Info Conseil
Comunicato n° 270 dell'8 maggio 2025
Tre iniziative sulla chiusura dell'autostrada A5 nella zona di Quincinetto. Conclusi i lavori del Consiglio
In chiusura dei lavori dell'adunanza consiliare del 7 e 8 maggio 2025, la recente chiusura del tratto di autostrada A5, all'altezza di Quincinetto, nei giorni dell'alluvione di metà aprile, è stata al centro di tre iniziative ipsettive dei gruppi Rassemblement Valdôtain, Misto e Forza Italia trattate congiuntamente.
«Negli ultimi anni abbiamo registrato svariate chiusure di questo tratto dell'autostrada che hanno creato disagi alla mobilità da e per la Valle, incidendo negativamente sulla vita quotidiana dei cittadini e anche sull'economia regionale - ha specificato nella sua interrogazione il Consigliere Dino Planaz (RV) -. L'A5 è una direttrice fondamentale per i nostri collegamenti e la frana che incombe nella zona di Quincinetto è da tempo oggetto di attenzione ma non sono state ancora trovate delle soluzioni strutturali in grado di garantire la continuità e la sicurezza del transito veicolare. Chiediamo se la Regione abbia avuto interlocuzioni recenti con le autorità competenti (in particolare Anas, la società concessionaria dell’autostrada e le Prefetture) in merito alle chiusure e con quali esiti.»
Il Consigliere Diego Lucianaz (GM) ha interrogato il Governo per sapere «se sia emersa la volontà di dare soluzione definitiva a questa abominevole vicenda, attivandosi affinché l'enorme masso che incombe sull'autostrada sia fatto brillare.»
Richiamando «le code chilometriche che si sono verificate in entrata e in uscita dalla Valle il 18 aprile», il Consigliere Christian Ganis (FI) ha chiesto: «Quali misure sono state adottate per avvisare la popolazione sui potenziali disagi? Non ritenete che la mancanza di un'adeguata informazione preventiva abbia contribuito a peggiorare la situazione? Intendete adottare misure per evitare il ripetersi di situazioni simili?»
Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, premettendo che «da quando il fenomeno franoso è monitorato da un piano specifico di gestione della viabilità sulle nuove soglie di spostamento definite nel 2020, è la prima volta che si arriva a questo scenario», ha riferito che «da anni sono attivi i collegamenti con la Prefettura di Torino che gestisce il Piano di regolazione dei flussi. L'ultima interlocuzione è del marzo scorso cui è seguita la trasmissione del Piano aggiornato l'11 aprile, mentre il 15 aprile si è riunito il Comitato operativo viabilità per la gestione dei previsti incrementi dei flussi viari in occasione delle vacanze pasquali e sono state consegnate le modifiche apportate al Piano. In queste procedure sono coinvolte, unitamente alla Prefettura di Torino, anche la Prefettura della Haute Savoie e la Police Cantonale del Canton Vallese per definire i flussi di comunicazione sugli esiti del sistema di monitoraggio e sulle potenziali chiusure delle carreggiate, le procedure per attivare tempestivamente la deviazione dei flussi dei mezzi pesanti, le procedure di gestione del traffico già presente sul territorio valdostano con la definizione dei punti di presidio nonché le procedure con cui la Cus informa i Sindaci dei Comuni interessati e l'Ufficio stampa regionale. Nell'evento specifico, che ha portato al livello massimo di allerta - il livello 3B - tutte le procedure previste dal Piano sono state regolarmente seguite. Peraltro, nella serata del 18 aprile, al termine di uno dei vari Comitati di coordinamento dei soccorsi svolti per la gestione dell’evento alluvionale, attraverso il supporto della Protezione civile nazionale, c'è stata una video-conferenza con il professor Casagli di Firenze, che ha in carico la gestione del monitoraggio della frana Chiappetti per conto del concessionario Sav, con il quale è stata approfondita la situazione del movimento franoso in quel frangente, per capire se fosse stato possibile ridurre le misure che da Piano prevedevano la chiusura totale dell’autostrada. In questa circostanza, sulla base dei dati registrati in quel momento - i più elevati in termini di spostamento da quando il sistema di misurazione è attivo - non sono emerse possibili diverse misure rispetto a quelle attuate. La situazione è stata una vera e propria “tempesta perfetta”: la chiusura totale dell'autostrada A5 nel giorno di massimo traffico, il venerdì santo, ha causato un sovraccarico eccezionale, aggravato anche dalla contemporanea chiusura del traforo del Gran San Bernardo, che ha deviato molti veicoli verso il tunnel del Monte Bianco.»
