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Comunicato n° 578 del 2 novembre 2022

Comunicazioni del Presidente del Consiglio, Alberto Bertin

Dibattito sull'archiviazione dell'inchiesta Egomnia riguardante le elezioni regionali del 2018

Il Presidente Alberto Bertin ha aperto i lavori dell'Assemblea convocata oggi, mercoledì 2, e giovedì 3 novembre 2022, per discutere un ordine del giorno composto di 57 oggetti.

Il Presidente Bertin, nelle sue comunicazioni all'Aula, ha ricordato che «venerdì scorso, 28 ottobre, si è avuto notizia dell'archiviazione dell'inchiesta Egomnia riguardante le elezioni regionali del 2018. Con l'archiviazione si conclude, sul piano giudiziario e penale, una vicenda che ha coinvolto le istituzioni, creando le premesse per lo scioglimento anticipato del Consiglio Valle, prima volta nella sua storia, e che ha inciso sull'immagine della Valle d'Aosta. Una vicenda che ha inoltre messo a dura prova le persone che a vario titolo sono state coinvolte, per le quali, finalmente, dopo oltre tre anni, la vicenda si è conclusa.»

Il Vicecapogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Stefano Aggravi, è intervenuto sull'inchiesta per «chiedere che fine abbiano fatto i "pesciolini rossi": il 16 dicembre 2019, quando iniziò questo triste percorso, il Consigliere Bertin, oggi Presidente, ricordò che questa era innanzitutto una questione politica che riguardava tutta la società. Il Presidente disse anche che non bastava inseguire un fatto di cronaca quando succede qualcosa e poi dimenticare con la solita velocità della memoria del pesciolino rosso. Perché leggiamo oggi quattro stringate righe dal Presidente del Consiglio? Visto che è sempre stato molto bravo a parlare di coerenza, a puntare il dito contro alcune forze politiche, io chiedo: avete parlato di questo in maggioranza, ha puntato questo indice in maggioranza? Ne ha fatto una questione politica? Sarebbe importante capirlo visto che siete in 18 e forse anche meno.»

Per la Capogruppo di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz, «l'esito positivo di questa vicenda fa tirare un sospiro di sollievo e ci fa vedere vicino ai colleghi che hanno subìto accuse. Ma questo esito non può essere usato per abbassare la guardia sulla contaminazione della 'ndrangheta della Valle d'Aosta: ci stupiamo anche delle parole stringate dette dal Presidente del Consiglio, che nel marzo 2021 quando si aveva avuto notizia del coinvolgimento del Consigliere Testolin, aveva invece parlato di quadro sconfortante e inquietante. Chiediamo quindi al Presidente Bertin se quelle parole oggi siano cambiate o se confermi quanto aveva detto. In attesa di leggere il fascicolo della procura, riteniamo grave che siano sollevate accuse molto gravi, perché c'è una profonda differenza tra condotta etica e condotta penale. Mi auguro che chi sarà chiamato a occupare la Presidenza della Regione userà un pugno duro e forte contro i fenomeni mafiosi, perché in Valle d'Aosta la mafia c'è e bisogna aumentare il livello di attenzione: denunciare comportamenti illeciti, aumentare la trasparenza per evitare infiltrazioni, non abbassare la guardia sulle regole per sale scommesse e sale slot vista la stretta connessione delle stesse con l'usura.»

La Consigliera Chiara Minelli (PCP) ha aggiunto: «È sconcertante che oggi non si sia deciso di aprire un dibattito su questa questione, ma di limitarla al tempo delle comunicazioni, perché un'analisi andrebbe fatta su questa vicenda. Tutti ci auguriamo che dalle motivazioni dell'archiviazione emerga che con c'è stata nessuna contiguità tra i politici della nostra regione ed esponenti di organizzazioni mafiose, la cui esistenza è stata però conclamata dalle sentenze di "Geenna". Sostenere che non sia successo nulla è sbagliato e dannoso: c'è stata una archiviazione di cui non conosciamo le motivazioni. Visto che abbiamo un Osservatorio antimafia, chiediamo che si attivi su questo fronte per analizzare le motivazioni di questa archiviazione. È poi sorprendente che la proposta di indicare il Consigliere Testolin alla Presidenza della Regione sembri andare nella direzione di un risarcimento ex post. E con il nostro sistema non si sceglie un presidente esclusivamente sulla base delle preferenze, non è l'affare interno di un movimento, è argomento che riguarda tutti gli alleati.»

