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Comunicato n° 383 del 25 luglio 2023

Approvata una mozione per la ricognizione degli stipendi nelle società partecipate

 

Nella mattinata del 25 luglio 2023, il Consiglio Valle ha discusso cinque mozioni, di cui una approvata, tre respinte e una ritirata.

Mozione approvata

  • Ricognizione degli stipendi nelle società partecipate

L'Assemblea ha approvato all'unanimità, una mozione del gruppo Forza Italia, così come emendata in accordo con il Presidente della Regione, che impegna l'Assessore competente a effettuare una ricognizione e una    verifica degli stipendi netti e lordi dei dipendenti delle società partecipate e controllate dalla Regione, partendo dai quinti livelli a salire fino agli ottavi livello, e fornire alla Commissione competente i dati di tale verifica.

«Bisogna aumentare gli stipendi medi delle società partecipate e controllate - ha commentato il Consigliere Mauro Baccega -. Secondo una serie di indagini, la Valle d'Aosta è stata la peggiore in Italia nella crescita delle retribuzioni e ci chiediamo perché nella nostra regione ci sia una forte preclusione ai contratti integrativi. Certo alcune Società promuovono competenze e capacità con dei bonus annuali ma non è sufficiente. La forte differenza stipendiale, a parità di mansione, ha come conseguenza l'esodo delle professionalità verso le altre regioni. È quindi opportuno effettuare un approfondimento reale su questa tematica e far crescere gli stipendi.»

Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha ricordato che «il problema è stato trasversalmente affrontato da quest'Aula che si è occupata, così come il Governo regionale, di analizzare di volta in volta, situazioni relative a specifiche società partecipate e di valutare le possibili opportunità di intervento. In generale non c'è una corsa all'impiego pubblico che diventa meno appetibile rispetto ad altre situazioni. È un percorso di crescita che dovremo affrontare collegialmente per intervenire nella maniera più opportuna come già successo in passato sulla questione del personale medico.»

Mozioni respinte

  • Mappatura delle manutenzioni dei torrenti regionali

Respinta con 19 voti di astensione (UV, AV-VdAU, FP-PD, PlA, SA) e 16 a favore (Lega VdA, PCP, FI, GM) una mozione del gruppo Lega VdA che chiedeva al Governo di realizzare una pulizia "straordinaria", nell'anno in corso, di tutti i torrenti laterali che presentano una mancata manutenzione e di prevedere una mappatura aggiornata dei torrenti che non risultano oggetto di manutenzione da vari anni. 

Il Consigliere Christian Ganis ha rilevato che «la scarsa manutenzione degli alvei dei torrenti - invasi non da sterpaglie ma da vere e proprie foreste - durante le piene, può causare ostruzioni in prossimità di ponti o restringimenti dell'alveo. Sul nostro territorio ci sono molti torrenti che non sono stati oggetto di intervento, per rimediare alla situazione, bisogna pulire i torrenti e non credo che, come detto in passato, l'eccessiva pulizia degli alvei possa essere controproducente.»

L'Assessore alle opere pubbliche, Davide Sapinet, ha ricordato che «il sistema operativo è sinergico e performante e questo è un dato di fatto che ci viene puntualmente riconosciuto dagli enti locali. La mappatura dei corsi d'acqua è regolarmente aggiornata, attraverso il monitoraggio dei corsi d'acqua che è continuo e coinvolge i tecnici regionali, le stazioni forestali e i Comuni, i quali segnalano con regolarità possibili situazioni di criticità che vengono poi tutte analizzate e verificate.» 

  • Disposizioni sulle piscine ad uso natatorio

Respinta con 32 voti di astensione (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, PlA, Lega VdA, PCP) e 3 a favore (FI, GM) la mozione del gruppo Forza Italia che chiedeva di predisporre un disegno di legge o una delibera di Giunta per disciplinare le piscine ad uso natatorio.

Il Capogruppo Pierluigi Marquis ha osservato che «la nostra Regione non ha recepito l'Accordo del 2003 tra il Ministero della salute e le Regioni sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, manutenzione e vigilanza delle piscine a uso natatorio, né la disciplina interregionale che ne è discesa. Oggi non si sa quale sia la normativa da applicare ad esempio sull'obbligo della presenza dell'assistente bagnanti e anche l'AUSL ha comunicato di considerare l'Accordo come un riferimento operativo. Ad oggi, gli alberghi non hanno questa figura e non hanno una norma certa di riferimento, con la conseguenza che, in caso di grave incidente, solo il giudice potrà stabilire di chi è la responsabilità. Il nostro deficit normativo merita di essere affrontato e risolto quanto prima.»

