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Comunicato n° 589 del 13 novembre 2015

Presentazione del volume "Ad Memoriam"

Domani, sabato 14 novembre 2014, alle ore 15.30, ad Aosta

Domani, sabato 14 novembre 2015, alle ore 15.30, alla Torre dei Balivi di Aosta, sede dell'Istituto musicale pareggiato della Valle d'Aosta, si terrà la presentazione del volume "Ad Memoriam. Storia e storie del cimitero del Borgo di Sant'Orso in Aosta" di Daniela Bernini, edito da Le Château con il sostegno del Consiglio Valle.

All'incontro, che sarà introdotto dal Presidente dell'Assemblea regionale, Marco Viérin, interverranno l'autrice Daniela Bernini, lo storico Tullio Omezzoli e la Presidente dell'associazione Amis du Cimetière du Bourg, Iris Morandi. Sarà previsto un intermezzo musicale degli studenti del complesso di fiati dell'Istituto, diretti dal maestro Walter Chenuil.

La presentazione sarà preceduta, alle ore 14.00, dalla visita del cimitero del Borgo di Sant'Orso, uno dei luoghi più affascinanti di Aosta, tanto è vero che è stato ripetutamente descritto lungo i suoi centocinquant’anni di “attività”, tra il 1782 e il 1930, soprattutto dopo che ha cessato di ricevere ospiti e ha incominciato a rivestire un ruolo diverso.

Il libro "Ad Memoriam" si innesta nel filone delle descrizioni del cimitero quale appare all’osservatore moderno; ma lo fa in maniera rigorosa e oggettiva, dando una rappresentazione esaustiva (anche a futura memoria) dei luoghi quali si presentano in seguito agli accidenti e alle (dis)avventure di tanti decenni. Abbiamo qui una mappa delle sepolture ancora visibili, e di quelle invisibili; un repertorio degli inumati il cui nome figura ancora sulle lapidi o è ricostruibile per congettura; una rassegna della tipologia delle tombe e degli espedienti stilistici con i quali la morte è stata abbellita e il dolore è stato rappresentato a cavallo tra i secoli XIX e XX.

Ma il cimitero, al di là della superficie, ha uno spessore fisico (il sottosuolo) che è anche uno spessore storico; ha un divenire, una rotazione, nel senso letterale del termine. Quasi diecimila esseri umani hanno trovato posto entro al suo perimetro. La sua terra è stata incessantemente smossa per ospitare nuovi morti; sono state apposte nuove lapidi, costruite nuove cappelle; i soggetti più vecchi sono stati sospinti più in basso, o ai margini, o dispersi, quasi tutti dimenticati. Se non che gli archivi della parrocchia di Saint-Laurent, della Curia Vescovile di Aosta e di altri enti conservano una memoria fedele delle persone che, defunte in questa parrocchia o altrove, hanno trovato sepoltura nel cimitero del Borgo; ci permettono anche di conoscere da vicino la loro vita, la loro condizione sociale, il loro lavoro, lo stato civile, l’età della morte, le cause di questa.  Cosicché la ricerca sui morti del Borgo si trasforma, in questo libro, in una rappresentazione della comunità dei vivi, specie degli umili e degli anonimi che in genere la memoria locale non registra.

L’autrice ricostruisce anche il contesto storico in cui si innestano le vicende del cimitero: quali forme di sepoltura preesistevano; come è sorta, nella stagione del “dispotismo illuminato” e delle riforme, l’idea di creare un camposanto che rispondesse ai requisiti di igiene e decoro; come è stata realizzata, in quali tempi, con quali mezzi, con il concorso di quali soggetti e quante buone volontà. Ci informa anche sulle esequie, di qualità assai diversa a seconda del ceto dell’inumando, sui cortei funebri, sull’accompagnamento sonoro del trapasso. Risponde a domande che il lettore aveva già in mente e ad altre che non si era poste, e in più con una prosa chiara e accessibile.

L'autrice, Daniela Bernini, è laureata in Archivistica presso la Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell'Università "La Sapienza" di Roma e ha studiato alla Scuola di Archivistica presso l'Archivio segreto vaticano e presso l'Università degli studi di Pavia. Dopo diversi anni di lavoro in Lombardia e Piemonte in enti pubblici e privati e una lunga collaborazione con l'ateneo di Pavia, si è trasferita in Valle d'Aosta, dove si è occupata di archivi a cavallo tra XIX e XX secolo, tra cui quello della Chiesa Valdese di Aosta, quelli privati della famiglia Elter e di Giulio Dolchi, quello dell'Associazione nazionale Partigiani d'Italia, ente con cui collabora in maniera continuativa anche per l'organizzazione di convegni ed eventi. Ha scritto un saggio sugli archivi dell'Acciaieria Cogne per la pubblicazione "La Valle d'Aosta e l'Europa" (Olschki, 2008); ha contribuito alla cura della biografia "Franz Elter" (Cantagalli, 2009), oltre che alla ricerca storica per il film "Questa miniera" (2013).

 

 

SC