della Repubblica. Non va sottaciuto che in una regione di dimensioni contenute e con una massiccia presenza pubblica anche nel tessuto economico, la tutela dei principi di "par condicio" tra i candidati e di eliminazione dei potenziali conflitti di interesse con la funzioni pubbliche va tutelata con maggior rigore."
"Il passo più qualificante è stato individuare tra le cause di ineleggibilità quei ruoli di carattere politico all'interno della galassia dell'amministrazione regionale che sono le società partecipate e tutto quanto ne discende."
Nel dibattito è quindi intervenuta la Consigliera Dina Squarzino.
"Non abbiamo partecipato al dibattito in Commissione perché non chiamati. Si danno regole nuove per le elezioni del Consiglio, ma non si coinvolge la società civile perché non c'è tempo. Questo solo perché oggi scadono i termini per il parere sulle proposte referendarie. È stato un metodo di lavoro scorretto nei confronti dei Consiglieri, senza contare che riforme così importanti vengono inserite nell'ordine del giorno suppletivo. Crediamo che in alcuni casi si sia agito con troppa rigidità e mi riferisco al complesso di norme che intendono escludere coloro che rappresentano la cultura in Valle. Lo stesso discorso però non vale per i consiglieri di amministrazione di società partecipate."
Il Consigliere Massimo Lattanzi (La Casa delle Libertà) ha affermato che "non c'è imbarazzo nel votare questa legge perché porta a cambiamenti necessari. Questa legge non è pro o contro qualcuno, ma cerca di normare una disciplina per evitare che qualcuno possa condizionare le elezioni. Se poi qualcuno vuole partecipare a migliorarla va bene, l'importante è approvarla con il più largo consenso. Da parte nostra non c'è alcuna volontà di personalizzare la legge."
Per il Consigliere Eddy Ottoz (Union Valdôtaine) "al di là del gioco delle parti, bisogna tenere conto degli elementi migliorativi della legge. La materia elettorale nel suo insieme è stata affrontata da mesi e con approfondimenti. Ognuno di noi vorrebbe modificare alcuni passaggi delle leggi che oggi stiamo discutendo, però sono il frutto di un accordo che si è trovato tra le diverse forze politiche. È la migliore mediazione che si potesse ottenere."
Il capogruppo della Gauche Valdôtaine-DS, Giovanni Sandri, ha precisato che "La proposta di legge in discussione è stata affrontata con troppa fretta, considerata la complessità del problema. Il testo comporta una serie di riflessioni che avrebbero potuto essere fatte rinviandolo in Commissione. La classe politica attuale si sta rendendo conto di aver costruito un mostro che è il sistema tra politica ed economia. Quel potere economico che abbiamo favorito e costruito, oggi ha una posizione tale che potrebbe mettere in discussione la politica stessa. E allora ci si chiude a riccio. O siamo coerenti con quello che abbiamo fatto, o andiamo a riformare tutto il sistema valdostano. Normare solo per sistemare i problemi interni dei partiti è una vergogna."
Il capogruppo della Stella Alpina, Marco Viérin, ha detto che "Questa è una proposta aperta a qualsiasi confronto, e non chiusa. Il tempo per fare le riflessioni c'è stato. Ognuno ha rinunciato a qualcosa. Bisogna perseguire certi obiettivi ed è giunta l'ora di collaborare tra le forze politiche senza giochi al massacro. Questa proposta è uno dei piedistalli della riforma elettorale. Come gruppo abbiamo privilegiato il dialogo e il confronto. La politica non vuole autodifendersi. L'istituto del referendum è importantissimo, ma facciamo attenzione all'uso che se ne vuole fare, altrimenti la gente non lo utilizzerà più."
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Ha preso quindi la parola il Consigliere Giovanni Sandri (Gauche Valdôtaine-DS) per il quale "i progetti di legge sono stati politicamente approfonditi, mentre sul 166 così non è stato. Ho presentato parecchi emendamenti alla proposta perché sono emerse in questi giorni parecchie storture. Il testo della provincia di Bolzano, ad esempio, è molto più leggero in questo senso. Occorre prevedere una maggiore riflessione su tutto il sistema Valle d'Aosta. Bisogna fare una legge che sia inattaccabile dal punto di vista della costituzionalità. Per fare un prodotto, quindi, che sia corretto, chiedo che il testo venga riportato in Commissione per una discussione ampia."
Il Consigliere Claudio Lavoyer (Fédération Autonomiste) ha invece affermato di essere "nettamente contrari alla richiesta di rinvio. Questa legge fa parte di un pacchetto di normative lungamente discusse."