L'Assessore alla sanità, Carlo Marzi, ha replicato che «le disposizioni contenute nell'Accordo del 2003 sono state recepite per la loro applicazione con una circolare dell'USL del maggio 2004, in collaborazione con l'Assessorato della sanità e trasmesse ai sindaci e agli operatori di settore. Questa circolare contiene le disposizioni ancora vigenti, classifica le piscine, i tipi di utilizzo, i controlli interni ed esterni. A dicembre 2020, il Ministero della salute ha avviato l'aggiornamento dell'Accordo istituendo un gruppo di lavoro con le Regioni: il documento integra le tematiche non disciplinate nel 2003. A conclusione del percorso, daremo apposito recepimento attraverso atti di Giunta: in presenza di questa fase avanzata di aggiornamento a livello nazionale, chiediamo il ritiro dell'iniziativa, altrimenti ci asterremo.»

  • Condanna della pratica della maternità surrogata

La mozione illustrata dal gruppo Lega VdA, è stata respinta con 20 voti di astensione (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, PlA, PCP) e 14 a favore (Lega VdA, FI, GM), chiedeva al Governo di condannare la maternità surrogata in quanto atto esecrabile, poiché porta alla mercificazione del corpo della donna ed è inoltre lesivo dei diritti del minore che viene procreato. Il testo intendeva anche esprimere il sostegno del Consiglio Valle alla proposta di legge in discussione in Parlamento che dichiara reato universale la procreazione per altri.

Il Capogruppo Andrea Manfrin ha sostenuto che «il ricorso alla maternità surrogata è in vertiginoso aumento e sta diventando un vero e proprio business: in India vale oltre 2 miliardi di dollari l'anno e le "volontarie", reclutate nelle zone più povere, "producono" più di 1.500 bambini all'anno per assecondare la domanda che viene dall'estero, attirata da prezzi bassi (25-30mila dollari rispetto ai 50 mila richiesti negli Stati Uniti). Le donne che prestano il proprio corpo non hanno diritti sui bambini e neanche i neonati che vengono separati dalla madre biologica alla nascita, diventando oggetti di un atto di cessione. Questa forma di maternità è stata definita dal Comitato nazionale per la bioetica un contratto lesivo per la dignità della donna e, nel nostro Paese è, di fatto, un reato. Anche il Parlamento europeo è intervenuto sulla questione condannando questa pratica che mina la dignità della donna. Il Governo deve prendere una posizione su questa tematica delicata e scottante.»

L'Assessore alla sanità, Carlo Marzi, ha citato la legge 40/2004 che regolamenta la pratica della maternità surrogata: «Il testo prevede che i nati a seguito dell'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno lo stato di figli legittimi o di figli riconosciuti della coppia che ha fatto ricorso a queste tecniche. La norma condanna sempre e comunque la maternità surrogata, senza distinguere tra la forma commerciale contrattualistica a pagamento e la gravidanza solidale e altruistica che si configura come un percorso a titolo gratuito. Nel corso degli anni questa legge ha subìto varie modifiche e, in materia, è intervenuta anche la giurisprudenza. Attualmente è in discussione una legge di modifica. Per quanto riguarda la proposta di reato universale della maternità surrogata, non è possibile sostenere una pratica che implica la riduzione a merce delle donne. La regolamentazione è necessaria poiché non è possibile escludere la gestazione per altri in chiave altruistica, una pratica che non nuoce ai bambini e che non offende il corpo delle donne, purché possano scegliere, liberamente, di aderire a questo atto di generosità.»

Mozione ritirata

Ritirata la mozione presentata dal gruppo Lega VdA che impegnava i Presidenti delle Commissioni consiliari ad approfondire gli effetti della riforma del Terzo settore sulle fondazioni a partecipazione regionale. Il Vicecapogruppo Stefano Aggravi ha commentato: «La nostra voleva essere una mozione collaborativa ma visto l'atteggiamento degli ultimi giorni del Governo e soprattutto vista la scure degli uffici che ha cassato per una questione formale gli emendamenti presentati dal nostro gruppo al secondo provvedimento di assestamento al bilancio, pur dovendo inviarli con largo anticipo rispetto al Consiglio, mi chiedo che senso abbia la collaborazione. Le decisioni partecipate non possono essere unidirezionali.»

SC-LT