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Comunicato n° 235 del 4 luglio 2005
PRESA D’ATTO DELLE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE CARLO PERRIN
Adunanza del Consiglio regionale
Il Consiglio regionale ha preso atto delle dimissioni del presidente
della Regione Carlo Perrin al termine di un dibattito che ha occupato
l’intera mattinata.
Il primo consigliere che è intervenuto nella discussione è stato il rappresentante dell’Arcobaleno Vallée d’Aoste Carlo Curtaz.
Per Curtaz “con
una decisione palesemente illegittima e arrogante nella scorsa adunanza
ci è stato impedito in aula di esprimere le nostre valutazioni su un
fatto che non era di secondaria importanza. In quest’aula oggi si deve
parlare di un atto che ha svilito la democrazia in questa regione.”
Ha
poi riepilogato i fatti dell’adunanza del 22 giugno scorso nel corso
della quale i lavori dell’Assemblea sono stati chiusi a seguito della
comunicazione delle dimissioni del Presidente della Regione.
“Chiedo
al futuro presidente di garantire la democrazia in questa aula. Ci
vuole un’assunzione di responsabilità. Il 22 giugno è stata scritta una
pagina nera della democrazia valdostana.”
Ha preso quindi la parola il Presidente dimissionario, il Consigliere Carlo Perrin, per il quale “questo
momento particolare e difficile ci deve condurre tutti ad una
riflessione urgente sullo stato delle nostre istituzioni e sulla
qualità democratica del nostro sistema. Una riflessione anche sul
rispetto dei ruoli e delle regole, e sull’importanza del dibattito. Il
metodo adottato è stato chirurgico, senza confronto politico e senza
appello. Il Consiglio prende solo atto senza aver avuto la possibilità
di dibattere in aula. Sono passati tredici giorni nel silenzio senza
conoscere i motivi della crisi. La democrazia è libertà di espressione
e trasparenza. Senza questi valori il nostro sistema proporzionale
rischia di evidenziare le sue debolezze e creare instabilità. Ho sempre
creduto nel rispetto delle persone e in quest’aula ho sempre cercato il
dibattito perché sono convinto che la democrazia deve sempre prevalere
sul decisionismo.”
Per il Consigliere Fedele Borre “il
metodo seguito non ha rispettato le regole e la persona. Il presidente
Perrin non è l’uomo della “querelle”. Per quello che non funziona il
colpevole è Perrin, e in parte Vicquéry. Questa dimissione forzata di
Perrin è stata una questione politica. Mi adatto ma non condivido
affatto il metodo.”
Il Consigliere della Fédération Autonomiste Leonardo La Torre “il
nostro gruppo all’interno dell’aula si è sempre espresso correttamente.
Un disagio c’è stato per come si sono svolti gli avvenimenti. Non è
però opportuno entrare nel dibattito interno di un partito. Alla presa
d’atto delle dimissioni ci asterremo.”
Per il Consigliere della Casa delle Libertà, Dario Frassy, si è trattato di “un
duro colpo alla democrazia è stato inferto dalla maggioranza presente
in quest’aula nel Consiglio del 22 giugno scorso. La censura politica
imposta all’aula in quella circostanza deve fare riflettere e discutere
ed è arrivata da due persone come il vice capogruppo dell’Union
Valdôtaine, Guido Cesal, e il Presidente del Consiglio Ego Perron. Oggi
dovremo parlare piuttosto di altre dimissioni: quelle di Cesal, in
quanto presidente della Commissione “Istituzioni e autonomia” e del
Presidente Perron che rappresenta non il Consiglio intero, ma una sua
parte. Bisognerà riflettere sul fatto che forse è arrivato il momento
di prevedere una Presidenza del Consiglio da assegnare alla minoranza
per riequilibrare il sistema all’interno dell’aula.”
“Per quanto riguarda Perrin, ha proseguito Frassy, è stato un presidente nudo, senza deleghe importanti. Questa
crisi sembra scritta e risolta in nome dell’unità dell’Union
Valdôtaine, ma tutto ciò interessa poco anche ai valdostani. In questi
due anni abbiamo vissuto una crisi quasi senza precedenti nella nostra
regione e si è perso il controllo del territorio. Le rivoluzioni
si fanno ad inizio legislatura e non in una fase già avanzata.
L’inquietudine di Borre è anche nostra. Sono stati calcoli
utilitaristici a determinare la fuoriuscita di Perrin. Una giunta che nasce ancora connotata a sinistra più per opportunità politica, senza programmi nuovi. In questa regione manca la capacità di poter discutere sulle soluzioni di tanti problemi. Questo
Consiglio regionale è arrivato alla fine del suo percorso, ha finito
quella spinta propulsiva di inizio legislatura. Malgrado la maggioranza
assoluta, il presidente incaricato eredita delle truppe fiaccate da
anni di dissidi interni. Il Consiglio deve sciogliersi prima della fine
della legislatura con una nuova forma elettiva, lasciando al popolo
valdostano di eleggere il presidente della Regione.”
