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Comunicato n° 371 del 22 giugno 2022

Approvate le disposizioni per la concessione di contributi alle piccole stazioni sciistiche

 

Nella seduta del 22 giugno 2022, il Consiglio Valle ha approvato il disegno di legge che contiene disposizioni per la concessione di contributi a favore delle piccole stazioni sciistiche di interesse locale.

Sul testo sono stati approvati tre emendamenti, di cui due della quarta Commissione e uno, depositato in Aula dall'Assessore allo sviluppo economico, volto alla costituzione di un apposito gruppo di lavoro composto da rappresentanti della Regione, delle società di gestione degli impianti e degli enti locali concessionari di piccole stazioni sciistiche nonché da altri soggetti pubblici o privati del territorio, nell'ambito degli accordi di cooperazione previsti dalla norma per garantire il raggiungimento delle finalità di rilancio turistico delle piccole stazioni sciistiche.

L'Assemblea ha anche approvato all'unanimità un ordine del giorno presentato in Aula dal gruppo Lega VdA che impegna l'Assessore allo sviluppo economico a informare le Commissioni consiliari competenti in materia di impianti a fune e società partecipate in merito alle attività di studio (prime considerazioni, valutazioni, conclusioni) in corso di espletamento per la valutazione e l'evoluzione dell'attuale modello di gestione e sviluppo delle stazioni sciistiche della Valle.

Sul testo di legge sono stati respinti altri due ordini del giorno del gruppo Lega VdA: uno che riguardava la rappresentanza all'interno del Consiglio di amministrazione della Monterosa Ski Spa delle amministrazioni comunali interessate, l'altro che chiedeva di prevedere nella delibera di definizione delle modalità per l'ottenimento del contributo anche un ambito specifico che si occupasse della pianificazione e dell'organizzazione di eventi sportivi.

La relazione del Consigliere Grosjacques

Il provvedimento si compone di quattro articoli volti a disciplinare la concessione di contributi in favore delle stazioni sciistiche aventi non più di tre impianti aerei e caratterizzati da un bacino di utenza prevalentemente locale. «Queste disposizioni - ha specificato il Consigliere relatore Giulio Grosjacques (UV) - discendono dall'impegno contenuto nella risoluzione approvata dal Consiglio a gennaio 2021 riguardante l'incremento dell'offerta turistica dell'impianto sciistico del Weissmatten e dei piccoli comprensori sciistici, a seguito della quale la quarta Commissione aveva dato mandato all'Assessore Bertschy di predisporre un testo di legge che, attraverso il sostegno finanziario pubblico, potesse garantire una riorganizzazione complessiva di tutti i piccoli comprensori sciistici presenti in Valle.»

«Uno degli obiettivi principali - ha proseguito Grosjacques - è il riconoscimento del ruolo fondamentale delle piccole stazioni sciistiche nell'economia delle nostre comunità di montagna, come strumento di sviluppo socio-economico legato, da un lato, al sostegno delle attività turistico-ricettive e commerciali del territorio attraverso la garanzia di continuità di apertura per l'intera stagione invernale e, dall'altro, al mantenimento della popolazione nei comuni sui quali insistono tali impianti attraverso la conferma di numerosi posti di lavoro i quali, nel caso di chiusura degli stessi, sarebbero difficilmente sostituibili con altre iniziative imprenditoriali aventi uguale ricaduta in termini occupazionali.»

Le piccole stazioni sciistiche oggetto del provvedimento sono attualmente dodici, sette delle quali incardinate nelle grandi società Cervino Spa (Chamois), Pila Spa (Saint-Rhémy Crévacol e Cogne) e Monterosa Spa (Ayas Antagnod, Brusson Palasinaz, Gressoney-Saint-Jean Weissmatten e Champorcher) e cinque di proprietà delle amministrazioni comunali di La Magdeleine, Rhêmes-Notre-Dame, Valgrisenche, Ollomont e Saint-Vincent, che ne affidano la gestione in subconcessione a società o enti diversi.

