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Comunicato n° 186 del 21 aprile 2023

Interpellanza sugli abbruciamenti dei residui vegetali

 

A che punto è la normativa regionale per la regolamentazione della pratica degli abbruciamenti? È quanto ha chiesto il gruppo Progetto Civico Progressista nella seduta consiliare del 21 aprile 2023.

In particolare, la Consigliera Chiara Minelli ha ricordato che «fin dall'inizio di questa Legislatura vi era stato l'impegno di predisporre una norma specifica su questa tematica, per la quale ad ora esistono soltanto delle linee guida per la corretta gestione degli abbruciamenti. La Valle d'Aosta è rimasta tra le poche regioni ad essere priva di un apposito strumento legislativo. I recenti incendi boschivi in bassa Valle legati anche a pratiche di abbruciamento di residui vegetali, così come la situazione climatica e meteorologica, in prospettiva sempre più improntata a scarsità di precipitazioni, impongono l'urgenza di predisporre una normativa dettagliata, che preveda regole chiare e un sistema di sanzioni amministrative realmente dissuasive. Noi riteniamo che le raccomandazioni, pur importanti, non siano più sufficienti per fronteggiare il problema. Chiediamo quindi quali interlocuzioni vi siano state con i vari portatori di interesse, quali i principali elementi della norma allo studio delle strutture regionali e se sia stata presa in considerazione la creazione di un apposito indice di pericolosità per zone, da parte del Centro funzionale, in base al quale fare opportuna prevenzione e applicare se necessario le adeguate sanzioni ad opera del Corpo forestale valdostano.»

L'Assessore al territorio e ambiente, Davide Sapinet, ha ricordato che «oltre alle linee guida, alcune norme relative agli abbruciamenti sono già ora contenute nella più generale legge regionale n. 85/1982, che riguarda le norme per la difesa dei boschi dagli incendi. La norma contempla, tra le altre, alcune attività sempre vietate all’interno dei boschi e a meno di 50 metri dagli stessi, tra le quali l’abbruciamento di stoppie od altri residui vegetali. Quindi, di fatto la pratica degli abbruciamenti è attualmente regolata in maniera puntuale in funzione della prevenzione circa la possibile insorgenza di principi e incendi boschivi. Inoltre, l’abbruciamento di residui vegetali è anche disciplinato dal decreto legislativo 152/2006 (Testo unico in materia ambientale) e sanzionato laddove non costituisca normale pratica agricola consentita per il reimpiego dei materiali o venga effettuata per periodo di massima pericolosità.»

L'Assessore ha poi specificato che vi è «comunque allo studio una norma - per ora oggetto di confronto tra Dipartimento ambiente e Corpo forestale - i cui principali elementi sono l’aspetto delle distanze, le problematiche relative agli incendi boschivi, e dove troverebbe collocazione anche l’impianto sanzionatorio. Sono continue anche le interlocuzioni con le associazioni degli agricoltori, gli enti locali, il Corpo forestale finalizzati al raggiungimento di una visione condivisa propedeutica all’elaborazione della norma tenendo conto delle specificità del nostro territorio.»

Riguardo agli indici di pericolosità, l'Assessore ha richiamato «il modello organizzativo generale: la Regione è dotata di una carta della pericolosità di incendio boschivo (ultima versione del 2017) che individua 5 fasce, da trascurabile a estrema, basata su parametri vegetazionali, orografici e statistici. Per ottimizzare i servizi di prevenzione e avvistamento, nonché per supportare le attività di estinzione, il Nucleo antincendi boschivi del Corpo forestale consulta quotidianamente un apposito indice di pericolo d’incendio su tutto il territorio regionale, adottato sin dal 1994. Auspichiamo che l'affinamento delle metodologie previsionali possa essere raggiunto anche attraverso la revisione del Piano regionale per le attività di previsione e lotta attiva agli incendi boschivi. Questione che nelle prossime due settimane sarà oggetto di lavoro con il collega Carrel così da aggiornarlo e, soprattutto, per darsi un traguardo sia a livello di tempistiche che di contenuti, mantenendo l'attenzione al territorio e al mondo agricolo.»

La Consigliera Minelli si è detta insoddisfatta: «Siamo fermi a due anni fa: in buona sostanza, le norme che avevamo ritenuto non sufficientemente adeguate già a inizio Legislatura - con un peggioramento della pericolosità negli ultimi due anni a causa dell'aumento della siccità - sono ancora allo studio. Anche il Corpo forestale ha chiesto una norma per poter agire in modo corretto. C'è un confronto tra le strutture, ma nulla più. Riguardo agli indici di pericolosità, c'è un modello che risale al 2017: sarebbe importante dare il compito al Centro funzionale, così come accade per il periodo invernale per il rischio valanghe, di elaborare un bollettino sulla situazione della pericolosità incendi. Se si cerca di tenere pulito un bosco, si produce del materiale di scarto non facile da smaltire: si potrebbe guardare ad altre realtà, come la Provincia di Bolzano che ha una legge dal 2000, o al Parmense dove hanno introdotto alcune misure, come il trituratore comunale, da utilizzare a turno da parte degli utenti; sono solo suggestioni, da approfondire. Da qui in avanti, in assenza di adeguate precipitazioni, la situazione diventerà sempre più complicata: occorre affrontare in modo serio e rapido questo problema.»

 

SC