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Comunicato n° 347 dell'8 giugno 2022

Interpellanza sul rischio chiusura di scuole dell'infanzia e primarie

 

Si è parlato di scuole dell'infanzia e primarie nella seduta consiliare dell'8 giugno 2022, con un'interpellanza presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste.

Il Consigliere Erik Lavy ha rilevato la necessità di fare il punto sulle scuole, soprattutto su quelle di montagna che sono il primo presidio delle comunità valdostane. Citando i dati del recente studio demografico a sua disposizione, ha rilevato che si evidenziano criticità di spopolamento maggiori per i comuni di montagna. Ricordando la recente chiusura della scuola dell'infanzia di Champorcher, ha voluto conoscere quante e quali scuole dell'infanzia e primarie siano a rischio chiusura per gli anni a venire e quali le intenzioni del Governo per scongiurarne la chiusura.

L'Assessore all'istruzione, Luciano Caveri, premettendo che non ci sono ricette miracolose per la chiusura delle scuole, ha evidenziato che le previsioni demografiche portano a un calo generalizzato delle nascite fino al 2036 che non incideranno solo sulle realtà di montagna ma anche sui comuni del fondo valle e su Aosta.

Entrando nello specifico dell'interpellanza ha evidenziato che, allo stato attuale, oltre alla scuola dell’infanzia di Champorcher (un solo iscritto), non risultano altri plessi a rischio chiusura per il prossimo anno. In futuro, si evidenziano, tuttavia, possibili criticità in alcune realtà di montagna e laddove sono presenti più plessi scolastici all’interno dello stesso comune.

L'Assessore ha quindi fornito una serie dettagliata di dati sulla presenza degli studenti. Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia (organico di diritto 2022-2023): Aosta Excenex: 16 alunni; Aosta, via Avondo: 13 alunni; Aosta, Quartiere Cogne: 16 alunni. Istituto scolastico Valdigne: La Thuile: 16 alunni; Pré-Saint-Didier: 10 alunni; Istituzione scolastica Cerlogne: St-Nicolas (scuola di montagna): 5 alunni. Dopo la chiusura del plesso di Sarre Chesallet dello scorso anno, rimangono aperti i due plessi di Sarre Montan e Capoluogo. La situazione dell'I.S. Viglino risulta particolarmente critica: non ci sono iscritti a Rhêmes e a Valsavarenche; 2 alunni di Valgrisenche sono stati ricondotti ad Arvier, ma dovrebbe esserci un terzo bimbo anticipatario che non era stato riportato in elenco e che dovrebbe quindi permettere l’attivazione del plesso in organico di fatto; Introd: 13 alunni; Villeneuve: 16 alunni. Per quanto riguarda l'I.S. Grand Combin, a Doues sono presenti 10 alunni; Oyace (scuola di montagna): 9; Roisan: 11. In prospettiva, occorre poi porre attenzione alla situazione della Mont Emilius e in particolare ai plessi di Brissogne con 19 alunni e Quart Chantignan con 17 alunni mentre a Quart Villair ce ne sono 62. La Mont Emilius 3: Charvensod capoluogo: 11; Charvensod Plan Félinaz: 38; Jovençan: 14. Il Prosper Duc ha 13 alunni a Châtillon La Sounère e 24 a Châtillon Chaméran; 11 sono a Pontey; 13 a Verrayes capoluogo e 11 a Verrayes Champagnet. All'Abbé Trèves la situazione è la seguente: Antey-Saint-André (scuola di montagna): 10 alunni; Torgnon (scuola di montagna): 13; Saint-Vincent Capoluogo: nel 2021 è stata deliberata l'impossibilità di mantenere il plesso in funzione mente a Saint-Vincent Moron ci sono 27 alunni. Luigi Barone: Brusson (scuola di montagna): 14 alunni; Challand-Saint-Anselme: 17; Challand-Saint-Victor: 16. Alla Ottavio Jacquemet a Champdepraz ci sono 12 alunni e 6 a Emarese (scuola di montagna). Mont Rose A: Donnas Vert: 10 alunni e Donnas capoluogo: 26. I.S. Elio Reinotti: Perloz: 7 alunni e la dirigente ha deciso comunque di attivare il plesso in accordo con il Comune. In questa zona sono stati accolti diversi anticipatari e i comuni Gressoney; Gaby/Issime; Lillianes/Fontainemore anche a causa di un numero esiguo di alunni hanno iniziato a fare dei ragionamenti complessivi.

