Info Conseil

Comunicato n° 520 del 18 dicembre 2013

Respinta una risoluzione sulla riorganizzazione dei cantieri idraulico-forestali

Adunanza del Consiglio regionale del 18 dicembre 2013

Nella seduta del 18 dicembre 2013, l'Assemblea regionale ha respinto, con 17 voti favorevoli e 17 contrari (UV e SA),  una risoluzione relativa alla riorganizzazione di un numero minimo di cantieri idraulico-forestali sull'intero territorio regionale, depositata in Aula dai gruppi Union Valdôtaine Progressiste, Alpe, PD-SinistraVdA e Movimento 5 Stelle.

Il Consigliere Alessandro Nogara (UVP) ha illustrato la risoluzione: «Dopo un mese ci ritroviamo ancora a parlare degli operai forestali. Dalla lettura della sentenza della Corte costituzionale del 2012 e del decreto legislativo 78/2010 si evince che non esisteva nessun obbligo da parte dell'Amministrazione regionale di non assumere a tempo determinato operai idraulico-forestali. La scelta di natura politica adottata dal Governo regionale ha provocato in queste maestranze un grave disagio sociale e la perdita di un'importante professionalità, soprattutto in bassa Valle. C'è inoltre da considerare che sono stati riscontrati sull'intero territorio regionale lavori, in certi casi, mal eseguiti, per cui sussiste il rischio reale che si verifichino criticità ambientali dovute ad attacchi parassitari sulle nostre foreste o eventi calamitosi come quello dell'alluvione del 2000. Porto ad esempio quanto successo a La Thuile, dove sono state lasciate in loco le piante abbattute, creando le premesse per un attacco dei parassiti. Per questo, tenuto anche conto della disponibilità di mezzi e di attrezzature, intendiamo impegnare la Giunta regionale ad utilizzare le risorse disponibili in via prioritaria per riorganizzare sull'intero territorio regionale un numero minimo di cantieri idraulico-forestali al fine di scongiurare situazioni di rischio ambientale che si potrebbero produrre nei prossimi mesi, in quanto negli ultimi tempi non si è potuti intervenire sempre con puntuale efficacia.»

L'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Renzo Testolin, ha spiegato: «L'Amministrazione regionale ha attenzione per l'attività di salvaguardia dei nostri boschi e questo impegno è assolto nel tempo tanto dalle squadre di operai assunti a tempo indeterminato, come dagli interventi affidati alle ditte esterne, che assumono tramite la clausola sociale anche ex operai specializzati del settore. Oggi il bilancio prevede la metà delle risorse rispetto al 2013, per cercare di rispondere nel migliore dei modi alle richieste d'intervento dei Comuni, il Governo intende continuare a lavorare con le ditte esterne, soprattutto per la cura dei boschi e per la sentieristica, così come per le sistemazioni montane e gli interventi nei boschi. Questo tipo di scelta, grazie ai ribassi effettuati in occasione degli appalti, nel 2013 ha permesso anche di recuperare risorse e di effettuare ulteriori interventi riuscendo a soddisfare le richieste urgenti delle amministrazioni locali. Nel 2013, per 110 interventi sono stati chiamati 250 lavoratori. Alcune chiamate sono state anche declinate perché qualcuno aveva già trovato un'occupazione alternativa. Alcuni operai forestali si sono avvicinati anche all'imprenditoria dati all'imprenditoria, è un segnale importante. In quest'ultimo anno c'è stata una selezione naturale delle ditte, nel senso che si è arrivati ad affidi di interventi in modo sempre più appropriato rispetto alle specifiche caratteristiche delle ditte stesse

Il Capogruppo del PD-SVdA, Raimondo Donzel, ha affermato: «Per i lavori, sia per la cura dei boschi sia per la protezione del territorio, sono stati tagliati nuovamente i fondi per la cantieristica; dunque non solo si è appaltato all'esterno, non sempre a ditte competenti, ma pure le risorse sono diminuite. Chi pagherà i danni per il non utilizzo di mezzi regionali che erano funzionanti, oggi abbandonati nei capannoni regionali, soprattutto quando ci sono decine di persone disoccupate che potrebbero utilizzarli con competenza? L'innamoramento per la privatizzazione in questi anni ha riguardato in particolar modo i cantieri forestali. Ora si scopre che neanche per gli appalti privati del settore ci sono più fondi. Abbiamo deciso di abbandonare i nostri boschi? Per anni è stata sottolineata l'importanza della loro cura, rivolta ad evitare tragedie che avrebbero potuto essere causate dall'incuria e dal conseguente dissesto. Prendiamo esempio dalle altre Regioni che hanno continuato a gestire direttamente una parte significativa dei cantieri. Ė indispensabile reperire risorse e decidere che si deve investire in questo settore nevralgico, accettando di ritornare su una scelta che si è rivelata sbagliata. La clausola di solidarietà non è sufficiente: lavorare in maniera discontinua non offre prospettive, molti cercano altre occupazioni, anche a costo di lavorare in nero. Chi ha detto no alla chiamata, l'ha fatto perché non si può rimanere in continua attesa quando c'è una famiglia da sfamare e in alcuni casi è riuscito a trovare una nuova occupazione. Questi lavoratori devono essere sostenuti, e non sempre questo è avvenuto, nell'interesse generale dell'economia valdostana.»

Il Consigliere di Alpe, Albert Chatrian, ha sostenuto: «Tengo in premessa a ricordare che, anche grazie all'azione dell'opposizione, nei mesi scorsi sono state allocate maggiori risorse all'Assessorato all'agricoltura, a dimostrazione dell'utilità del confronto e della collaborazione. Nel triennio 2010-2013 le scelte adottate hanno purtroppo sortito pessimi risultati, con questa risoluzione vogliamo impegnarvi a rivedere un percorso, per evitare di perseverare sul modello finora adottato che è stato fallimentare. Vi offriamo una nuova possibilità, per individuare insieme soluzioni e priorità. Di certi interventi, in specifici settori, solo il pubblico può e deve occuparsi. Deve essere l'Amministrazione regionale a individuare linee strategiche per garantire certezze ai lavoratori, chi amministra ha il dovere di intervenire e di rimodulare la programmazione degli interventi. Siamo disponibili fin da subito ad affrontare queste tematiche in Commissione. Non mettiamo in conflitto il modello privato con quello pubblico, vi invitiamo a percorrere nuove strade, e iniziate a coinvolgere il gruppo CVA per creare pari opportunità di lavoro alle imprese che hanno i requisiti, le competenze e le maestranze.»

Il Consigliere Nogara ha replicato: «Sono deluso dalle parole dell'Assessore, mi auguravo che si potesse cogliere questa occasione per affrontare adeguatamente insieme le problematiche illustrate. Ritengo sbagliata la scelta di esternalizzare i lavori a ditte rivelatesi troppo spesso non all'altezza dei compiti. Da un'indagine da noi effettuata, risulta che in tre anni gli operai hanno  mediamente lavorato 11 mesi. Le imprese di fuori Valle sono sempre più numerose e poco specializzate. Si dovrebbe verificare con maggior attenzione i requisiti: spesso grazie ai nostri operai, che vantano grande professionalità, i lavori vengono svolti ovviando, per quanto possibile, alla mancanza di mezzi adeguati e di competenze delle ditte scelte. Mi auguro che i macchinari di proprietà regionale non vengano venduti, altrimenti si metterebbe fine alle attività seguite con grande attenzione e con professionalità dalle maestranze regionali.»

CaSa