Il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, ha espresso le proprie felicitazioni per l'esito della vicenda Egomnia evidenziando che «bisogna soffermarsi sulle questioni giudiziarie a tutto tondo ponendo attenzione alle vicende che hanno colpito pesantemente nell’ultimo quinquennio coloro che hanno ricoperto un ruolo amministrativo e politico. Le questioni giudiziarie hanno visto uscire tutti in modo pulito sia dal procedimento Egomnia che da altre inchieste come quella della Corte dei Conti. Spiace rilevare che le sentenze di assoluzione o di archiviazione siano arrivate dopo lunghi anni di attesa in cui i politici si sono trovati un fardello pesantissimo sulle spalle che si porteranno nel corso della vita. I riflessi sotto il profilo politico sono evidenti. La politica ha pagato un prezzo altissimo generando una disaffezione da parte dei cittadini e alimentando il quadro d’instabilità culminato con lo scioglimento del Consiglio regionale nel 2020 e le nuove elezioni, nel pieno di una pandemia. La politica ha speculato su queste situazioni e non può liquidare la vicenda con semplici felicitazioni per l'esito dell'inchiesta.»

Il Consigliere Mauro Baccega (FI) ha ricordato alcune affermazioni compiute nella precedente Legislatura: «"Vi vogliamo mandare tutti in galera" diceva all'epoca il Movimento 5 Stelle che oggi non più presente su questi scranni. Il Presidente Bertin ha più volte sostenuto quanto dicevano i 5 Stelle, dimostrando solidarietà in questa direzione. Per fortuna, in questi anni sono arrivate anche dimostrazioni di solidarietà e il mio, oggi, è un grido di felicità nei confronti di chi è stato assolto. Abbiamo lavorato anche a livello nazionale sulla questione della giustizia che ha condizionato pesantemente la politica valdostana di questi anni. Saremo propositivi per avviare una riforma della giustizia dove non siano i media a fare le sentenze.»

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, ha espresso «solidarietà umana a tutti i coinvolti nell'inchiesta e grande amarezza per quanto tutto questo ha influito sulla storia politica della nostra Regione. Sono trascorsi tre anni, un tempo lunghissimo, e a tal fine mi preme sottolineare come Pour l'Autonomie sia stato l'unico movimento autonomista ad aver creduto fortemente nella riforma della giustizia che deve essere fatta per tutti i motivi che oggi sono stati evidenziati dall'Aula.»

Il Capogruppo dell'Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz, ha osservato: «La magistratura faccia il suo lavoro, ma la politica cessi di speculare in modo infame. Io, oggi, me la prendo con la politica e con quella parte di stampa che, per qualche vendita o visualizzazione in più, fa dei titoli che descrivono la classe politica come una classe di farabutti. Questa è una speculazione politica. Chi è stato artefice di tutto questo? In gran parte la politica. L'avviso di garanzia diventa una condanna, abbiamo dei politici che sono campioni del mondo del tintinnio delle manette. La politica deve fare un esame di coscienza, perché il mondo gira. Oggi, si è chiuso un capitolo, non facciamo gli sciacalli.»

Il Consigliere dell'UV, Giulio Grosjacques, ha aggiunto: «L'archiviazione dice che i politici che sono stati infangati da questa indagine non ne sono coinvolti. Il riconoscimento della posizione del collega Testolin, se così sarà al termine del confronto con le forze di maggioranza, non è un premio perché è scampato ad una indagine, è il riconoscimento del consenso popolare ottenuto attraverso sistemi leciti e non viziati da aiuti veri o presunti di organizzazioni mafiose. Invito la Senatrice Spelgatti, oggi presente in quest'Aula, a farsi carico delle osservazioni e delle criticità emerse in questo dibattito per portarle nelle sedi istituzionali competenti.»

«Sono temi delicati discussi più volte in questo Consiglio - ha commentato il Capogruppo di AV-VdAU, Albert Chatrian -. Dal punto di vista umano, finalmente, le persone coinvolte sono state liberate da un incubo giudiziario. Nel 2019 il nostro collega di gruppo Laurent Viérin ha dato immediatamente le dimissioni, decisione non facile ma nel totale rispetto e in difesa delle istituzioni. Analogamente anche il Presidente della Regione e altri Consiglieri decisero di dimettersi anche dal ruolo di Consigliere. Una situazione difficile in cui si cercò di reagire in piena pandemia, come meglio si poteva nell'accompagnare l'ordinaria amministrazione, e il Consiglio, pur non avendo una maggioranza, approvò leggi utili per sostenere la grave situazione in corso. Le conseguenze di questa e altre inchieste hanno, però, indebolito le istituzioni e tutta la classe politica. Con la consapevolezza che le associazioni criminali cercano di entrare nelle istituzioni e nel nostro tessuto economico e sociale e nel tenere alta la guardia rispetto a fenomeni che sono assolutamente da condannare e combattere, è importante comunque e sempre che la buona politica non abdichi mai al proprio ruolo, rispettando le funzioni e i compiti della magistratura.»