Per quanto riguarda la scuola primaria, l'Assessore Caveri ha rilevato che, oltre alla chiusura del plesso di Sarre Chesallet nell’anno scolastico 2018-2019 e del plesso di Montjovet Ruelle (avvenuta in corso d’anno), le situazioni potenzialmente più critiche si evidenziano presso l’Istituto Maria Ida Viglino - Avise (plesso chiuso con delibera comunale nel 2019); Rhêmes (7 alunni), Valgrisenche (7), Valsavarenche (4) - e presso l’I.S. Mont Rose A: Champorcher (12 alunni) e presso l’I.S. Elio Reinotti (Fontainemore: 9 alunni). 

L'Assessore ha poi ricordato che il basso tasso di natalità sta determinando situazioni di plessi, in particolare della scuola dell’infanzia, in cui il numero di bambini iscritti non raggiunge il minimo prescritto affinché il plesso possa concorrere direttamente alla determinazione dei posti di organico. Ha poi sottolineato che i criteri e i parametri di definizione degli organici dei posti di insegnamento della regione sono diversi e migliorativi rispetto a quelli nazionali e sono volti sia all’ampliamento dell’offerta formativa sia alla tutela delle scuole di montagna: per l’infanzia, il numero minimo di iscritti per il funzionamento di un plesso è pari a 10 bambini, ridotto a 5 per le scuole di montagna (situate oltre i 1.000 m. di altitudine e che distano più di 5 km dalla scuola regionale più vicina). Già dal 2009, grazie ad un accordo sottoscritto tra l’Amministrazione scolastica regionale e i sindacati in sede di adeguamento dell’organico di diritto alla situazione di fatto, le scuole ubicate in zone montane con significative difficoltà di collegamento con le sedi vicine possono funzionare con 3 alunni iscritti in luogo dei 5 ordinariamente prescritti per le scuole di montagna, nel limite massimo di 6 unità docenti. Nel 2018, con successivo accordo, tali disposizioni sono state estese, fermo restando il limite di 6 unità docenti, a tutte le altre scuole uniche di montagna e anche alle scuole uniche di montagna che accolgono bambini residenti in comuni situati oltre i 1.000 metri di altitudine (funzionamento con 5 iscritti invece dei 10 ordinari). Per rispondere ai bisogni del territorio, è stata sottoscritta un’intesa con il CPEL e le organizzazioni sindacali scolastiche regionali per gli anticipi alla scuola dell’infanzia. Si tratta di una sperimentazione che consente, nel rispetto delle finalità educative e formative della scuola dell’infanzia, l’anticipo alla scuola dell’infanzia per i bambini che compiono 3 anni di età entro il 30 aprile - come a livello nazionale (e non solo sino al 31 gennaio), nei plessi dei comuni fino a 700 abitanti, prioritariamente laddove non siano presenti strutture o servizi dedicati alla prima infanzia, previa valutazione da parte dell’istituzione scolastica, di concerto con l’ente locale. Le iscrizioni degli anticipatari concorrono alla determinazione dei posti dell’organico da assegnare all’istituzione scolastica.

Rispetto alle azioni per scongiurare la chiusura delle scuole, l'Assessore Caveri ha concluso che nei territori dove si evidenziano delle criticità legate ad un numero esiguo di bambini, devono essere avviati dei tavoli di confronto tra enti locali, scuole e famiglie, possibilmente non a ridosso delle iscrizioni, per effettuare delle valutazioni a livello di sistema, al fine di ottimizzare le risorse e garantire un’offerta educativa di qualità.

Il Consigliere Lavy ha replicato sostenendo la bontà dei dati comunali su cui si dovrebbe porre maggiore attenzione rispetto a quelli aggregati delle comunità montane pubblicati dallo studio demografico che non sono molto indicativi. Ha rilevato con soddisfazione che diversi Amministratori locali hanno deciso di intervenire in maniera sistematica così come già caldeggiato dalla Lega Valle d'Aoste nel corso di altre iniziative consiliari. Il ragionamento complessivo per salvare le scuole di montagna è centrale per affrontare questa problematica di primaria importanza per il futuro della Valle d'Aosta e si rende necessario un intervento da parte della Regione per sostenere il percorso intrapreso.

 

LT