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Comunicato n° 608 del 28 novembre 2023

Conoscenza e formazione, così i giovani diventano ambasciatori della legalità

 

«La conoscenza è il primo strumento di contrasto alle infiltrazioni mafiose: far capire ai giovani come la criminalità organizzata sia in grado di pervadere le attività quotidiane può contribuire concretamente a formare ai temi della legalità e della cittadinanza responsabile.» Così il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, ha inaugurato oggi, martedì 28 novembre 2023, il corso di formazione "Giovani Ambasciatori della Legalità".

«Attraverso questo percorso formativo autorevole, sia sotto il profilo accademico sia dal punto di vista dell'azione concreta di magistratura e forze dell'ordine - ha proseguito il Presidente -, i giovani diventano dei veri e propri portavoce della legalità e le loro conoscenze saranno messe a frutto durante una serie di iniziative rivolte alle scuole secondarie della Valle d’Aosta. La parola è un'arma potentissima contro le mafie, perché le mafie si nutrono di silenzio e di indifferenza: giovani che parleranno ai giovani è un modo per accrescere la consapevolezza che la mafia non è un mostro invincibile ma che può essere contrastato innanzitutto con la conoscenza e l'educazione.»

La formazione, in programma per tutta la settimana all'Università della Valle d'Aosta alla quale partecipano giovani iscritti ad un corso di laurea o laureati, è organizzata su iniziativa dell'Osservatorio regionale antimafia istituito presso il Consiglio regionale della Valle d’Aosta e del Dipartimento di Scienze economiche e politiche dell'UniVdA.

E proprio la Rettrice Manuela Ceretta ha parlato di «grande opportunità di cui fruiscono in modo particolare in questa edizione iscritte e iscritti a Scienze politiche e delle relazioni internazionali, ma che in futuro spero potrà trovare l’interesse di tutte le studentesse e di tutti gli studenti dell’ateneo valdostano. La legalità non è monopolio, appannaggio, di coloro che frequentano Scienze politiche e delle relazioni internazionali. Riflettere a lungo e con persone competenti, con lezioni universitarie e testimonianze di operatori della legalità, che raccordano teoria e pratica, è un valore aggiunto per tutte e tutti, per gli iscritti a scienze politiche, così come - e penso ai corsi di laurea offerti da UniVdA - a economia, lingue o psicologia ma anche per chi frequenta il corso di scienze della formazione primaria perché i rudimenti di un’educazione alla legalità devono necessariamente essere insegnati e appresi fin da piccoli.» 

«Una bella opportunità - dice Letizia Gagliardi, una delle partecipanti, iscritta al primo anno di scienze politiche e relazioni internazionali dell'UniVdA - che essendo proposta dall'Università è garanzia di qualità della formazione, grazie ai docenti e agli esperti del settore che sono intervenuti. Una tematica che ho già affrontato nel mio percorso scolastico fin dalle scuole secondarie e che oggi trova un ulteriore approfondimento. La parte divulgativa nelle scuole mi interessa molto: sono sicura che l'insegnamento dei giovani per i giovani avrà un impatto diverso sulle coscienze. Noi giovani dobbiamo essere i primi a sconfiggere la disinformazione e collaborare attivamente all'educazione sul tema.»

Le lezioni sono iniziate ieri con un intervento introduttivo di Paolo Gheda, professore di storia contemporanea all'ateneo valdostano e responsabile scientifico del percorso di formazione, e proseguono fino a venerdì 1° dicembre attraverso un confronto con docenti universitari, protagonisti della lotta alle mafie, giornalisti, avvocati ed esperti di criminalità organizzata. All'inaugurazione di oggi erano presenti anche Marco Alderighi, Direttore del Dipartimento di scienze economiche e politiche dell'UniVdA, e Vincenzo Ciconte, docente universitario tra i massimi esperti in Italia delle grandi associazioni mafiose e componente del Comitato tecnico dell'Osservatorio regionale antimafia, che nella mattinata di oggi ha tenuto una lezione sulla storia delle mafie italiane.