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Comunicato n° 205 del 3 aprile 2024

Interpellanza sull'aggiornamento della legge urbanistica

 

Con un'interpellanza del gruppo Lega Vallée d'Aoste, presentata nella seduta consiliare del 3 aprile 2024, si è parlato della necessità di avere una sinergia virtuosa tra la Regione e gli enti locali, nell'ambito dell'aggiornamento della legge urbanistica regionale.

«Le varianti non sostanziali del Piano regolatore generale sono un ambito di revisione degli strumenti urbanistici comunali che permette agli enti locali l'esercizio della propria autonomia amministrativa in tempi ristretti, mentre la competenza regionale si limita alle verifiche generali sulle dinamiche ambientali o culturali - ha ricordato il Consigliere Luca Distort -.  In certi casi, gli enti locali si trovano a gestire da soli, con risorse limitate, dinamiche di interesse economico che vanno oltre le loro materiali possibilità. Particolarmente delicate sono le scelte sulle destinazioni commerciali che, anche se riguardano aree periferiche dei comuni, si riverberano, positivamente o negativamente, sui meccanismi economici dei borghi. Chiediamo di conoscere se siano noti casi di Comuni che hanno avviato varianti non sostanziali per l'estensione della destinazione commerciale di medie o grandi dimensioni, in zone artigianali o, comunque, di contorno dei borghi tali da poter interferire con le loro dinamiche commerciali; se, nell'ambito dell'aggiornamento della legge urbanistica (n. 11/1998), sia intenzione prevedere un maggiore confronto tra le strutture regionali e gli enti locali, nei casi in cui modifiche non sostanziali degli strumenti urbanistici possano generare conflittualità con le dinamiche commerciali dei borghi.»

Premettendo che «la questione delle destinazioni commerciali riguarda sia la tutela della concorrenza, sia la pianificazione territoriale e l’urbanistica», l'Assessore al territorio, Davide Sapinet, ha ricordato che «la normativa sul commercio coinvolge livelli eurounitari, nazionali e regionali. L'Amministrazione ha recepito queste norme con la legge n. 5/2013 adottando una disciplina che liberalizza e rimuove vincoli per le attività imprenditoriali nel settore commerciale. L’accesso e l’esercizio di un’attività commerciale possono essere subordinati al rispetto di requisiti di programmazione diversi da quelli economici, solo se dettati da motivi imperativi d’interesse regionale. Tra questi motivi, la norma statale include la tutela dell’ambiente, la conservazione del patrimonio nazionale storico e artistico e gli obiettivi di politica sociale e culturale. La legge regionale del commercio prende atto delle specificità territoriali del nostro territorio e stabilisce che nuovi esercizi commerciali possono essere limitati solo quando in contrasto con la normativa in materia di tutela della salute, dei lavoratori, dei beni culturali, del territorio e dell’ambiente. Tra le finalità da perseguire nelle politiche del commercio sono individuati: l’equilibrio funzionale delle strutture commerciali; la valorizzazione del servizio commerciale nelle aree montane e rurali; la valorizzazione delle produzioni tipiche valdostane, delle attività turistiche e del patrimonio storico e culturale regionale. La norma stabilisce quindi gli indirizzi per la valorizzazione delle piccole realtà commerciali, in accordo con i principi del Ptp che prevede indirizzi localizzativi per il commercio all’ingrosso e la grande distribuzione. Questi piani, nella quasi totalità dei casi, hanno previsto anche zone a vocazione commerciale e zone in cui l’attività commerciale è limitata, escludendo dalla media e grande distribuzione i centri storici e le zone non consolidate. Alcuni piani regolatori hanno anche specificato i criteri per l’esclusione di certi settori di territorio dall’insediamento di queste superfici di vendita. È interesse della Regione tutelare le realtà imprenditoriali dei piccoli centri ma la normativa sovraordinata impedisce interventi di divieto, se non giustificati da motivi imperativi di interesse generale. Sulla scorta di questi principi la Regione è intervenuta a livello di piani regolatori e, nel loro lavoro di valutazione delle varianti urbanistiche, gli uffici applicano la norma sovraordinata e gli indirizzi del Ptp in sinergia con gli enti locali

 «L’unico caso da segnalare di variante in corso di approvazione di estensione della destinazione commerciale, riguarda il Comune di Villeneuve che prevede l’inserimento di una destinazione d’uso commerciale di medie dimensioni e di una per bar e ristorante nella disciplina di una sottozona prevalentemente artigianale - ha proseguito Sapinet -. Per trovare la migliore soluzione, tenendo conto delle varie esigenze, sono in corso degli incontri con gli attori coinvolti (Comune e referenti delle categorie), congiuntamente all'Assessorato al commercio. Il tutto ovviamente nel rispetto dell'autonomia del Comune. La Regione è già attenta a questo tipo di problematiche che affronta nei processi di co-pianificazione legati anche alle varianti non sostanziali in applicazione dei principi e degli indirizzi delle norme di settore e del Ptp, fatte salve le competenze comunali. La pianificazione commerciale a livello regionale è opportuna ma rischia di essere fortemente condizionata dalle normative statale ed europea che promuovono una liberalizzazione delle attività. Il nuovo Ptp dovrà farsi carico di stabilire le priorità d’uso dei suoli: la pianificazione territoriale potrà fare valere le istanze di contenimento di consumo di suolo, quale motivo imperativo di interesse generale, particolarmente rilevante in una regione di montagna in cui la disponibilità della risorsa suolo di fondovalle, favorevole all’insediamento delle grandi superfici di vendita, è contesa anche dalla necessità di molti altri utilizzi

In replica, il Consigliere Distort ha sottolineato che «il compito dell'urbanistica è quello di disciplinare le dinamiche, promuovendo quelle virtuose: si tratta quindi di uno dei principali strumenti di applicazione della visione politica. Il caso del comune di Villeneuve pone una problematica di carattere generale che porta a riflettere sulla necessità di una codificazione urbanistica di sintesi tra visioni parallele. Dove finisce il margine di applicazione della legge urbanistica e dove inizia l'influenza di una visione di tipo esterno? Lo strumento urbanistico è quello giusto per garantire il cuore pulsante storico del commercio nei comuni? La vitalità dei borghi restituisce un preciso disegno della comunità ed è indicativa della loro insediabilità, del loro valore immobiliare. Sarebbe interessante prendere in considerazione la realizzazione di un Piano del commercio al pari di quelli già esistenti per il traffico o per la tutela delle acque. Il sostegno tecnico della Regione deve essere visto come una misura di aiuto agli enti locali, nel rispetto della loro autonomia che non è in discussione

I lavori sono sospesi e riprendono domani, giovedì 4 aprile, alle ore 9.00.

LT