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Comunicato n° 156 del 9 marzo 2022

Interpellanza sulle iniziative dell'ARER in materia di riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico

 

Nella seduta consiliare del 9 marzo 2022, la Lega Vallée d'Aoste ha chiesto conto delle iniziative dell'ARER in materia di riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico.

Il Consigliere Paolo Sammaritani ha sottolineato che «una parte importante del patrimonio dell'ARER è costituita da immobili di proprietà non esclusiva, ove vi sono anche proprietari privati. Le norme prevedono maggioranze assembleari ridotte per deliberare opere anche imponenti ed economicamente impegnative, quali ad esempio, quelle per la riqualificazione energetica che, oltre ad avere un impatto positivo sull'ambiente, contribuiscono a ridurre le spese di gestione ordinaria degli inquilini e generano un aumento di valore del patrimonio detenuto dalla pubblica amministrazione. Siamo venuti a conoscenza che, in alcuni condomìni di proprietà mista, in sede di votazione per deliberare l'esecuzione o meno di queste opere, l'ARER si sarebbe astenuta; in altri casi, invece, ha richiesto della documentazione aggiuntiva e in altre assemblee, avendo la maggioranza, ha deliberato il ricorso a procedure ad evidenza pubblica. Chiediamo quindi se la linea tenuta dall'ARER sia stata condivisa con la Giunta regionale; se si approvi questa politica e, in caso negativo, se sia intenzione intervenire in merito chiedendo all'Azienda di rivedere la sua condotta in sede di deliberazioni assembleari.»

«Il Consiglio di amministrazione dell'ARER, con propria delibera del 2021, ha tracciato le linee guida che i rappresentanti dell'Azienda devono seguire per la votazione nelle assemblee condominiali rispetto al Superbonus 110% - ha precisato l'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse -. L'investimento di somme pubbliche è vincolato all'adozione di procedure a evidenza pubblica che devono garantire la trasparenza, la parità di trattamento e il contenimento della spesa. Inoltre le quote a carico dell'Azienda devono comunque essere reperite e vincolate nel rispetto delle previsioni di bilancio armonizzato. Secondo la normativa di settore, nei casi in cui le somme pubbliche impiegate risultino maggioritarie, (cioè per millesimi dell'area superiori a 500), il voto favorevole dell'azienda è subordinato all'adozione di procedure simili a quelle a evidenza pubblica previste dal Codice degli appalti. Nel caso in cui i millesimi siano inferiori a 500, l'ARER, per poter esprimere il proprio voto, richiede la trasmissione anticipata di tutta la documentazione necessaria per valutare l'opportunità di intervento e la congruità delle offerte rispetto ai lavori da eseguire. Quindi, l'astensione alla votazione è legata solo alla mancata trasmissione della documentazione e può essere sicuramente oggetto di rivalutazione. Rileviamo, infine, che la posizione di ARER nelle assemblee condominiali è marginale, tenuto conto che, per l'approvazione dei lavori collegati al Superbonus, è richiesta la maggioranza semplice degli intervenuti e, almeno, un terzo del valore dell'edificio (poco più del 33%). La politica di ARER è dettata dalla correttezza dell'azione pubblica e, di conseguenza, non può che incontrare il favore dell'Amministrazione.»

Il Consigliere Sammaritani ha replicato: «L'azione di ARER ha dei risvolti particolari: sostenere la propria astensione in un'assemblea condominiale può avere un'efficacia deterrente in certe condizioni, anche se non si ha la maggioranza dei millesimi. Stabilire che la procedura deve essere analoga a quella a evidenza pubblica, con la richiesta di tre preventivi per i tecnici che fanno i progetti o di tre potenziali ditte che eseguono i lavori, è impensabile di questi tempi. Anche la valutazione della congruità dell'offerta economica, con il superbonus che prevede la restituzione del 110% della spesa sostenuta, è sicuramente un paradosso. Tutte queste criticità nascono da precedenti decisioni: la scelta, più politica che tecnica, di vendere gli appartamenti di proprietà dell'ARER è stata scellerata e le problematiche legate alla formazione della volontà del condominio a proprietà mista oggi emergono in maniera evidente creando dei "mostri giuridici" difficili da gestire. Bisogna cercare di porre rimedio a quello che è stato fatto, a volte, in modo sconclusionato, per rivalutare il patrimonio immobiliare dell'Azienda.»

 

LT