«L'impegno di spesa - ha specificato il Consigliere Grosjacques -, stabilito in 2 milioni di euro all'anno per i prossimi tre anni, dovrebbe consentire di dare copertura a circa due terzi del possibile deficit previsto da tali stazioni, sapendo che il sostegno è riferito unicamente alle giornate di bassa affluenza dell'utenza, al fine di garantire la continuità anche nei periodi di scarso afflusso, come l'inizio e la fine stagione sciistica, in cui non ci sono le condizioni, dal punto di vista economico, per una continuità di apertura. Non dobbiamo però considerare questo disegno di legge come un semplice strumento di ripianamento delle perdite generate dalle piccole stazioni, ma al contrario una legge ambiziosa che lancia una sfida al territorio tutto intero, enti locali e operatori economici in primis, affinché tutti insieme creino i presupposti per mettere in campo dei progetti volti a invertire il paradigma della gestione e della fruizione dei piccoli comprensori sciistici, anche in ottica multistagionale, con l'obiettivo di aumentare le presenze: tutto questo dovrà concretizzarsi, ai fini dell'ottenimento dei contributi, attraverso accordi di cooperazione tra le società di gestione degli impianti e i comuni interessati, e più in generale con i territori aventi una ricaduta diretta, in termini commerciali ed occupazionali, dai benefici derivanti dalle misure di sostegno previste.»

«Un provvedimento quindi di grande importanza - ha concluso Grosjacques -, con un orizzonte triennale, al termine del quale dovranno essere misurate le effettive ricadute: siamo chiamati tutti ad uno scrupoloso lavoro per non vanificare le positive e immediate ricadute derivanti da questa legge e non essere costretti, al termine del triennio, a dover assumere decisioni dolorose, ma a quel punto non più rinviabili, nei confronti anche di una sola delle piccole stazioni oggetto di questo contributo.»

Il dibattito in Aula

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha commentato: «Questo disegno di legge rappresenta la risposta, a breve termine, alla continuità di servizio delle piccole stazioni sciistiche fatta tra le maglie della normativa europea che tanto piace a molti ma che pone dei limiti evidenti. Il sostegno economico solo per le giornate di bassa utenza che potrebbero risolversi con la chiusura dell'impianto da parte del gestore è un provvedimento che è stato preso a fronte di una petizione popolare finalizzata a mantenere l'apertura del Weissmatten a cui è seguita una risoluzione multipartisan sulla necessità di rivedere e riorganizzare l'intero sistema regionale degli impianti di risalita. Questa legge più di così non poteva fare ma bisogna iniziare a ragionare su tutto il resto e la riflessione non può essere fatta in emergenza che, invece, è il modus operandi tipico di questa maggioranza. È necessario cercare una soluzione valida per tutti gli impianti a fune: si parla di realizzare una sola società di gestione degli impianti a fune valdostani e mi auguro che questa legge non sia antesignana di un errore di questa portata. Gli elementi di gestione e sviluppo su cui ragionare sono perlopiù i medesimi per tutte le società ma bisogna valutarli ognuno nella loro unicità e complessità avendo chiari i risultati a cui si vuole arrivare e considerare a monte tutti gli elementi necessari per capire dove vogliamo andare. È necessario riflettere anche sulla struttura finanziaria dei nostri comprensori: oggi la Regione con Finaosta si sono mosse a vario titolo e con varie finalità ma, per la sopravvivenza di queste realtà, è necessario approfondire aspetti centrali come il cambiamento climatico in atto, gli investimenti da fare e le manutenzioni future. Bisogna pensare a un modello che non sia un carrozzone travestito da berlina fiammante e oggi pare che questa riflessione sia assente.»

Il Consigliere di PlA Augusto Rollandin ha ricordato che «la discussione di un anno fa sulla petizione del Weissmatten ha fatto emergere che questo impianto non era l'unico ad avere delle difficoltà e che la situazione delle piccole stazioni non doveva essere sottovalutata. È importante capire in che termini siamo in grado di sostenere le criticità, a fronte di problemi che non sono secondari: prima c'erano i Comuni che cercavano di sostenere i piccoli impianti, oggi, con questa legge, si dà una copertura alle esigenze che di volta in volta emergono, con un controllo sugli interventi già al termine del primo anno di applicazione, che consentirà di monitorare la situazione. Essendo il primo anno, è importante che ci sia continuità di intervento della Regione con i comuni e con le società che gestiscono le piccole stazioni. Ci sono situazioni diversificate: in Commissione abbiamo fatto un ragionamento su come prevenire i deficit e su come intervenire in modo da valutare oggettivamente e seriamente questo tipo di intervento, che ha un valore se è conseguenza delle indicazioni date dalla legge. Sarà questa una sfida importante che ci auguriamo porti ad un risultato effettivo per dare continuità di lavoro nei comuni interessati.»

