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Comunicato n° 649 del 30 novembre 2022

Dibattito sul Documento di economia e finanza regionale 2023-2025

Nella seduta consiliare del 30 novembre 2022, dopo l'illustrazione dell'Assessore alle finanze, è iniziato il dibattito sul Documento di economia e finanza regionale per il triennio 2023-2025.

Sul DEFR sono stati depositati 33 ordini del giorno, di cui 15 del gruppo Lega Vallée d'Aoste, 13 del gruppo Forza Italia e 5 del gruppo Pour l'Autonomie.

Il Vicecapogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Stefano Aggravi, ha evidenziato che «il DEFR arriva nel mezzo di una stagione politica regionale sempre più influenzata non tanto dall’instabilità in sé, bensì dagli effetti dell’azione di una serie di singolarità che ad oggi risultano ancora di fatto in piena attività. Un quadro che, sommato alla globale incertezza sull’evolversi della congiuntura economica e sociale non permette sicuramente di poter programmare nel dettaglio e con forte volontà politica quelle riforme piccole o grandi di cui la Valle d’Aosta ha bisogno. L'attuale contesto economico è caratterizzato da una forte inflazione che si è poi ulteriormente accentuata dallo scoppio della guerra in Ucraina e dagli effetti della pandemia. Il tasso di disoccupazione è in crescita rispetto agli anni precedenti (+7,3%) ed è maggiore rispetto a quello registrato nella fase precedente allo scoppio della pandemia. È un dato questo su cui occorre lavorare.» Per quanto riguarda la finanza pubblica, Aggravi ha ricordato che «il 2023 sarà l’ultimo anno nel quale la Regione percepirà l’ultima tranche di trasferimento, pari a 45 milioni di euro, sulle somme riconosciute dallo Stato per la mancata devoluzione della compartecipazione sui versamenti delle accise di birra ed energia elettrica per il periodo 2011-2014. Il 2025 sarà invece l’ultimo esercizio di riferimento che beneficerà degli effetti dell’accordo di finanza pubblica raggiunto con lo Stato nel 2018 che ha previsto un trasferimento a favore della Regione di risorse destinate ad investimenti pari a 120 milioni di euro. Tutti elementi che, sommati alle risorse iscritte a bilancio di provenienza europea e dalle progettualità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di cui beneficia la nostra Regione, devono portarci ad una seria riflessione sul futuro della nostra finanza pubblica regionale.  Anche sul lato delle spese c’è tanto da fare, soprattutto su ambiti di non poco “peso” per il bilancio regionale. La macchina amministrativa regionale ha un costo e un numero di dipendenti che pur essendo alto, non sembra mai soddisfacente ai bisogni dell’Amministrazione e bisognerebbe fare una riflessione approfondita sul livello di produttività di questa grande macchina. Come possiamo riformare questo sistema e quello degli enti locali se non cerchiamo prima di capire come poter costare meno per liberare utili risorse pubbliche da poter utilizzare per altri scopi di bilancio? A fronte di tutte queste considerazioni ci chiediamo se la maggioranza avrà la forza per individuare e sostenere alcuni punti programmatici cardine che devono necessariamente essere affrontati da qui al 2025. Questa compagine di governo come potrà interloquire con lo Stato centrale per definire un modello di ordinamento finanziario rinnovato? Questa compagine di maggioranza, le sue singole componenti, hanno la forza e la coesione per dare corso alla riforma tanto attesa dell’amministrazione pubblica e degli enti locali? Insomma, quale è oggi la forza di chi ci presenta questo Documento di programmazione economica e finanziaria che al suo interno ha non poche debolezze e ombre sul futuro della nostra regione?»

