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Comunicato n° 366 del 20 giugno 2022

Referendum consultivo: precisazioni del Presidente del Consiglio

Con riferimento alla mancata iscrizione, all'ordine del giorno dell'adunanza del Consiglio regionale convocata per il 22 e 23 giugno 2022, della deliberazione concernente l'effettuazione del referendum consultivo di iniziativa popolare sulla proposta di legge n. 58 in materia di elezioni regionali, il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, precisa quanto segue.

In via generale, l'attivazione, per la prima volta dalla sua introduzione, dell'istituto del referendum consultivo su iniziativa degli elettori rappresenta un fatto di rilievo, indice della volontà di partecipazione, da parte della popolazione valdostana, su un tema peraltro importante quale quello del sistema elettorale regionale e che impone al Consiglio regionale la massima attenzione.

Proprio in virtù della rilevanza tanto dell'istituto attivato, quanto del tema a cui lo stesso attiene, una volta concluse, con esito positivo, le operazioni di verifica sulla validità della richiesta di referendum - condotte, con intenso lavoro degli uffici, in poco più di due settimane a fronte dei 25 giorni previsti - si è subito affrontata la questione dell'iscrizione all'ordine del giorno del Consiglio della deliberazione. Ciò, oltretutto, nella consapevolezza che, per quanto riguarda l'indizione e lo svolgimento della consultazione, in virtù del necessario riferimento - per espressa previsione normativa (art. 46 l.r. 19/2003) - alle norme disciplinanti il referendum abrogativo, l'iscrizione della deliberazione del Consiglio sull'effettuazione del referendum nella seduta del 22 e 23 giugno sarebbe stata l'unica utile ai fini dell'indizione della consultazione nella tornata annuale autunnale (1° novembre - 15 dicembre).

Nell'ottica di valorizzare dell'operato del Comitato promotore, ma anche, più in generale, di procedere - in sede di prima attivazione dell'istituto - in senso non meramente formale, ma sostanziale, salvaguardando la ratio della consultazione, si è tenuto conto, in particolare, di due elementi. Da un lato, la genericità della disciplina applicabile, la quale fissa un termine entro il quale è possibile presentare la richiesta di referendum, ma non disciplina, invece, il termine entro il quale il Consiglio debba deliberare l'effettuazione del referendum. Dall'altro, la centralità che, in una consultazione di questo tipo, assume la formulazione del quesito - che, ai sensi dell'art. 45, comma 2, l.r. 19/2003, deve già essere contenuto nella deliberazione del Consiglio regionale che statuisce sull'effettuazione del referendum - in modo da garantire che il pronunciamento degli elettori non si riduca ad una mera formalità, ma rappresenti un momento di effettiva partecipazione, diretto non a vincolare il legislatore, ma almeno ad influenzare sensibilmente il successivo esercizio della relativa potestà legislativa. Un orientamento, nel caso di specie, tanto più rilevante quanto si consideri che sul tema in questione risulta, ad oggi, depositata una seconda proposta di legge (n. 67/XVI).

Ciò premesso, ricevuto, in data 10 giugno 2022, da parte del Segretario generale del Consiglio, il verbale attestante la validità della richiesta di referendum, in data 14 giugno - in sede di predisposizione dell'ordine del giorno dell'adunanza consiliare del 22 e 23 giugno - si è ritenuto di non poter ignorare la già avvenuta convocazione (trasmessa l'8 giugno) della prima Commissione consiliare "Istituzioni e autonomia", avente ad oggetto, tra l'altro, l'audizione dei promotori della richiesta di referendum consultivo.

Nella propria seduta del 16 giugno 2022 - cui il Presidente del Consiglio ha ritenuto di prendere parte nell'ottica di conoscere l'orientamento della Commissione competente per materia - la Commissione ha deciso, a larga maggioranza, con il solo voto contrario di PCP e FI, di condurre alcuni approfondimenti in merito alla richiesta di referendum consultivo, deliberando, tra l'altro, di sentire, sul punto, la Commissione per i procedimenti referendari.

Su esplicita richiesta, la stragrande maggioranza dei gruppi consiliari della prima Commissione si è dichiarata nell'impossibilità di assumere una decisione nel prossimo Consiglio. Non tenere in considerazione l'orientamento dei gruppi consiliari significherebbe riproporre la stessa discussione svoltasi in Commissione con l'esito scontato di un rinvio o peggio di una sbrigativa bocciatura della richiesta di referendum consultivo.

Sarà cura della Presidenza del Consiglio assicurare la massima attenzione rispetto alle evoluzioni della questione, in primis, in sede di approfondimento in prima Commissione consiliare, nell'ottica - già evidenziata - di assicurare la più efficace prima attivazione dell'istituto del referendum consultivo.

 

SC