«Questa legge è l'unica possibile ed è importante per il mantenimento del territorio e per l'economia dei comuni soprattutto di quelli ubicati in testata di valle - ha detto il Consigliere Erik Lavy (Lega VdA) - : è corretto garantire una perequazione nei periodi di massima e di minima affluenza. Tuttavia la norma non dà una direzione vera e propria per il futuro di tutti gli impianti di risalita e, oltre ai principi contenuti, sarà essenziale capire come sarà attuata: la maggiore cooperazione tra enti locali, gestori e Regione sulla carta è sicuramente lodevole ma con che modalità verrà realizzata? Come la mettiamo con certi amministratori ancora presenti oggi in alcune società che avevano posizioni contro il mantenimento dei piccoli impianti? Non è consigliabile che questi soggetti rimangano al loro posto, proprio per assicurare il rispetto dei principi della legge. Infine, visti gli importanti cambiamenti climatici in atto, sarà comunque centrale concentrarsi e ragionare sugli scenari futuri che, non è detto possano garantire la presenza della neve in tutte le località, pensando ad un "piano B" che vada al di là, appunto, della neve.»

Il Vicecapogruppo di AV-VdA Unie, Corrado Jordan, ha osservato che «le piccole stazioni sono caratterizzate da tensioni finanziarie legate a questioni strutturali anche per le loro ridotte dimensioni. Negli ultimi decenni hanno avuto ricadute significative che hanno permesso lo sviluppo in ambito turistico e non solo di molti territori, contribuendo così all'arricchimento dell'offerta turistica invernale, oltre che assicurare lavoro e sviluppo imprenditoriale. Intelligente è la proposta dell'Assessore Bertschy di intervenire esclusivamente a sostegno nei periodi di bassa affluenza e in periodi in cui per diseconomicità gli impianti potrebbero essere chiusi dai concessionari. Oltretutto, garantire la continuità di apertura produce effetti positivi rispetto al mantenimento dell'offerta turistica. Questa norma consente alle piccole stazioni di avere un dignitoso equilibrio finanziario, soprattutto nei confronti delle più grandi società in cui alcune sono accorpate. Interessante e sfidante, oltre che di assoluta responsabilità, è la condizione vincolante di definire degli accordi di cooperazione con azioni sinergiche che devono vedere i comuni protagonisti e che possano coniugare i piani gestionali societari con le strategie di sviluppo territoriale dei comprensori.»

Il Consigliere Christian Ganis (Lega VdA) ha rilevato che «la sinergia tra enti locali e gestori è un aspetto molto importante della legge. Aiutando le piccole stazioni, si avranno ricadute positive su tutto il territorio perché queste permettono ad intere comunità di sopravvivere grazie all'indotto economico generato. La pandemia, la crisi economica, il caro energia hanno fortemente penalizzato i piccoli comprensori sempre più fagocitati da quelli grandi. Le sinergie dovrebbero portare alla realizzazione di specifiche strategie di marketing per attrarre il target di turisti costituito prevalentemente dalle famiglie. La valorizzazione turistica del nostro territorio passa anche attraverso il rilancio di queste piccole località.»

Per il Consigliere dell'UV Renzo Testolin, «questo disegno di legge rappresenta l'evoluzione dell'attenzione da sempre dimostrata dell'Amministrazione regionale anche nei confronti delle piccole stazioni e si inserisce nel percorso di accompagnamento sostenuto dalla Regione negli ultimi 30 anni: percorso nato dalla necessità delle varie comunità di attivarsi per lo sviluppo locale, anche attraverso l'apertura di piccoli impianti per diversificare l'offerta turistica, sono nate piccole iniziative che hanno fatto crescere le comunità stesse, radicare le famiglie e far crescere nuove generazioni nei piccoli comuni di montagna. Questa attenzione nei confronti delle piccole stazioni oggi si ripete: un aspetto interessante è stato quello di saper cogliere le suggestioni del Celva che introducono un senso di responsabilizzazione delle comunità locali nello sviluppo di future iniziative e decisioni per il mantenimento sul territorio di una diversificazione dell'offerta turistica anche legata ai piccoli comprensori sciistici, sviluppando e facendo crescere una forma di turismo sempre più a dimensione umana. Questa attenzione della Regione rientra peraltro nell'ambito di tutte le politiche che nel tempo ha sviluppato a favore della montagna, investendo sulle scuole, sulle strade, sulla sicurezza, per mantenere la gente sul territorio. Sostenere un turismo minore è tutt'altro che trascurabile. Se vogliamo trovare una piccola "pecca" a questo testo di legge è quella di non essere riuscita ad inserire una forma di premialità per chi investe meglio diminuendo nel tempo le perdite storiche: uno strumento che potrà comunque essere introdotto nel futuro, magari parlandone anche nel tavolo di lavoro che sarà costituito tra tutti gli attori coinvolti. Ultima considerazione legata al ruolo di prospettiva che le varie società di impianti a fune che inglobano le piccole stazioni dovranno assumere: un ruolo di sostegno allo sviluppo territoriale e sociale nel suo complesso accompagnato in questo percorso anche da questa norma e dal sostegno dell'Amministrazione regionale e locale trovando, in questa nuova missione, nuovi e rinnovati stimoli anche per caratterizzarsi come società attente al proprio ruolo imprenditoriale ma completato e rilanciato anche da messaggi di etica e sostenibilità aziendale sempre più apprezzati dall'opinione pubblica.»