Il capogruppo dell’Arcobaleno Vallée d’Aoste Elio Riccarand ha sottolineato che “questa
crisi è un caso unico nella storia della politica valdostana. Per la
prima volta è una crisi che è nata, sviluppata all’interno di un
partito. E malgrado la maggioranza assoluta, non c’è stata la stabilità
auspicata. Il metodo poi utilizzato mette in discussione il ruolo del
Consiglio e le regole della democrazia. Non si cambia perché le persone
non andavo bene, o perché c’è un nuovo progetto politico o programma
amministrativo, ma perché si devono risolvere gli equilibri interni. È
stata solo un’operazione di potere. Questa logica di spartizione è
accettabile? Produce risultati positivi per la comunità? Direi di no. Purtroppo
in Valle d’Aosta assistiamo ad un ribaltamento dei ruoli istituzionali
perché prima avvengono le decisioni di potere e poi gli interessi della
comunità valdostana. Le istituzioni in Valle sono sempre più al servizio di uomini di potere senza il rispetto delle regole. Questa crisi per il metodo usato e il carattere anti-istituzionale deve incontrare la protesta dei cittadini onesti.” Ha quindi annunciato la presentazione di una risoluzione per “deplorare quanto sta accadendo” ed ha annunciato che il proprio gruppo non prenderà parte alla votazione.
Il capogruppo della Stella Alpina Marco Viérin ha detto che “durante
il mandato di Perrin c’erano già stati alcuni momenti negativi.
Difficoltà che sono emerse ultimamente e che si sono manifestate con la
nuova Giunta. Ci auguriamo che la nuova fase politica possa portare dei
benefici alla nostra regione, rilanciando l’economia, prestando massima
attenzione alle famiglie. Dal punto di vista politico ci auguriamo che ci sia un confronto più reale e concreto tra le forze autonomiste e regionaliste.”
Il Consigliere Guido Cesal (Union Valdôtaine) “sono
rimasto sorpreso degli attacchi personali. Ho agito nel rispetto delle
regole e invito qualche collega ad usare una diversa terminologia.
L’interpretazione del regolamento compete al Consiglio e non a qualche
consigliere. Le idee e i programmi possono adattarsi alle situazioni,
ma devono rispettare certi principi. Si è deciso di effettuare il
cambiamento per migliorare la coesione all’interno del gruppo
consiliare. Ritengo che le motivazioni politiche alla base della
decisione siano chiare, magari discutibili, ma chiare. Ho sempre
rispettato le regole e le persone. Dovremo ritrovare il coraggio di
confrontarci, di discutere, seguendo le regole democratiche. Occorrerà adoperarsi perché il Consiglio regionale diventi il centro del dibattito, delle scelte importanti.”
Il capogruppo del gruppo Gauche Valdôtaine-DS-PSE, Giovanni Sandri, nel suo intervento ha detto che “da
oggi molto dipenderà dal senso di responsabilità di ciascuno di noi. Si
chiude un momento difficile della maggioranza ed ora bisognerà cercare
di avere una marcia in più per risolvere le situazioni critiche
presenti nella nostra regione. Non sono mancati i campanelli d’allarme,
i segnali che ci devono portare a fare un salto di qualità. Questo sarà
possibile se, aldilà dell’operato della Giunta, si crederà sempre più
nel legame politico tra l’Union Valdôtaine e il nostro partito per
costruire ancora una volta il benessere della nostra regione. Ci
auguriamo che le crisi politica sia passata e che si riparta dalle
indicazioni che la popolazione aveva dato alle ultime elezioni regionali.”
La Consigliera Dina Squarzino (Arcobaleno Vallée d’Aoste) ha sottolineato che “non
credo che da oggi le cose possono cambiare perché questa è una crisi
che viene da lontano, è una crisi di valori e delle politica. Arriva da
un’assenza di dibattito e di scontro all’interno di un partito. È il
trionfo della politica degli interessi e della spartizione del potere.
Non ci sono elementi nuovi che ci fanno pensare ad un vero cambiamento. Il
Governo e il Consiglio della Valle sono considerati uno strumento per
gli interessi del partito, in spregio alle più elementari regole
democratiche. Con simili metodi e premesse non si prospetta nulla di nuovo.”
Successivamente, il Consigliere Riccarand ha preso la parola per illustrare la risoluzione presentata dal proprio gruppo consiliare.
Dopo
una pausa dei lavori, la risoluzione è stata respinta con 3 voti
favorevoli (Arcobaleno Vallée d’Aoste), 8 astenuti (La Casa delle
Libertà, Fédération Autonomiste, Stella Alpina, e il Consigliere
Perrin) e 20 contrari.
Il Consiglio ha quindi preso atto delle
dimissioni del Presidente della Regione Carlo Perrin con 20 voti
favorevoli, 11 astenuti (Arcobaleno Vallée d’Aoste, La Casa delle
Libertà, Fédération Autonomiste e Stella Alpina).