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Comunicato n° 341 del 26 settembre 2013

Respinta una mozione sulle nomine nelle società partecipate e controllate dalla Regione

Adunanza del Consiglio regionale del 26 settembre 2013

Rivedere la normativa sulle nomine nelle società partecipate e controllate dalla Regione è quanto richiedeva una mozione dei gruppi PD-SinistraVdA, UVP e Alpe, che è stata respinta, in sede di votazione segreta, con 18 voti contrari e 17 a favore, nella seduta consiliare del 26 settembre 2013.

Il Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SinistraVdA), nel presentare l'iniziativa, ha richiamato «le disposizioni nazionali in materia di anticorruzione che limitano le nomine e garantiscono trasparenza», evidenziando altresì «le esigenze di rinnovamento e l'inserimento di criteri di meritocrazia e valutazione di titoli e competenze per la gestione delle società partecipate e controllate dalla Regione. Il sistema perverso delle nomine fiduciarie di tali società ha fatto precipitare in una voragine la meritocrazia. Crediamo sia opportuno rivedere le disposizioni in tal senso, introducendo, inoltre, requisiti di moralità, la non cumulabilità degli incarichi. Chiediamo poi la revoca delle recenti nomine dei vertici delle società INVA e ARER, anche se il Presidente di quest'ultimo ente ha già fatto tutto da solo dimettendosi dalla carica. Sappiamo, purtroppo, che la nostra mozione non sarà accolta perché, come tante altre, è una iniziativa di buon senso. Questa mozione va nella direzione di contrastare il crescente sentimento di antipolitica ormai imperante anche da noi.»

Al dibattito hanno preso parte i Consiglieri Ferrero, Chatrian, Viérin, Bertin e il Presidente della Regione.

Per il Capogruppo di M5S, Stefano Ferrero, «vale la spesa di esaminare un curriculum di un top manager di una società partecipata dalla Regione: spiccano i titoli di geometra, di quasi laureato, di insegnante, di politico di lunga carriera, di redattore di una rivista. Noi crediamo che sia l'ora di cominciare ad adottare metodi di selezione dei manager come avviene nel settore privato, altrimenti continueremo ad avere aziende partecipate con situazioni disastrose. Il Casinò ne è un esempio eloquente.»

Il Consigliere Albert Chatrian (Alpe) ha evidenziato che «trasparenza significa far sapere le cose: perché non fare conoscere alla collettività valdostana i profili degli amministratori che dirigono le nostre società? Perché rifiutare ai Consiglieri informazioni sui curricula di tali amministratori? Perché non dire che le scelte sono di natura politica? Noi riteniamo urgente una trasparenza nelle nomine così come crediamo necessaria l'adozione di criteri oggettivi, di competenza, di meritocrazia e di rinnovamento. Il momento è difficile: abbiamo bisogno di persone che abbiano competenze e capacità in grado di affrontare le sfide del cambiamento. Dobbiamo alzare l'asticella: una riforma di questo tipo non si può più rimandare.»

Il Consigliere Laurent Viérin ha sostenuto che «il tema della mozione sta facendo presa non solo nella comunità, ma anche fra gli eletti e sappiamo che ha creato qualche turbolenza fra le file della maggioranza. La crisi ha accentuato l'esigenza di cambiamento e di regole nuove. Il nostro sistema sta oggi mostrando tutta la sua degenerazione e le società partecipate ne sono un tassello. Noi crediamo sia importante fare una riflessione condivisa sul tema che porti a introdurre criteri, regole certe, trasparenza nella nomina dei vertici di queste società. Non abbiamo nulla di personale con chi oggi occupa le massime cariche delle partecipate/controllate, tuttavia i criteri che noi vogliamo sono incompatibili con le persone che ricoprono le cariche di Presidente di Inva e, fino a ieri, di Arer. Chiediamo quindi un confronto sereno in Commissione, misurando le diverse sensibilità al fine di arrivare a definire nuove regole in questo settore così delicato per la Regione.»

Per il Consigliere Alberto Bertin (Alpe), «le nomine negli anni sono state ispirate da logiche che nulla hanno a che fare con le società stesse, ma rispondono a esigenze politiche. Queste logiche non sono più sostenibili: i tempi impongono oggi criteri di meritocrazia. L'apparato delle società partecipate e controllate – quasi 50 – è talmente importante che merita di essere gestito da persone con le dovute competenze, capacità ed esperienze.»

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha dichiarato: «Gli interventi che ho ascoltato vanno nella logica di immaginare che solo qualcuno conosce i criteri per individuare i profili giusti, che solo i titoli siano il criterio per occupare le poltrone. Credo invece che imprenditori assolutamente eccellenti abbiano dimostrato come non sono i titoli scolastici che fanno le capacità manageriali. E mi chiedo anche: chi non viene più eletto in un Consiglio regionale, comunale o al Parlamento perde la propria dignità? Non credo. Anzi la sua esperienza può essere di supporto a chi amministra. Io credo che chi amministra abbia bisogno di persone di fiducia: noi abbiamo sempre cercato di scegliere persone con le dovute capacità. Noi riteniamo che la legge regionale che detta i criteri per le nomine conservi tutta la sua validità. Una riflessione potrà essere fatta, ma non è questo il momento di cambiare le regole.»

SC