«Voteremo in maniera convinta questa legge - ha dichiarato il Capogruppo di AV-VdAU, Albert Chatrian - che è stata confezionata in un terreno molto difficile dovuto alle difficoltà di realizzarla in modo sostenibile e legittimo, consentendo di raggiungere il risultato prefigurato. La norma ribadisce l'importanza dello sci nella nostra regione, dà centralità alle località meno frequentate e prevede uno sforzo corale che vede coinvolti la Regione, le società gestrici e gli enti locali, non solo quelli interessati direttamente dalla presenza degli impianti, ma anche quelli limitrofi. Questa legge rappresenta il passo ulteriore compiuto da questo Consiglio che ha impiegato importanti risorse per sostenere lo sci, settore centrale dell'economia del nostro territorio. Ci auguriamo di mantenere e creare nuova occupazione, che sono vitali per l'economia e per arginare la tendenza allo spopolamento delle zone di montagna. Anzi, auspichiamo che con questo provvedimento si possa invertire la tendenza, avvicinando a questi luoghi i giovani, in particolare quelli che si dedicano alle professioni della montagna.»

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, nel ringraziare i cittadini, gli operatori e gli amministratori che avevano presentato la petizione popolare su Weissmatten «perché ci hanno portato a fare una riflessione complessiva sulla tematica. Tuttavia, questa norma, arrivata dopo un anno e mezzo, si presenta solo come un mero contributo alle piccole stazioni e non come una riorganizzazione complessiva delle piccole stazioni come previsto nell'impegnativa della risoluzione votata. Si trattano tutte le piccole stazioni nello stesso modo, ma Weissmatten e il Col di Joux sono agli antipodi: sembra un tirare a campare, finanziando anche impianti che sappiamo essere fallimentari non solo sotto il profilo economico ma anche sotto quello ambientale. Una legge che non ha nulla di risolutivo, né di sistematico e che perde molto di quello che si era promesso riguardo al ripensamento delle piccole stazioni. Si parla di politiche volte ai cambiamenti climatici e alla diversificazione turistica, ma qui non ve ne è traccia. Anche se riteniamo importante la riflessione che c'è stata all'interno della Commissione, coinvolgendo le comunità locali, non possiamo non rilevare che in questa legge c'è una mancanza di visione, quella stessa mancanza di visione che ci ha portati a lasciare la maggioranza.»

La replica dell'Assessore Bertschy

In replica, l'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, ha evidenziato che «i modelli gestionali dei piccoli comprensori sciistici sono differenziati: abbiamo piccole gestioni degli impianti e appalti di concessione fatti direttamente dai Comuni. Questa legge ha il grande obiettivo di riunire a un unico tavolo di discussione gli enti locali, gli operatori del territorio e gli enti economici con la duplice finalità di portare nuove idee e di responsabilizzare tutti ad una gestione del territorio più realistica e consapevole, con progetti concreti e realizzabili per far ripartire lo sviluppo, la crescita e la valorizzazione di queste località. Gli accordi di cooperazione sono centrali anche a livello regionale e, oltre alla delibera che sarà realizzata dalla Giunta, ci sarà una ulteriore fase di confronto nelle Commissioni competenti. Questa legge rappresenta un nuovo avvio e bisogna ragionare sull'indotto e sul fatturato, tenendo presente che il nostro modello è diverso da quello degli altri territori. Nel rispetto delle nostre unicità, si dovranno sostenere le sfide del futuro, investendo per far crescere la competitività di tutte le nostre località sciistiche. Per far rinascere le piccole stazioni sarà importante la costruzione di un prodotto commerciale unico volto anche a portare nuovi sciatori presenti nei territori di prossimità e a riportare nei campi di sci chi non frequenta li frequenta più. Le grandi località sciistiche devono, invece, giocarsi la sfida della competitività con i comprensori più grandi e rinomati di tutto il mondo, puntando a una clientela sempre più globale.»