«Sulla base dell’esperienza fatta - ha aggiunto - potrebbero essere apportati alcuni correttivi in merito all’informazione dell’utenza e all’organizzazione dell’attività di supporto di protezione civile, che ha comunque visto impegnati volontari per circa 6 ore nella distribuzione di acqua e generi di primo conforto sul tratto di competenza valdostana. A tal proposito è già stata fissata una riunione per il 13 maggio per approfondire la situazione sia a livello tecnico che politico, coinvolgendo le due Regioni interessate e i Ministeri competenti. La Valle d’Aosta può solo sollecitare un intervento nazionale, poiché la frana si trova fuori dal suo territorio, pur avendo conseguenze molto gravi sulla regione.»
«Nel frattempo i lavori di realizzazione di un rilevato paramassi sono stati consegnati e dovrebbero essere ultimati entro il prossimo autunno e questi sicuramente porteranno a scenari meno gravosi di quelli attuali - ha evidenziato il Presidente -. L’ipotesi di far brillare la frana è stata considerata tra le possibili soluzioni da adottare, ma nei vari tavoli tecnici in Prefettura a Torino, erano emersi a suo tempo due possibili scenari non prettamente positivi: non capita nulla in quanto la deflagrazione viene “assorbita” dalla massa disarticolata; i massi fatti brillare destabilizzano la porzione a monte con volumi complessivi in gioco che cancellerebbero autostrada, ferrovia, abitazioni, interessando anche la Dora Baltea. Con il prossimo completamento del paramassi, si potranno fare nuove considerazioni sull’ipotesi di far brillare i volumi isolati instabili, i cui movimenti fanno scattare gli scenari di allarme quale possibile intervento di ulteriore mitigazione.»
Riguardo all'informazione, il Presidente ha osservato: «La comunicazione in situazioni di emergenza stradale è complessa: rischia di essere o eccessiva o insufficiente, con effetti difficili da prevedere. La comunicazione preventiva, come nel caso della chiusura dell’autostrada del 18 aprile, ha un'efficacia limitata perché molti automobilisti si mettono comunque in viaggio sperando che i disagi si risolvano rapidamente. La situazione era eccezionale, simile a un incidente grave che impone l'attivazione del Piano di viabilità alternativa, già aggiornato negli anni e ora sperimentato sul campo. Non si ritiene che ci sia stata una carenza informativa, ma si riconosce che c’è margine di miglioramento: si prevede l’attivazione di tavoli tecnici per definire meglio i contenuti e i canali della comunicazione, anche in coordinamento con le Prefetture e le autorità transfrontaliere. Tuttavia, in casi di traffico intenso, come durante le festività pasquali, i disagi sono inevitabili, poiché la strada statale 26 non è strutturata per sostituire l’autostrada A5.»
Il Presidente ha quindi concluso: «Non c’era solo quella criticità, ma numerosissime altre da gestire in contemporanea. Nel resto della Valle ci sono stati fino a 26.000 utenti senza corrente e riscaldamento, altri isolati, in alcuni casi evacuati e nel momento di maggiore criticità fino a 17 strade regionali chiuse, con interventi di pulizia e sgombero da detriti e piante da portare avanti e in un certo momento vi è stata anche la chiusura dei due trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo.»
Il Consigliere Planaz ha replicato: «La concomitanza di più fattori - maltempo e vacanze pasquali - ha generato una situazione particolarmente complessa da gestire. Tuttavia, non possiamo ignorare le criticità che i cittadini delle zone coinvolte hanno avvertito in modo significativo. Pur non essendo di competenza regionale, le ricadute sul nostro territorio sono state rilevanti: è fondamentale mantenere alta l’attenzione, anche attraverso l’attivazione di tavoli tecnici con il Ministero delle infrastrutture, considerando che eventi di questo tipo stanno diventando sempre più frequenti».
Il Consigliere Lucianaz ha aggiunto: «Bisogna organizzarsi perché la Valle d'Aosta, che vuole essere "carrefour d'Europe", non può pensare di avere la viabilità completamente interrotta. Bisogna affrontare il problema a monte una volta per tutto: al Presidente il compito di farlo.»
Il Consigliere Ganis ha definito la questione spinosa, ma ha sottolineato che «la cosiddetta tempesta perfetta rischia di diventare una comoda scusa per eludere le responsabilità. Ci auguriamo che simili episodi possano essere evitati in futuro, anche attraverso una migliore comunicazione.»
Il Consiglio si riunirà nuovamente mercoledì 21 e giovedì 22 maggio 2025.
SC