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Comunicato n° 318 del 26 maggio 2022

Interpellanza sul piano di sorveglianza e monitoraggio della peste suina

 

Con un'interpellanza presentata nella seduta consiliare del 26 maggio 2022, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha voluto fare il punto sulla peste suina.

Il Consigliere Christian Ganis ha ricordato che il Governo nazionale ha disposto misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina e che, in caso di ritrovamento di un animale positivo, è prevista l'istituzione di una zona rossa di circa 6 chilometri, oltre ad una seconda zona definita "buffer" di oltre 10 chilometri, limitando quindi l'attività venatoria, quella outdoor e la commercializzazione dei prodotti di carne ottenuti da suini selvatici cacciati o macellati. La presenza di un solo capo affetto da peste suina andrebbe quindi ad incidere pesantemente sull'economia valdostana in un momento già particolarmente critico a causa della pandemia e della guerra. Ha chiesto se il Piano sorveglianza e monitoraggio regionale abbia previsto anche un controllo sul numero di cinghiali presenti sul territorio tramite prelievi da parte delle autorità e di cacciatori formati; se esista un piano regionale di prevenzione e sensibilizzazione sul tema della diffusione della peste suina; se, visto l'approssimarsi della stagione estiva, si intenda valutare di aumentare i controlli per evitare di arrivare in piena stagione a chiusure localizzate di aree turistiche.

L'Assessore all'agricoltura, Davide Sapinet, ha ricordato che la normativa nazionale prevede che Regioni e Province autonome redigano un Piano regionale di interventi urgenti (PRIU) per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale. Anche le Regioni indenni, come la Valle d’Aosta, devono redigere il PRIU nell’ottica di ridurre il rischio di introduzione dell’infezione e migliorare la gestione del cinghiale nel territorio per eventualmente facilitare l’applicazione delle misure previste in caso di emergenza. La Valle d'Aosta ha proceduto, a marzo 2022, all'approvazione di un Piano regionale di misure urgenti di prevenzione e contenimento della diffusione della peste suina africana sul territorio regionale per il periodo 2022-2024, che individua anche le tempistiche dell'attività di abbattimento: gli abbattimenti in attività di controllo saranno effettuati da subito e fino a tutto il 2024, con possibilità di prevedere il prolungamento anche negli anni successivi a seguito di richiesta all’ISPRA. Tale attività viene effettuata durante tutto l’arco dell’anno, anche in periodo notturno, mediante tiro selettivo, girate e catture con gabbie o chiusini. Gli abbattimenti in attività venatoria avvengono, oltre al tradizionale prelievo venatorio previsto dalla legge regionale 64/1994 della durata di 5 mesi (da settembre a gennaio), mediante caccia di selezione (settembre-ottobre), caccia vagante (novembre-metà dicembre) e in braccata (metà dicembre-gennaio). Al fine di attuare gli interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eventuale eradicazione della peste suina africana, si prevede di prolungare il periodo venatorio, unicamente con tiro selettivo, per tutto il periodo invernale, ulteriormente prorogabile in funzione degli abbattimenti effettuati. I soggetti coinvolti nel prelievo sono: nelle attività di controllo, il Corpo forestale valdostano, le guardie delle Aziende faunistico venatorie e i cacciatori formati e abilitati; per i prelievi selettivi in attività venatoria, i soggetti abilitati alla caccia con metodi selettivi.

L'Assessore ha poi aggiunto che il Piano prevede anche l'intensificazione del depopolamento della specie cinghiale nelle aree di maggiore densità di cinghiali, vale a dire nella parte sud-orientale del territorio regionale (Châtillon, Verrès e Pont-Saint-Martin) e in particolare nelle zone di fondovalle della Dora Baltea e nei tratti iniziali delle valli laterali; dev’essere perseguito il massimo sforzo di prelievo ottenibile teso a raggiungere possibilmente l’80% di prelievo della popolazione stimata per raggiungere la densità ottimale. A tal fine, le stazioni forestali interessate sono già state attivate e, ad oggi, il prelievo in controllo della specie cinghiale è già superiore di una cinquantina di capi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tutte le azioni descritte devono essere svolte anche nelle aree protette e nei parchi nazionale e regionale, adottando o adeguando i rispettivi Piani di gestione alle disposizioni della deliberazione regionale.

Il Consigliere Ganis ha ribadito la centralità dell'impiego di cacciatori formati per effettuare i prelievi a scopo preventivo, ma sarebbe anche importante prevedere come individuare e smaltire le carcasse infette, magari attraverso l'utilizzo di cani addestrati. Bisogna ridurre il numero di cinghiali attraverso l'abbattimento selettivo e controllato, creando sinergie tra tutti gli organi competenti: la peste suina africana, ha concluso, non deve arrecare danni al mondo zootecnico, al settore agricolo e alle attività turistiche di montagna.

 

LT