Il Capogruppo di Stella Alpina, Carlo Marzi, ha sostenuto che «la politica si trova sempre sola nei momenti in cui lei stessa viene esposta al giudizio preventivo e sommario dell'opinione pubblica. Esprimiamo, come Movimento, vicinanza a tutti i colleghi coinvolti nell'inchiesta e, in particolare, all'uomo, amico e allora Assessore regionale Stefano Borrello che in quel drammatico giorno fu il solo a venire in Aula a motivare la propria scelta di dare le dimissioni e lo fece da politico, marito e padre con tutto lo sgomento del caso. Certa politica ha assunto un ruolo di sciacallaggio come strumento politico: si erge a giudice cercando di approfittare della debolezza altrui dimenticando che un politico che viene colpito da questo tipo di situazioni viene penalizzato nella sua attività politica e professionale e che questo si riverbera inevitabilmente sulle istituzioni. Il giustizialismo puro e aprioristico è diventato protagonista in questo mestiere dalla fine della prima Repubblica, noi esprimiamo solidarietà nei confronti di chi è rimasto colpito da questo malcostume, ma soprattutto condanniamo alla prova dei fatti quei colleghi e quelle forze politiche che, strumentalizzando questi episodi, indeboliscono la politica tutta e le istituzioni di tutti.»

«Le sentenze vanno accettate e l'archiviazione è un elemento positivo per chi è stato indagato - ha commentato il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier -. Mi ricordo bene della sofferenza di alcuni colleghi quando sono stati invitati a ritirare l'avviso di garanzia sulla questione Casinò nel 2018 e, all'epoca, il nostro gruppo aveva anche chiesto una presa di posizione a sostegno degli enti locali. I Sindaci erano in difficoltà visto che veniva messa in discussione la loro azione amministrativa creando una situazione molto tesa. Rinnovo la solidarietà ai colleghi sia a livello personale che del nostro gruppo. In Aula oggi si sta cercando di fomentare una situazione: le sentenze non si discutono e non ripartiamo con polemiche sterili che non portano a nulla. Teniamo invece alta l'attenzione sul malaffare.»

Il Consigliere Claudio Restano (GM) si è soffermato «sul comportamento della politica quando è interessata in prima persona da inchieste di questo tipo, il cui agire viene condizionato dalla volontà di alcuni gruppi consiliari di cavalcare queste vicende. La magistratura ha il dovere di investigare e la politica non ha il compito di giudicare. Il suo ruolo è quello di amministrare e di programmare il futuro. Noi lo abbiamo fatto con la creazione dell'Osservatorio antimafia che ha come principale obiettivo quello di informare e sensibilizzare la società sulle questioni del crimine organizzato. Non cadiamo in speculazioni e critiche che non aggiungono nulla al dibattito.»

Il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA) ha sottolineato che «il nostro ruolo è quello di parlare anche del confronto tra i diversi poteri dello Stato, cosa di cui la nostra Senatrice, oggi presente in Aula, è bene a conoscenza. Altrettando forse non si può dire del rappresentante delle forze autonomiste a Roma; forze che non hanno preso posizione sul referendum sulla giustizia. Ricordiamoci che le regole le fa la politica e non la magistratura che, invece, nel corso del tempo, è andata a occupare gli spazi lasciati vuoti dalla politica. Per quanto riguarda la condanna anticipata fatta nel caso Egomnia, è un fatto che ha condizionato inevitabilmente la politica. Ad oggi, però, non conosciamo ancora le motivazioni. Aborro le condanne anticipate ma non condivido neanche le beatificazioni immediate.»

Il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, ha replicato: «Non si può negare che questa vicenda penale abbia creato le condizioni per uno scioglimento anticipato di questo Consiglio: un fatto storico, mai accaduto prima. Un'indagine che ha coinvolto le persone in modo diverso, chi più chi meno, ma resta il fatto che tre anni per chiudere una vicenda siano assolutamente tanti: una giustizia con tempi così lunghi è di per sé ingiusta. Resta anche una questione politica: la presenza della 'ndrangheta in Valle deve essere contrastata in modo chiaro e senza impedimenti, innanzitutto dalla politica che non deve mai abbassare l'attenzione, dotandosi di tutti quegli strumenti a contrasto dei fenomeni mafiosi che da sempre cercano di condizionare i territori, di crearsi uno spazio in tutte le regioni, anche in Valle d'Aosta. Questo è un punto fermo che rimane al di là di ogni altra considerazione.»

 

SC