Info Conseil
Comunicato n° 119 del 5 aprile 2007
RESPINTE LE MOZIONI SULLA GESTIONE DEL CASINO DE LA VALLEE
Il Consigliere
Enrico Tibaldi ha chiesto, a seguito
dell'intesa dei capigruppo consiliari, un'inversione dell'ordine del giorno,
per discutere le quattro mozioni relative alla gestione del Casino de la
Vallée.
Il Consigliere segretario Tibaldi ha fatto un'analisi sulla situazione dei vari
Casinò italiani, evidenziando come Saint-Vincent sia quello maggiormente
penalizzato negli ultimi anni.
"Non è vero che il mercato è in crisi. È un alibi che non può essere
sostenuto. La crisi è iniziata con la gestione pubblica per proseguire in
questi anni. Poche sono le competenze dei manager che si sono succeduti nel
tempo. Solo nell'ultima legislatura si sono succeduti tre consigli di
amministrazione. Qualsiasi impresa privata in queste condizioni sarebbe stata
dichiarata fallita. Oggi il Casinò pesa sul bilancio regionale per il 2-3 per
cento. Una volta sì che incideva notevolmente. Bisogna sganciare gli
interessi politici, che hanno caratterizzato fino ad ora la Casa da gioco, da
quelli aziendali."
Per il Consigliere Alessandro Bortot (Arcobaleno Vallée d'Aoste) "abbiamo
chiesto le dimissioni del Consiglio di amministrazione già 10 mesi fa e se
fossimo stati ascoltati la situazione avrebbe potuto essere migliore. Al Casinò
ognuno fa quello che vuole. In quattro anni c'è stato un calo delle entrate di
30 milioni di euro per quanto riguarda i giochi lavorati. Bisogna valorizzare
le professionalità interne e decidere quale gestione dare alla Casa da gioco.
Ribadiamo che questo Consiglio di amministrazione deve essere rimosso. Non ci
possiamo più permettere di perdere altro tempo."
Per il Consigliere Giovanni Sandri (Gauche Valdôtaine-DS) "i padri di
questo fallimento sono tanti. Ci sono responsabilità gravi da parte dello Stato
italiano che è il principale concorrente del Casinò di Saint-Vincent con le
"slot-machine", i "bingo", i "gratta e vinci". I nostri parlamentari, nel
tempo, cosa hanno fatto per sostenere il Casinò? Bisognava bloccare tutte le
iniziative connesse alle scommesse e ai giochi d'azzardo. Il governo regionale
è così debole che non riesce a trovare delle linee politiche certe. Gli utili
del Casinò dal '90 al '93 hanno oscillato tra 67 e 70 milioni di euro. Poi, con
la Gestione Straordinaria, si passa da 70 a 80 milioni di euro; nel '98 prima
crisi si arriva a 60 milioni di euro circa. Viene modificato il disciplinare e
si ritorna sui 67-68 milioni di utile. Dal 2003, con la S.p.A., si passa dai 53
milioni del 2004, ai 40 dei 2005, fino a 37 milioni nel 2006. Quindi la
gestione attuale è fallimentare, sia della politica sia personale. Il problema
è cambiare la tendenza e ritornare ad avere più utili e lo si può fare con
persone valide e nominate dalla maggioranza e dalla minoranza regionale."
Il Presidente della Regione, Luciano Caveri, ha quindi affermato che "non
possiamo accettare le dimissioni del Consiglio di amministrazione. L'orizzonte
di questa legislatura è lo studio di questa problematica perché siamo alla fine
della legislatura e le procedure del bando europeo sono estremamente complesse
e non si troverebbe il tempo necessario ad avviare e concludere l'iter. Questo
è un periodo, invece, in cui abbiamo bisogno di un rilancio della Casa da gioco
per far risalire le sue quotazioni e quindi divenire appetibile. Mi
rendo disponibile a relazionare in Commissione entro alcuni mesi sulle
eventuali strade da percorrere e non per un avvenuto bando europeo."
L'assessore alle Partecipazioni regionali, Aurelio Marguerettaz, ha
affermato che "il problema è la ricetta, e non gli ingredienti. Perché a
fronte di alcuni ingredienti non è detto la ricetta sia ottimale. Ognuno dà una
lettura soggettiva della situazione. Mai come oggi, all'interno della Casa da
gioco, ci troviamo di fronte a rapporti."
"Occorre avere un clima sereno per valorizzare eventualmente le
professionalità. Dobbiamo creare le condizioni per mantenere la forza lavoro
che però sia adeguata alle esigenze lavorative. Bisognerà, quindi, introdurre
una certa flessibilità per organizzare al meglio l'attività."
La mozione dei Consiglieri Sandri e Carmela Fontana (Richiesta di
dimissioni del Consiglio di Amministrazione della Casinò S.p.A.) è stata respinta
con 20 voti contrari, 11 favorevoli e 3 astensioni.
La mozione dei Consiglieri Bortot, Venturella e Dina Squarzino (Nomina
di un nuovo Consiglio di Amministrazione della Casinò S.p.A.) è stata respinta
con 20 voti contrari, 9 favorevoli, 5 astensioni.
La mozione dei Consiglieri Tibaldi, Frassy e Lattanzi (Impegno ad
avviare la privatizzazione della gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent)
è stata respinta con 25 voti contrari e 9 favorevoli.
La mozione dei Consiglieri Bortot e Venturella (Attivazione di un
servizio di video-sorveglianza presso la Casa da gioco di Saint-Vincent) è
stata respinta con voti 18 contrari, 11 favorevoli, 4 astenuti.