Info Conseil

Comunicato n° 592 del 6 novembre 2024

Question time su un'attività organizzata dalla Struttura neuropsichiatria infantile

 

Con un'interrogazione a risposta immediata presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste nella seduta consiliare del 6 novembre 2024, è stata portata all'attenzione dell'Aula un'attività organizzata dalla Struttura neuropsichiatria infantile.

«Alcuni psichiatri hanno proposto ad un gruppo di minori in carico alla Struttura di neuropsichiatria infantile di partecipare al Gay pride, senza che vari genitori ne fossero informati - ha riferito il Capogruppo Andrea Manfrin -. Interroghiamo il Governo per sapere se la Struttura dell'Ausl condivida l'attività proposta e se sia intenzionata a chiedere le dovute spiegazioni sia sull'individuazione di questa attività tra quelle da proporre a minori con disabilità, sia sulla mancata preventiva autorizzazione dei genitori.»

«L’Azienda Usl ha informato che alla manifestazione ha di fatto partecipato una sola ragazza seguita dal servizio dell’Azienda: la ragazza stessa ha chiesto di partecipare e ha ottenuto l’approvazione dei genitori - ha risposto l'Assessore alla sanità, Carlo Marzi -. La partecipazione è stata valutata dagli educatori con il coinvolgimento dei genitori, in linea con il supporto psicoeducativo proposto dal servizio di educativa territoriale. Alcuni minori che soffrono di problematiche neuropsichiche seguono percorsi di educativa territoriale su progetti terapeutici individualizzati. In generale, le attività educative sul territorio che prevedono la partecipazione dei minori nascono in gran parte da proposte dei ragazzi stessi e sono concordate con i genitori. L’obiettivo è di poterli supportare nelle esperienze di consapevolezza e crescita e nell’affrontare tematiche importanti, in senso critico e responsabile.»

Il Capogruppo Manfrin ha replicato: «La partecipazione di una sola ragazza si è verificata quando i genitori si sono resi conto di quanto stava succedendo: infatti, il gruppo doveva essere inizialmente di sette/otto ragazzi, ma quando le famiglie, che non erano state interpellate, si sono rese conto delle attività proposte hanno protestato con veemenza. Le famiglie hanno il sacrosanto diritto di educare i figli come ritengono più opportuno così come si deve chiedere il permesso ai genitori di poter portare i propri figli ad una manifestazione di quel tipo, evidentemente politica: mi auguro che un fatto di questa gravità non accada mai più.»

SC