Info Conseil
Comunicato n° 263 dell'8 maggio 2024
Question time sulla tutela del diritto all'interruzione volontaria della gravidanza
La tutela del diritto all'interruzione volontaria di gravidanza è stata oggetto di un'interrogazione a risposta immediata del gruppo Progetto Civico Progressista illustrata nella seduta consiliare dell'8 maggio 2024.
Ringraziando il Centro Donne contro la violenza che in una nota, annunciando l'avvio di azioni di monitoraggio della corretta applicazione della legge 194 in Valle a seguito dell'approvazione di emendamento del Governo al decreto “Pnrr-quater”, comunicava la ricezione di segnalazioni di donne vittime di violenza sottoposte a indebite interferenze e pressioni per dissuaderle dalla scelta di interrompere la gravidanza, il gruppo Progetto Civico Progressista ha chiesto quali verifiche e azioni siano in corso per tutelare e ribadire un diritto sancito dalla legge 194/1978 e confermata dalla volontà popolare con il referendum del 1981.
Il Presidente della Regione ha premesso che nessun volontario o associazione pro vita o simili è mai stato autorizzato né ha richiesto di accedere ai presidi sanitari pubblici e, dalle prime verifiche condotte dall’Azienda USL, non risulta neppure che qualcuno lo abbia fatto in modo fraudolento. Inoltre, nessuna segnalazione di quelle riportate dal Centro antiviolenza è mai pervenuta né all'Ausl, né al Dipartimento politiche sociali. Secondo i responsabili dei servizi competenti questi fatti non sono una prassi e non si è a conoscenza di casi di irregolarità o reati da parte di soggetti interni o esterni all’Azienda sanitaria. A seguito della pubblicazione del comunicato stampa, l’Ausl e il Dipartimento regionale competente hanno chiesto all’Associazione di circostanziare quanto riportato dai media, in modo da poter interrompere e sanzionare eventuali condotte non rispettose delle norme, invitando l’Associazione a fornire elementi utili a effettuare indagini mirate, nel rispetto della riservatezza delle donne. Nella risposta, l'Associazione, sempre nel rispetto della privacy, non ha potuto segnalare fatti precisi inerenti le inadempienze. L’Azienda ha inoltre evidenziato come le donne possano sempre, con la garanzia di assoluta riservatezza, rivolgersi alla Presidente del Comitato unico di garanzia aziendale (Cug) o alla Referente aziendale per la lotta alla violenza di genere. Nonostante l’associazione Centro Donne contro la violenza abbia fornito informazioni estremamente generiche e prive di particolari, l’Ausl ha avviato ulteriori approfondimenti per verificare i fatti segnalati e individuare eventuali responsabilità.
Il gruppo PCP ha accolto con favore l'avvio di un'indagine da parte dell'Azienda sanitaria anche alla luce delle dichiarazioni rilasciate da una ginecologa che suggeriva il progetto Gemma e un'ostetrica che conferma la richiesta dei medici alle donne che intendono abortire di ascoltare il battito fetale. Per PCP, si tratta di fatti gravi a cui bisogna dare risposte.
LT