Per la Consigliera Dina Squarzino (Arcobaleno Vallée d'Aoste) "il nostro gruppo non è stato chiamato a discutere questo testo sulla ineleggibilità. Per noi, quindi, ogni approfondimento può essere utile."
Il Consiglio ha poi respinto la proposta con 27 voti contrari e 6 favorevoli (Arcobaleno Vallée d'Aoste e i Consiglieri Sandri e Fontana e il Presidente del Consiglio Perron).
Il Consigliere Frassy (La Casa delle Libertà) ha successivamente relazionato l'aula sulla proposta di legge.
"L'esperienza dimostra che la politica ha bisogno di rigenerarsi, modificando i suoi meccanismi ogni qualvolta gli stessi evidenziano di non rispondere più alla realtà. La proposta in oggetto affronta la delicata e complessa materia, adeguandola all'evoluzione della società e dell'amministrazione pubblica nei limiti dei principi fondamentali dell'ordinamento della Repubblica. Non va sottaciuto che in una regione di dimensioni contenute e con una massiccia presenza pubblica anche nel tessuto economico, la tutela dei principi di "par condicio" tra i candidati e di eliminazione dei potenziali conflitti di interesse con la funzioni pubbliche va tutelata con maggior rigore."
"Il passo più qualificante è stato individuare tra le cause di ineleggibilità quei ruoli di carattere politico all'interno della galassia dell'amministrazione regionale che sono le società partecipate e tutto quanto ne discende."
Nel dibattito è quindi intervenuta la Consigliera Dina Squarzino.
"Non abbiamo partecipato al dibattito in Commissione perché non chiamati. Si danno regole nuove per le elezioni del Consiglio, ma non si coinvolge la società civile perché non c'è tempo. Questo solo perché oggi scadono i termini per il parere sulle proposte referendarie. È stato un metodo di lavoro scorretto nei confronti dei Consiglieri, senza contare che riforme così importanti vengono inserite nell'ordine del giorno suppletivo. Crediamo che in alcuni casi si sia agito con troppa rigidità e mi riferisco al complesso di norme che intendono escludere coloro che rappresentano la cultura in Valle. Lo stesso discorso però non vale per i consiglieri di amministrazione di società partecipate."
Il Consigliere Massimo Lattanzi (La Casa delle Libertà) ha affermato che "non c'è imbarazzo nel votare questa legge perché porta a cambiamenti necessari. Questa legge non è pro o contro qualcuno, ma cerca di normare una disciplina per evitare che qualcuno possa condizionare le elezioni. Se poi qualcuno vuole partecipare a migliorarla va bene, l'importante è approvarla con il più largo consenso. Da parte nostra non c'è alcuna volontà di personalizzare la legge."
Per il Consigliere Eddy Ottoz (Union Valdôtaine) "al di là del gioco delle parti, bisogna tenere conto degli elementi migliorativi della legge. La materia elettorale nel suo insieme è stata affrontata da mesi e con approfondimenti. Ognuno di noi vorrebbe modificare alcuni passaggi delle leggi che oggi stiamo discutendo, però sono il frutto di un accordo che si è trovato tra le diverse forze politiche. È la migliore mediazione che si potesse ottenere."
Il capogruppo della Gauche Valdôtaine-DS, Giovanni Sandri, ha precisato che "La proposta di legge in discussione è stata affrontata con troppa fretta, considerata la complessità del problema. Il testo comporta una serie di riflessioni che avrebbero potuto essere fatte rinviandolo in Commissione. La classe politica attuale si sta rendendo conto di aver costruito un mostro che è il sistema tra politica ed economia. Quel potere economico che abbiamo favorito e costruito, oggi ha una posizione tale che potrebbe mettere in discussione la politica stessa. E allora ci si chiude a riccio. O siamo coerenti con quello che abbiamo fatto, o andiamo a riformare tutto il sistema valdostano. Normare solo per sistemare i problemi interni dei partiti è una vergogna."
Il capogruppo della Stella Alpina, Marco Viérin, ha detto che "Questa è una proposta aperta a qualsiasi confronto, e non chiusa. Il tempo per fare le riflessioni c'è stato. Ognuno ha rinunciato a qualcosa. Bisogna perseguire certi obiettivi ed è giunta l'ora di collaborare tra le forze politiche senza giochi al massacro. Questa proposta è uno dei piedistalli della riforma elettorale. Come gruppo abbiamo privilegiato il dialogo e il confronto. La politica non vuole autodifendersi. L'istituto del referendum è importantissimo, ma facciamo attenzione all'uso che se ne vuole fare, altrimenti la gente non lo utilizzerà più."