La Consigliera di PCP Chiara Minelli ha lamentato «il ritardo con cui è stato presentato il DEFR, che dovrebbe essere approvato entro il mese di giugno, con largo anticipo rispetto al bilancio. Siamo al settimo anno da quando è stato previsto e da sette anni non rispettiamo i termini: il DEFR continua ad essere considerato uno dei documenti obbligatori della manovra, ma non l'atto che ispira il bilancio stesso. E questo perché manca una "cultura della programmazione". Negli anni, anche per giustificare i ritardi, si sono usate varie espressioni: nel 2021 si era parlato di DEFR-bilancio di transizione, quest'anno potremmo definirlo il DEFR-bilancio dell'incertezza, vista la situazione politica. Un DEFR nel complesso deludente, che è lo specchio di una Giunta e di una maggioranza senza nuove idee programmatiche. Un DEFR mogio senza ancoraggio con un programma di governo, senza uno sguardo sul futuro, senza un'anima politica.» Entrando nello specifico, la Consigliera ha osservato che «è vero che ci sono schede per ogni obiettivo con le quantificazioni finanziarie, ma sono scomparsi gli obiettivi prioritari di governo per lasciare il posto a 36 obiettivi strategici, degli Assessorati e dei Dipartimenti. C'è poi una disomogeneità del documento, con delle sovrapposizioni di temi senza un'impostazione strutturata e globale. Mancano poi obiettivi su temi molto rilevanti: sulla strategia Fossil fuel free, ci sono solo accenni sparsi, ma il tema è di tale rilevanza che richiedeva un punto a sé stante e una scheda precisa, con tempistiche puntuali e risorse finanziarie; sulla ferrovia, l'unico obiettivo è l'acquisto di tre treni, fra l'altro quasi interamente con soldi dello Stato, mentre nei prossimi quattro anni ci saranno in Valle d'Aosta investimenti dello Stato e RFI per 146 milioni di euro e la Regione si limita a stare alla finestra, invece di sostenere interventi minori ad esempio sulle stazioni (es. sottopasso di Aosta). Anche rispetto al sociale ci sono evidenti carenze: c'è solo un accenno, là dove si parla del Piano per la salute ed il benessere sociale, al grande tema del contrasto alla povertà. Un'altra mancanza grave riguarda la questione delle due discariche di Pompiod e Chalamy: non se ne parla, non c'è un obiettivo indicato, eppure sappiamo che questo è un grande tema, fonte di preoccupazione diffusa. C'è infine una evidente sproporzione nella previsione di destinazione delle risorse finanziarie: il patrimonio archeologico e monumentale è considerato di grande valore, ma costatiamo che le caselle sono vuote, mentre per le politiche di sviluppo sciistico sono indicati ben 134 milioni di euro per il prossimo triennio. Sono scelte di fondo miopi, soprattutto considerando che il grande problema dei cambiamenti climatici ci impone di fare una programmazione lungimirante e di individuare azioni per una progressiva diversificazione dell'offerta turistica, individuando fin d'ora nuove strade su cui investire. Quest'anno, in considerazione della situazione di estrema incertezza che stiamo vivendo, non sapendo se questo DEFR sarà portato avanti da questa non maggioranza o se sarà sconfessato dalla nuova - se e quando mai nascerà -, ma soprattutto memori dell'atteggiamento riservato alle nostre proposte durante la discussione del DEFR a dicembre 2021, quando il Presidente aveva addirittura rifiutato di commentare i nostri emendamenti, abbiamo deciso di limitarci ad interventi di valutazione politica e non presentare emendamenti o ordini del giorno.»

Il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, ha sostenuto che «il DEFR ha necessità di stabilità politica per poter essere affrontato e la situazione attuale ne condiziona pesantemente la realizzazione. Stiamo uscendo dalla pandemia e il bilancio 2021 risente ancora fortemente di questo momento di grave emergenza che ha messo in luce tutte le criticità del sistema valdostano. Il crollo del PIL del 2020 ha avuto una ripresa nel 2021 e nel 2022 che è, si, in linea con la media nazionale ma che è decisamente più bassa di quella delle regioni del Nord Ovest. Addirittura per il 2023 si prevede una crescita inferiore anche alla media nazionale con un conseguente ulteriore aumento del gap con l'Ovest d'Italia. Per quanto riguarda la domanda, si registra una crescita rispetto al 2020 ma con un delta significativamente negativo rispetto alla situazione pre pandemica. Tra il 2007 e 2009 sono poi anche diminuiti del 67% gli investimenti della pubblica amministrazione che hanno un peso rilevante sull'economia valdostana. Preoccupa anche la crescita dell'inflazione con incrementi a doppia cifra derivati prevalentemente dall'aumento costi energetici e che influiscono in maniera rilevante sul nostro tessuto produttivo formato soprattutto da micro e piccole imprese oggi in seria difficoltà. Regge la finanza regionale grazie, però, ai trasferimenti di finanza statale. Questo ha generato certezze nella pubblica amministrazione a cui, però, corrisponde la totale insicurezza dei cittadini valdostani. La pandemia ha portato grossi cambiamenti nella nostra società che hanno condizionato pesantemente le decisioni di famiglie e imprese. L'aspetto demografico è l'elemento di sintesi sull'attrattività del nostro territorio e della sua capacità di trattenere i residenti. I dati destano seria preoccupazione: la Valle d'Aosta ha perso duemila abitanti rispetto al 2011; l'indice di vecchiaia è molto alto ma alla corrispondenza dell'allungamento della vita dovrebbe corrispondere l'aumento della natalità che invece non è stato rilevato.  Nelle Province di Trento e Bolzano i dati sono nettamente migliori perché c'è una maggiore attenzione ai problemi reale della gente. A noi sembra invece che questa maggioranza non sappia neanche dove vuole andare. Ci sono grosse riforme previste in tutti i settori ma ci sarà la forza per realizzare tutto quanto previsto?»