«Questa legge è un primo passo per rianimare i rapporti sul territorio in una logica federalista che mette al centro coloro che vivono e conoscono il territorio - ha aggiunto l'Assessore Bertschy -. Non è un mandato vuoto di significato e dobbiamo continuare a confrontarci dando alla politica elementi utili per le scelte future che qualcuno intravede in un modello gestionale unico e altri no. Al momento, non è stata adottata nessuna scelta in questo senso. Vista la storia passata, il nuovo sistema dovrà comunque includere le società più piccole. L'obiettivo è quello di rendere più competitivi i nostri territori con una proposta turistica che tenga insieme tutti i comprensori, intervenendo anche sul divario economico e sociale. Tra gli obiettivi importanti c'è anche quello di continuare a recuperare l'attenzione dei valdostani rispetto allo sci, aumentando la loro partecipazione all'attività sportiva. Oltre alle scontistiche per i residenti sugli skipass stiamo realizzando progetti nelle scuole per riavvicinare i giovani alla montagna e dare ai nostri ragazzi l'opportunità di frequentare i campi da sci. Bisogna arginare il rischio di avere un settore di grandi potenzialità ma sempre meno partecipato dai valdostani sia come frequentatori che come operatori economici della montagna. È una sfida importante che deve trovare la collaborazione di tutti. Trovo interessante la premialità da inserire per le località che saranno capaci di invertire la tendenza e molte altre suggestioni venute dall'Aula durante il dibattito che sono degne di interesse. I lavori sono in corso e sono importanti tutti i contributi e la collaborazione delle componenti politiche, amministrative e degli operatori del territorio.»

Le dichiarazioni di voto

La Consigliera Chiara Minelli (PCP), nell'annunciare «il voto positivo ma condizionato», ha parlato di disegno di legge «deludente: dopo un anno ci aspettavamo una norma più strutturata e incisiva. Noi riteniamo che la legge avrebbe potuto avere una genesi diversa e il tavolo che oggi viene istituito con un emendamento arrivato in Aula avrebbe potuto essere costituito prima della predisposizione della legge stessa per contribuire alla sua stesura. La vera sfida sarà quella di capire quale futuro ci potrà essere per alcune di queste piccole stazioni. Nessuno pensa che si possa fare a meno dello sci in Valle d'Aosta, però sappiamo che dovremo, tra non molto, fare i conti con situazioni di mancanza di neve in certe località. Ci asterremo su alcuni articoli, ma nel complesso il voto sarà positivo, seppur condizionato, con l'auspicio che si cominci fin da subito a pensare, con una visione prospettica, al futuro di quelle stazioni che non potranno risollevarsi solo con un contributo dato sulla perdita di giornate di fruizione degli impianti.»

Il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, ha dichiarato il voto favorevole: «La legge è una risposta alla problematica delle piccole località sciistiche ma è solo un punto di partenza: sarà importante scegliere bene per rendere più sostenibili queste località che hanno importanti riflessi positivi su tutto il contesto economico.  La proposta non solo si prefigge di coprire le perdite ma da anche elementi di innovazione come l'accordo tra gestori e enti locali per cercare il giusto sviluppo e per minimizzare i disavanzi della gestione. Auspico che nell'applicazione pratica non ci siano pregiudizi aggiuntivi nei confronti degli impianti gestiti direttamente dai Comuni e mi auguro che ci sia pari dignità di trattamento.»

Il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, ha annunciato il voto favorevole al disegno di legge, perché «c'è un reale sostegno alla montagna e alla sua valenza multifunzionale, riconoscendo il bisogno di mantenere il presidio puntuale sul territorio attraverso il mantenimento delle attività anche turistiche. Importante che ci sia un accordo di cooperazione tra gli enti coinvolti per lo sviluppo del comprensorio e sarà l'imprenditoria locale che dovrà reagire con iniziative a tutto tondo per allungare la stagione. Per il nostro gruppo si tratta di una importante misura di accompagnamento.»

Il Capogruppo dell'UV, Aurelio Marguerettaz, annunciando il voto favorevole, ha sottolineato: «Questa legge mette in primo piano il mondo della montagna la cui componente fondamentale è rappresentata dallo sci. Le piccole stazioni hanno la possibilità di offrire un prodotto sartoriale dove coesistono molte discipline: camminate, ciaspole, pelli di foca ma, se non ci fossero gli impianti di risalita, tutto questo non esisterebbe. La costruzione di queste infrastrutture è dunque necessaria e non va vista come una violenza sul territorio perché sono questi che consentono lo sviluppo economico e anche sociale. Con il cambiamento climatico alcune piccole stazioni potrebbero avere dei problemi e, per questo, è importante creare anche prodotti turistici sciistici in quota che collegano tra loro varie località come ad esempio il collegamento intervallivo fra il comprensorio di Monterosa e quello del Cervino. Inoltre, gli impianti di risalita hanno generato professionalità con competenze specializzate da spendere, al bisogno, anche in altri settori.»

 

SC-LT