Info Conseil
Comunicato n° 248 dell'11 luglio 2005
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO VALLE EGO PERRON RIBADISCE L’IMPORTANZA DEL PRINCIPIO DELL’”INTESA” NELLE PROCEDURE DI MODIFICA STATUTARIA
In occasione dell’Assemblea Nazionale degli Eletti e delle Elette che si svolge oggi a Roma, nell’aula di Montecitorio
“Occorre ribadire in questa sede – afferma il Presidente Perron - la necessità che venga garantita, alle Regioni a Statuto speciale, “l’intesa” nelle procedure di modifica statutaria, coinvolgimento peraltro più volte rivendicato dalla nostra Regione così come dalle altre autonomie differenziate. La clausola di salvaguardia prevista nel testo approvato dal Senato non si estende, tuttavia, a tutto il disegno di legge costituzionale; ciò comporta quindi una determinante incidenza delle disposizioni attuative del principio di contestualità sulle disposizioni statutarie in materia di durata degli organi elettivi. Chiediamo quindi che la clausola di salvaguardia sia estesa a tutto il disegno di legge costituzionale, ribadendo la richiesta di prevedere specifiche forme, modalità o procedure di coordinamento tra il sistema di elezione del Senato federale della Repubblica e quelle dei Consigli regionali o delle province autonome nel rispetto degli Statuti speciali.”
“Per quanto riguarda le Riforme - prosegue Perron - si deve anzitutto rilevare il carattere sommario delle norme sulla cosiddetta devoluzione. Non viene, infatti, rimesso in discussione l’impianto del titolo V della Costituzione: si portano solo alcune correzioni agli elenchi di materie di spettanza statale e regionale, ma poi si inserisce – in un contesto invariato di riparto di competenze – il comma sulle cosiddette competenze esclusive delle Regioni in tema di organizzazione sanitaria e scolastica e di polizia amministrativa. Si introduce così un ulteriore elemento di incertezza nel riparto delle competenze, sotto l’ ”etichetta” della devoluzione, e, quasi a compensazione, si reintroduce un meccanismo di controllo parlamentare sul rispetto dell’interesse nazionale, ritenuto inaccettabile, dal nostro Consiglio regionale, in quanto limitativo della potestà legislativa regionale nel futuro assetto federale dello Stato. Si ritiene infatti che la reintroduzione del controllo di merito delle leggi regionali sia incompatibile con il principio di pari dignità tra Stato e Regioni fissato dal vigente titolo V della Costituzione.”