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Comunicato n° 447 del 14 novembre 2013

Respinta una mozione sugli ambiti da escludere per lo sfruttamento energetico

Adunanza del Consiglio regionale del 13 novembre 2013

I gruppi consiliari Alpe, Union Valdôtaine Progressiste, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico-Sinistra VdA hanno proposto una mozione concernente l'individuazione degli ambiti territoriali da escludere per lo sfruttamento energetico. Il provvedimento è stato respinto con 18 voti contrari e 17 favorevoli.

Il Consigliere segretario Fabrizio Roscio (Alpe) ha presentato l'iniziativa all'Aula, evidenziando che «l'Unione europea ha introdotto il concetto del 'contemperare', ovvero dell'armonizzare lo sviluppo con la tutela dell'ambiente, ponendo dei limiti allo sfruttamento energetico. Conformemente alla normativa in vigore, la Giunta regionale ha provveduto all'individuazione delle aree e dei siti del territorio regionale non idonei all'installazione di impianti fotovoltaici ed eolici, ma non si è ancora provveduto in tal senso per quanto riguarda gli impianti idroelettrici. Negli ultimi anni si è registrato un elevato numero di concessioni di derivazioni d’acqua per lo sfruttamento idroelettrico e la costruzione di nuove centrali sul territorio regionale, ma riteniamo necessario pianificare attentamente l’utilizzo del territorio e delle risorse naturali, al fine di sviluppare correttamente lo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili, contemperando la tutela delle risorse ambientali e culturali. La nostra iniziativa intende impegnare la Giunta regionale a operare, entro 30 giorni, una ricognizione per individuare gli ambiti territoriali in cui sia esclusa ogni forma di sfruttamento del territorio e delle risorse ambientali a scopo energetico, in particolare riguardo all'idroelettrico.»

Nel corso del dibattito, il Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Ferrero, ha dichiarato: «La nostra posizione è critica su quanto è stato fatto nell'ambito idroelettrico, in particolare per il fatto per cui nella nostra regione sono state realizzate centraline in alcuni ambiti di pregio naturalistico. I nostri torrenti sono una risorsa anche dal punto di vista turistico, non ci pare la scelta migliore costruire impianti indiscriminatamente. Sappiamo che questo settore permette affari notevoli, ma è necessario individuare al più presto ambiti vietati. Noi continueremo a monitorare sulla questione e richiediamo alla maggioranza un'inversione di tendenza. Dobbiamo porre subito un rimedio, altrimenti ci sarà una ferita non rimarginabile per il nostro patrimonio naturalistico

Il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara ha affermato: «Siamo a favore dello sfruttamento delle fonti delle energie rinnovabili, ma è indispensabile stabilire regole che vadano a porre limitazioni. Le acque sono un bene comune, dovrebbero andare a beneficio dell'intera comunità valdostana. Invece il nostro timore è che la costruzione delle centraline in futuro sarà in mano a poche persone e non è nello spirito comunitario che questo avvenga

Per il Capogruppo del PD-Sinistra VdA, Raimondo Donzel, «rispetto ai paletti che siamo riuscirti a mettere nel settore eolico, e rispetto alla correzione di rotta nel solare, che ha limitato l'installazione di impianti fotovoltaici in zone di pregio paesaggistico e agricolo, in ambito idroelettrico, siamo molto in ritardo. Ma occorre agire al più presto, ad esempio monitorando il prelievo di acqua attuale degli impianti, che ora è controllato in modo empirico. Il turismo – risorsa fondamentale per la Valle d'Aosta – si fonda sul bene paesaggistico, non possiamo realizzare interventi troppo impattanti che lo compromettano. Questa mozione va nell'ottica di far ripensare lo sfruttamento delle energie rinnovabili, nell'ottica di un utilizzo più consapevole, più legato alla salvaguardia al  sistema 'ambiente' nel suo complesso, puntando contemporaneamente al risparmio energetico

