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Comunicato n° 15 del 12 gennaio 2022

Il Presidente Lavevaz delegato della Regione per l'elezione del Presidente della Repubblica

Lo ha eletto oggi, mercoledì 12 gennaio, il Consiglio Valle

 

Nella seduta di oggi, mercoledì 12 gennaio 2022, il Consiglio Valle ha nominato il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, quale delegato della Regione autonoma Valle d'Aosta per l'elezione del Presidente della Repubblica, in programma il 24 gennaio al Parlamento italiano. Hanno votato a favore della sua nomina 19 Consiglieri, mentre sono state riportate 14 schede bianche e 1 nulla.

La partecipazione dei rappresentanti delle Regioni all'elezione del Presidente della Repubblica è prevista dall'articolo 83 della Costituzione italiana: alla Valle d'Aosta spetta un solo delegato nominato dal Consiglio regionale, oltre al Senatore e al Deputato.

Il dibattito in Aula

Il Consigliere Mauro Baccega (GM) ha espresso «disappunto per le dichiarazioni fatte dal Presidente del Consiglio sul tema che stiamo affrontando. In primo luogo, perché solo ora, dopo un lungo corso in Consiglio, il Presidente Bertin si accorge che la Valle d'Aosta ha un solo delegato, oltre al senatore e al deputato, per l'elezione del Presidente della Repubblica. Esprimo poi stupore e contrarietà per le parole spese nei confronti del Presidente Berlusconi: Bertin ha compiuto uno scivolone istituzionale nel ruolo che in questo momento sta svolgendo. Il Presidente Berlusconi non si è autocandidato né si è candidato: qualora scegliesse di sciogliere le riserve, ne avrebbe tutto il sacrosanto diritto. Questa è la politica: chiedo quindi al Presidente Bertin una maggiore cautela nelle dichiarazioni pubbliche e lo invito a garantire l'imparzialità da lui sempre invocata quando era all'opposizione.»

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, rivolgendosi al Presidente del Consiglio ha commentato: «Lei ha espresso opinioni in contrasto con la sua figura istituzionale. L'elezione del Presidente della Repubblica riguarda un ambito istituzionale, non partitico e non di parte, è una procedura neutra che porta a eleggere la figura di un garante, per questo motivo esprimo, nonostante la mia stima, un po' di rammarico nei suoi confronti, perché avrebbe dovuto tenere un atteggiamento super-partes. Riguardo all'elezione del grande elettore, vorrei sottolineare che oggi siamo chiamati a votare un delegato nelle cui mani metteremo un potere molto importante, che rappresenterà l'intera comunità valdostana e sarebbe bene comprendere quale sarà la logica dell'azione che questa figura porterà avanti a Roma.»

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha sostenuto che «per questo ruolo la scelta non è mai caduta su di una donna: sarebbe quindi un primo importante passo, come evidenziato dalla nota congiunta di ADGA, ADU VdA, M5S e RC, per spezzare questo tabù, così come sarebbe importante scegliere una persona esterna a questo Consiglio. Si può innovare, dando un segnale di discontinuità con il patriarcato: ci sono molte donne impegnate, sindache in prima linea durante la pandemia; ex consigliere ed esponenti della cultura e dell'imprenditoria; donne autorevoli non solo per il percorso compiuto ma soprattutto per l'impegno a favore dei diritti della persona e per la lotta contro le discriminazioni. Certo non donne che voterebbero un Presidente poco rispettoso delle donne. Sono diverse le donne che abbiamo in mente, ma riteniamo che prima di solidarizzare su di un nome, vorremmo capire se il principio fosse condiviso. Se si continuerà a seguire la prassi e le regole consolidate, noi ci asterremo.»

«Da federalista - ha replicato il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin -, con le mie dichiarazioni, ho voluto rilevare l'anomalia che la Valle d'Aosta abbia un solo delegato. Mi auguro che questa possa essere in futuro corretta. La candidatura di Berlusconi è legittima, ma io mi auspico che sia eletta una figura che sia in grado di rappresentare la complessità e il pluralismo del sistema. L'imparzialità del Presidente del Consiglio sta nell'applicare rigorosamente il regolamento e le leggi.»

Il Capogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Andrea Manfrin, ha osservato: «La proposta di candidatura fatta dal collega Marguerettaz, gli spunti forniti dai colleghi Baccega e Aggravi vanno nel senso di chiedere al potenziale grande elettore che cosa intenda fare, dal momento che il delegato non rappresenterà sé stesso ma l'intera Valle d'Aosta. Sulla base di che cosa si dovrebbe votare il Presidente della Regione? È difficile per il nostro gruppo dare una "delega in bianco" senza sapere quali siano le sue intenzioni.»

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha parlato di «una fase in cui è difficile prospettare cosa succederà da qui al 24 gennaio, quando il Parlamento sarà convocato per l'elezione. Se dovessi essere io a caricarmi di questa responsabilità, mi impegno ad avere un confronto aperto con i Capigruppo durante le procedure di votazione. Confronto che sarà a distanza, perché ovviamente solo all'ultimo avremo il quadro della situazione.»

Mozione d'ordine dopo il voto

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, dopo la votazione, ha preso la parola per mozione d'ordine: «Dall'esame delle 19 schede votate a favore del Presidente Lavevaz, nutriamo il forte sospetto che questo voto sia stato viziato: 11 schede riportavano il semplice cognome del candidato, in 4 il nome di battesimo è stato anteposto al cognome e nelle altre 4 si è verificato l'opposto. Può essere che quanto rilevato sia un fatto casuale ma ricordo che l'articolo 89 del Regolamento del Consiglio, che tratta le designazioni dubbie, prevede che la precisazione di nome e cognome dei candidati avvenga solo in caso di omonimie, diversamente bisogna indicare solo il cognome. Siamo di fronte a una maggioranza che non si fida di sé stessa e, supponiamo, che debba verificare con certe modalità la propria coesione interna.»

Il Capogruppo di UV, Aurelio Marguerettaz, ha replicato: «Se avete delle prove rispetto a quanto dichiarato, vi esorto ad andare alla Procura della Repubblica o alle forze dell'ordine per denunciare il fatto. Qualora non sia fondata questa vostra dichiarazione, che è particolarmente offensiva, vi prego di tacere. Di due l'una: o avete delle prove che ci sono dei Consiglieri che controllano il voto; se non avete delle prove, vi prego di non infangare malamente delle persone che hanno espresso, senza nessun vincolo, una indicazione. Questo va a prescindere dalle idee: qui infangate il Consiglio regionale. In caso contrario, la denuncia la facciamo noi.»

Il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, ha ricordato che: «Si trattava di una votazione aperta e chiunque poteva esprimere il nome di qualsiasi candidato. Sono particolarmente sensibile e attento a questi aspetti e mai avrei accettato la situazione rappresentata da alcuni Consiglieri in aula. La votazione è avvenuta regolarmente

 

SC-LT