Il Consigliere Mauro Baccega (FI) ha osservato che «i dati contenuti nel documento sono poco confortanti per quanto riguarda lo sviluppo della nostra regione. È un documento che genera incertezze, che non presenta strategie di spessore tant'è che, anche le strutture regionali, sono in seria difficoltà a portare avanti quanto previsto. Il DEFR tratta in modo sintetico il tema del welfare, rimandando ad un generico e poco chiaro Piano strategico e dimentica completamente il "fattore famiglia". Si parla di grandi riorganizzazioni della sanità e si rimanda tutto al Piano salute e benessere sociale, il cosiddetto "libro dei sogni". Altre lacune sono palesemente evidenti sul tema dell'ambiente. Un esempio sopra tutti riguarda il futuro della discarica alle porte di Aosta, orma in fase di saturazione, per cui non è stato previsto alcun intervento, mentre sarebbe opportuno avviare con urgenza uno studio sul suo destino.»

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, si è concentrato sulla parte del DEFR dedicata alle politiche sociali: «Il capitolo sulla sanità, salute e politiche sociali è liquidato in poche righe. Si parla della riorganizzazione della governance di settore con cui, sostanzialmente però, si demanda al soggetto terzo l'erogazione dei servizi. La cabina di regia che dovrebbe indicare la direzione da seguire è delineata in maniera vaga e non ben definita prevedendo in maniera inopportuna anche la partecipazione degli stessi erogatori di servizi. Il documento non fa nessun riferimento alla povertà, né tantomeno dà risposte concrete e immediate per intervenire nei confronti delle persone che si trovano in stato di necessità. Il problema della casa non è stato affrontato in maniera soddisfacente, svilendo le questioni legate all'abitazione che invece rappresentano la necessità assoluta e primaria per tutti i cittadini. La disabilità viene affrontata come un problema sanitario e non come un problema a tutto tondo con ricadute in tutti gli ambiti della società. Nessun riferimento alla famiglia e al suo sostegno, nessuna progettualità se non un accenno a un futuro asilo nido. Il sostegno alle fasce superiori di reddito, profondamente colpite dalla crisi economica e delle bollette, non è stato preso in considerazione. Insomma, questo documento è il frutto di un lavoro carente, incompleto e non esaustivo che non tiene conto della situazione di necessità del nostro tessuto sociale e delle categorie più deboli.»

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, ha dichiarato: «Sul quadro della finanza pubblica regionale sottolineiamo la necessità di procedere ad un riparto fiscale nuovo, ad un accordo con lo Stato che veda per la Regione certezza di entrate oltre il 2025, altrimenti diventa difficile dare contezza e gambe ai nostri progetti. Qual è il progetto che sta dietro a tutti questi obiettivi? Possiamo condividere la scelta di indicare due obiettivi per ogni Dipartimento, ma ci dovrebbe essere un fil rouge che li unisca tutti, che noi non vediamo. Non vediamo un progetto di Valle d'Aosta futura: non lo vediamo nel turismo né sugli altri settori. Manca una visione complessiva dell'evoluzione della società e dell'economia regionale: non troviamo misure concrete per fronteggiare il caro energia, né per dare risposte al commercio in montagna per evitare l'abbandono delle terre alte. Non vediamo un piano marketing, che era stato invocato in Commissione; non ci sono politiche di formazione del personale dell'accoglienza. Sulla riorganizzazione dell'Amministrazione e lo studio della Bocconi, ci sono scadenza fino al 2025, senza indicare però una soluzione. Riguardo alla revisione di finanza locale e riforma dei segretari comunali, si era parlato di un testo unico quale obiettivo molto sfidante, ma ora si abbassa l'asticella e si faranno due riforme. Insomma, quello che manca è un progetto macro che unisca tutti gli obiettivi: se non abbiamo chiaro il disegno, diventa difficile confrontarsi e portare il proprio contributo dal punto di vista politico.»

