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Comunicato n° 674 del 12 dicembre 2022

Leggi di bilancio: l'intervento del Consigliere Stefano Aggravi

Ha illustrato i provvedimenti in qualità di relatore di minoranza

 

Nella seduta consiliare del 12 dicembre 2022, dopo l'illustrazione del Presidente della seconda Commissione, è intervenuto il Vicecapogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Stefano Aggravi, in qualità di relatore di opposizione sulla legge di stabilità regionale e sul bilancio della Regione autonoma Valle d'Aosta per il triennio 2023-2025.

«Se si prendono i dati relativi al periodo dal 2018 ad oggi - ha osservato il Consigliere -, si può chiaramente notare come non vi sia un costante andamento dei risultati, vuoi per le due annualità di pandemia, vuoi perché il binomio “previsione/impegno” è sempre più dipendente dalle fasi di instabilità politica e dalle varie assegnazioni delle deleghe dei vari Assessorati nei repentini cambiamenti di maggioranza di questi anni. Una analisi meriterebbe di essere condotta asetticamente e ci dovrebbe portare sempre più a considerare la necessità di definire ex ante le strutture degli Assessorati. Una scelta che andrebbe a vantaggio della “continuità amministrativa” delle strutture al di là della guida politica presente di volta in volta, di caso in caso, di crisi in crisi. Un ulteriore interrogativo va poi fatto sui significativi avanzi di bilancio degli ultimi anni, che rischiano di far perdere senso alle politiche di programmazione e che fanno diventare la seduta di Consiglio dedicata all'utilizzo dell'avanzo disponibile il reale momentum politico di governo della spesa regionale.»

Guardando ai dati triennali, il Vicecapogruppo della Lega VdA, ha parlato di «bilancio poco prospettico, con una capacità programmatoria che non va oltre l'anno: il 2023 sarà infatti l'anno più ricco (con + 180,6 milioni rispetto al 2022), mentre le risorse per il 2024 e il 2025 sono nettamente inferiori. La principale voce di spesa è quella della tutela della salute che, sommata alle politiche sociali e famiglia, corrisponde ad un terzo del bilancio. Tuttavia, a fronte dei 406,7 milioni di euro stimati per il 2023 per la programmazione sanitaria, si rileva una decrescita di 29 milioni nei due anni successivi, soprattutto per i Livelli essenziali di assistenza (LEA). Positivo, invece, il livello di spesa per gli investimenti: un dato che ci fa ben sperare, visto che la nostra infrastruttura sanitaria ne ha tanto bisogno.»

«In questo bilancio, però, non si trova molto altro, se non continuità e una timida prudenza. È un bilancio in attesa rispetto ad una soluzione politica di questa fase di mista "empasse" ed "endrumia tattica" che si fa attendere da tempo. Le misure che troviamo - sostegno aggiuntivo agli enti locali per la continuità dei servizi erogati a fronte della crisi energetica, interventi straordinari per l'edilizia residenziale pubblica e per le politiche del lavoro, realizzazione del secondo lotto del Polo universitario di Aosta, acquisto treni, rifinanziamento del fondo di rotazione per le strutture ricettive - sono senza dubbio utili, ma non incidono certo sulle storiche e prossime problematiche della nostra comunità. Restano sul tavolo parecchie incognite, una su tutte le tante domande per il "Bonus Entreprises" che ad oggi non sono state ammesse per indisponibilità sopravvenuta di fondi.»

«Sarà importante - ha concluso Aggravi - capire come meglio poter governare e programmare le politiche di spesa pubblica nei prossimi anni. Occorrerà dare vita ad una sorta di controllo di gestione dei conti pubblici regionali per capire come si potrebbe fare meglio già in fase di programmazione, anche con cambi radicali. Sulla riforma della macchina amministrativa, mi auguro che le valutazioni che si stanno conducendo riguardino anche la spesa per il personale e le tante strutture in cui è suddivisa l'amministrazione. C'è poi la necessità ormai non più derogabile di riformare nel complesso il nostro ordinamento finanziario: altrimenti, il trend della spesa e l'andamento delle entrate, sommate ai rischi che incidentalmente si presentano come la questione dei Tunnel del Monte Bianco e del Gran San Bernardo oltre che le evoluzioni della congiuntura economica e sociale, finiranno per caderci addosso trovandoci impreparati e dover trovare soluzioni immediate non sempre a costo zero. Dirsi oggi soddisfatti e che l'andamento delle nostre finanze è positivo per effetto, soprattutto, delle entrate di provenienza centrale ed europea, significa essere miopi rispetto al futuro che ci attende.»

 

SC