Nella replica, l'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin, ha precisato: «Concordo sul fatto che la società dovrebbe richiedere meno energia, e quindi lavorare sul suo risparmio energetico, ma bisogna fare attenzione a non accostarsi parzialmente alla questione, anche perché esistono normative chiare, a livello tanto europeo che statale, che per il futuro ci indirizzano obbligatoriamente ad un aumento della produzione di energia rinnovabile. Questo tema può essere affrontato dal Consiglio regionale attraverso due strumenti: il Piano energetico ambientale regionale, che dovrà essere approvato a breve da questo Consiglio regionale e il Piano di tutela delle acque, che scadrà nel 2015. Sono questi i due momenti dove si dovrà esaminare a fondo questo tema. Infatti la Giunta regionale lo scorso anno ha sospeso la presentazione di nuove domande per concessioni idroelettriche, quindi ad oggi nel nostro territorio fino al 2015 non sono sfruttabili ulteriormente le aste torrentizie per nuove iniziative, ad eccezione degli impianti inferiori a 50 chilowatt. Abbiamo quindi esentato le località isolate quali, ad esempio, alpeggi e rifugi alpini. Sono state anche esentate le varianti a strutture esistenti se non prevedono un aumento della produzione e si è lasciata la possibilità di domanda a coloro che intendono utilizzare condotte già esistenti e che quindi se sfruttate anche per produrre energia genererebbero solo ulteriori benefici a impatto zero. Ad usufruire di tale possibilità sono e saranno soprattutto i consorzi di miglioramento fondiario e numerosi Comuni sulle loro condotte degli impianti irrigui e degli acquedotti. Abbiamo già fatto da oltre un anno un passo verso i contenuti della mozione, che invece fa intendere che avremmo dovuto bloccare anche le domande già presentate, ma se così avessimo fatto, saremmo andati contro indirizzi normativi. La delibera della Giunta specifica bene le casistiche, per dare un forte segnale sulla nostra azione a tutela della vivibilità del territorio. Ricordo poi che già oggi senza parere vincolante dei Parchi non si possono autorizzare nuove centraline, che parecchie centraline in inverno non sono autorizzate a produrre, e che i canoni vanno alla Regione, mentre i sovra canoni ai Comuni

L'Assessore alle attività produttive, energia e politiche del lavoro, Pierluigi Marquis, ha precisato: «L'Unione europea ha assegnato alla Valle d'Aosta l'obiettivo di arrivare entro il 2020 al 52.1% di energia rinnovabile rispetto a quella consumata. Attualmente siamo a un tasso inferiore: significa che da qui al 2020 dovremo attuare politiche di incentivazione dell'energia rinnovabile, intervenendo su tutte le leve possibili. Un altro obiettivo è senza dubbio il contenimento dei consumi. Sono rispettabili e condivisibili gli aspetti contenuti nella mozione circa la valorizzazione del territorio e la tutela dell'ambiente, ma è sbagliato partire dal dettaglio per arrivare al generale. Per assumere decisioni consapevoli occorre elaborare un ragionamento consapevole. Visto che da qui a poco saranno presentati i documenti di pianificazione energetica, proponiamo il ritiro della mozione.»

Ha poi preso la parola il Presidente della Regione, Augusto Rollandin: «Gli Enti locali hanno sempre avuto voce in capitolo, perché hanno un doppio interesse: la salvaguardia del proprio territorio e l'ottenimento di entrate. Ad oggi esiste già una mappatura, e non bisogna dimenticare i vincoli derivanti dal Piano territoriale paesistico. L'Amministrazione regionale, attraverso gli Assessorati e la Fondazione Montagna Sicura sta poi portando avanti una massiccia azione a proposito dei  cambiamenti climatici, che andranno sicuramente ad incidere sulla questione. Bisogna inoltre tenere presente il fatto che non essendoci più consistenti incentivi a livello nazionale, l'investimento nell'idroelettrico è al limite. Per tutte queste ragioni ritengo opportuno attendere l'approvazione della pianificazione in materia, ferma restando alta l'attenzione

Il Consigliere Fabrizio Roscio ha quindi concluso specificando che «questa mozione non chiede di individuare oggi le zone da assoggettare a tutela, ma di fissare un indirizzo che non va ad inficiare gli sviluppi futuri, ma mette al primo posto il nostro territorio. Il segnale da lanciare è che la nostra Regione, dopo aver effettuato un'attenta ricognizione, vuole escludere dallo sfruttamento energetico non solo i Parchi naturali, ma anche zone di particolare pregio naturalistico. Se esiste già una mappatura, se ne potrebbe discutere in seno alla terza Commissione consiliare. Non ritengo di ritirare la mozione, non cogliendo l'esigenza di aspettare l'approvazione del Piano energetico.»

MM