Per la Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, «oggi, vista l'assenza di una maggioranza stabile e del tanto annunciato allargamento dei 18, possiamo dire che l'approvazione di questo DEFR sarà un mero adempimento formale perché, a meno di non essere dei personaggi in cerca di autore, chiunque entrerà in questa maggioranza vorrà dire la sua e influire nelle scelte future. Questo documento non può dare e non dà risposte ai valdostani, perché come si può pensare di programmare i prossimi tre anni di attività ed esplicitare con chiarezza l'azione di governo se questo c'è, non c'è, si allarga, si revisiona, si rimpasta, cambia Presidente, ridefinisce le deleghe e chi più ne ha più ne metta? E non accetto la continua narrazione che sia la minoranza a parlare di questo strano gioco della cavallina attorno alle poltrone, la narrazione di un teatrino. Le pagine dei giornali sono riempite da voi stessi che state dando uno spettacolo molto poco edificante, mentre bisognerebbe lavorare.» Entrando nel contenuto del DEFR, la Consigliera ha detto: «Questo DEFR sembra una bruttissima copia di quello precedente in cui vi sono anche incongruità fra le diverse parti. Di fronte a crisi dei fondamentali economico-sociali e demografici, manca una programmazione coerente, che vada oltre i soliti investimenti sulle funivie. Riguardo al sistema degli enti locali, è condivisibile lavorare sulla revisione della finanza locale, necessaria perché ormai datata e soprattutto nel tempo fortemente snaturata, o sul quadro normativo dei segretari; ma forse prima, o ancor meglio contemporaneamente, di lavorare sui mezzi che consentono di far funzionare il modello organizzativo “enti locali” è necessario pensare a quale modello questi strumenti devono far funzionare. Questo sistema, a partire dalla crisi finanziaria del 2008, ha iniziato ad essere snaturato, con una visione “regionecentrica”, un incremento dei trasferimenti con vincolo, a volte ponendo semplicemente in capo alla finanza locale delle spese del bilancio regionale: è quindi opportuno che si faccia una riflessione. Rispetto all'istruzione per due anni nel DEFR si diceva che si sarebbe risolta la difficile situazione del precariato, al terzo anno, in modo più cauto, si fa notare che praticamente nulla è cambiato. Rispetto a questo non si fa nessun accenno alla vera emergenza relativa agli insegnanti e operatori di sostegno, così come scompare completamente la problematica delle segreterie scolastiche. Passo indietro anche sull'edilizia scolastica dove la visione di insieme non ci pare ancora chiara, dove le palestre passano da quattro a tre e dove non si prendono in considerazione i dati di contesto. Il declino della sanità è sotto gli occhi di tutti e l'obiettivo proposto è un nuovo libro dei sogni più che un obiettivo concreto: si riporta sostanzialmente gran parte del Piano della salute e del benessere fermo in Commissione. Manca un approccio trasversale che metta al centro la persona e i suoi bisogni, attento alle risorse umane, con la pianificazione delle azioni da intraprendere. Apprendiamo inoltre che l'avvio dei lavori dell'ospedale Parini di cui ad oggi non conosciamo la variante e il costo delle opere prenderà avvio nel 2023, intanto altri soldi vengono stanziati per tacconare il Parini, per l'adeguamento sismico del Beauregard e le promesse del presidio unico pian piano svaniscono. Per evitare di prendere ancora in giro i valdostani sarebbe meglio non dichiarare più l'inizio o la fine dei lavori di quest'opera monumentaria di cui non abbiamo nemmeno ancora il parere definitivo della Soprintendenza. Ritroviamo ripetuta per il terzo anno di fila la problematica relativa alle norme su Vigili del fuoco e Corpo forestale per cui nessun passo in avanti è stato fatto. Insomma, questo documento presentato e che voterà una maggioranza non maggioranza non fa altro che dimostrare quanto poco si considerano documenti così importanti.»

I lavori sono sospesi e riprendono domani, giovedì 1° dicembre, alle ore 9, con il prosieguo dell'esame del DEFR.

 

SC-LT