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Comunicato n° 351 del 9 giugno 2022

Interpellanza sull'accesso alle prestazioni specialistiche sanitarie

 

Con un'interpellanza presentata nella seduta consiliare del 9 giugno 2022, il gruppo Progetto Civico Progressista ha voluto fare il punto sui percorsi di tutela delle prestazioni specialistiche, ossia quei percorsi di accesso alternativi qualora i tempi massimi di attesa per una prima visita o un primo esame strumentale superino, rispettivamente, la soglia di 30 e 60 giorni.

La Capogruppo Erika Guichardaz ha specificato che l'Azienda USL ha attivato due percorsi di tutela a beneficio dei pazienti: il ricorso a prestazioni presso strutture private accreditate e il ricorso a prestazione in attività libero-professionale. La Consigliera ha ricordato che al 31 dicembre 2021 erano 11.394 le prestazioni ambulatoriali sospese e 1.135 gli screening oncologici arretrati: le prestazioni ambulatoriali recuperate sono state 4.692, mentre 6.702 sono da riprogrammare nel 2022. Ha quindi voluto conoscere il numero delle richieste per le prestazioni in percorso di tutela nell'ultimo anno e quante le accolte oltre che i dati relativi ai due percorsi di tutela attivati; se siano aumentate le prestazioni in libera professione intramoenia, in che percentuale e al tipo di prestazione, rispetto ai volumi di attività istituzionale dell'USL concordati. L'intento dell'iniziativa, ha detto la Consigliera, è quello di conoscere le criticità riscontrate e gli obiettivi posti per risolverle.

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha riferito che, nel periodo novembre/dicembre 2021 e gennaio 2022, le prestazioni erogate dall'USL nel percorso di tutela sono state in totale 137, mentre le istanze non accolte sono state 11.

Nel 2022 l'Azienda USL ha stipulato tre accordi contrattuali per prestazioni ambulatoriali: Technos Medica per radiologia diagnostica che avrà un costo per l'anno di 370mila euro; Istituto Radiologico Valdostano per radiologia diagnostica (costo di 509mila euro) e per dermatologia (costo di 98mila euro). Questi tre accordi, ha specificato l'Assessore, permettono l'erogazione di quelle prestazioni che non possono essere eseguite dalle strutture aziendali: a partire da giugno è previsto che una parte delle prestazioni siano riservate a dare risposta alle istanze presentate nell'ambito dei percorsi di tutela.

In merito al percorso di tutela con prestazioni in libera professione intramoenia, dal 1° gennaio al 20 maggio 2022 sono pervenute circa 675 istanze. L'Assessore ha quindi riportato i dati finanziari per il raffronto dei volumi tra attività istituzionale e in LPI: nel 2019 (pre-pandemia) il fatturato istituzionale era di quasi 93 milioni di euro, nel 2020 è sceso a 79 milioni e nel 2021 è risalito a 85 milioni; il totale dei ricavi in LPI è stato nel 2019 di 3 milioni di euro, nel 2020 di 2,6 milioni e nel 2021 di 3,8 milioni. Nel 2021, i volumi finanziari denotano un incremento dell'attività in istituzionale e anche una ripresa delle attività in LPI, entrambe scese nel 2020, a causa delle chiusure degli ambulatori per via del Covid.

L'Assessore ha sottolineato che la principale criticità che è alla base delle istanze di accesso ai percorsi di tutela da parte dei cittadini è sostanzialmente quella della carenza di personale medico, a livello nazionale e quindi anche in Valle d'Aosta, che per alcune specialità non permette di erogare sufficienti prestazioni per soddisfare il fabbisogno di prestazioni. Sia l'Assessorato, sia l'Azienda USL monitorano, così come il Ministero della salute semestralmente secondo quanto previsto dai Piani nazionale e regionale liste di attesa, l'attività svolta in regime istituzionale e in regime LPI al fine di evitare effetti distorsivi del sistema sanitario. L'Assessore ha voluto tranquillizzare  rispetto al timore che la sanità valdostana favorisca il privato: anche grazie alla collaborazione delle strutture sanitarie private del territorio si è riusciti a garantire al cittadino in periodo Covid una serie di prestazioni per le quali era impossibile l'erogazione in ambito aziendale, ora l'Azienda USL sta mettendo in atto tutte le attività necessarie a riportare nell'alveo della sanità pubblica tutto quanto possibile per recuperare le prestazioni non erogate in pandemia.

La Capogruppo Guichardaz, nella replica, ha evidenziato che il percorso di tutela dovrebbe essere un ricorso eccezionale: dai macrodati notiamo l'aumento dell'attività in libera professione, non si capisce quindi come mai ci siano ancora così tante lamentele rispetto a questi percorsi per non parlare delle visite successive che oltre ad avere appuntamenti molto lontani, vedono la reintroduzione del malum. Dai dati appare anche che chi genera la domanda poi offre la prestazione, quindi anche su questo bisognerebbe rivedere la procedura, incentivare forse in modo diverso chi offre le prestazioni. Rispetto al monitoraggio sulla LPI, sul sito dell'Azienda USL i dati sono fermi al primo semestre 2021, nonostante l'USL abbia istituito una particolare posizione organizzativa per questo: se ci fosse un aggiornamento più puntuale del monitoraggio, si potrebbe capire meglio cosa sta avvenendo. Questi dati sono importanti per la programmazione del futuro, ha evidenziato la Consigliera: la pandemia ha sicuramente influito, ma anche l'errata gestione e programmazione degli ultimi dieci anni hanno influito sull'attuale organizzazione della sanità. Secondo la Consigliera, sarebbe importante che il CUP informasse i cittadini sui percorsi di tutela, perché i valdostani non conoscono ancora questa possibilità e che si attivasse una convenzione con le associazioni dei consumatori o con i sindacati per agevolare le persone più fragili ad accedervi per evitare che proprio queste non siano le maggiormente penalizzate.

 

SC