Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3342 du 22 février 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3342/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno del Presidente della Regione a sollecitare il Parlamento in merito all'approvazione della proposta di legge: "Disposizioni per l'esercizio del diritto di voto in un Comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 54 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola alla collega Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Affrontiamo un tema di rilevante importanza, anche perché alle porte abbiamo le elezioni europee e sicuramente i dati sull'astensionismo di queste ultime elezioni, sia politiche ma anche delle elezioni in generale, fanno sì che bisogna in qualche modo fare una riflessione anche sui possibili strumenti da utilizzare, al fine di permettere a tutte le persone di poter esercitare il diritto di voto, un diritto che sappiamo essere contenuto nella Costituzione e per cui la Corte costituzionale in diverse occasioni ha affermato sia l'importanza, sia la necessità che il legislatore promuovesse delle leggi atte a favorire e delle misure quindi per facilitare l'accesso alle urne.

Secondo il report per la partecipazione dei cittadini come ridurre l'astensionismo e agevolare il voto pubblicato nell'aprile del 2022 da una Commissione incaricata dal Dipartimento per le riforme istituzionali e dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, il numero di cittadini domiciliati in un Comune differente da quello di residenza sul territorio italiano, per ragioni di lavoro e di studio, è di circa 4,9 milioni, approssimativamente un decimo del corpo elettorale.

Il vigente assetto normativo crea poi un paradosso per via del quale il diritto di voto in un luogo diverso da quello di residenza è riconosciuto ai cittadini italiani che si trovano in uno Stato estero per ragioni di studio, di lavoro o di cura, ma non ai cittadini che per le stesse ragioni sono domiciliati in un Comune sul territorio nazionale. Si tratta quindi di un obiettivo crediamo trasversale e lo dimostra anche il fatto che sono molte le forze politiche che si sono e si stanno muovendo in questo senso. La Camera ha già approvato il provvedimento e ora si tratta di fare uno sforzo sul Senato.

Questa mozione fa poi propria anche una richiesta che viene dal basso, con raccolte di firme e mobilitazioni da parte proprio di quei lavoratori, cittadini e studenti che non si trovano nei loro luoghi di residenza; una mozione che più o meno simile è stata approvata nel Consiglio regionale della Lombardia all'unanimità.

Secondo il testo di legge, chi si trova in un comune diverso da quello di residenza per motivi di studio, di lavoro o cura potrebbe comunque esprimere la sua scelta. La maggioranza parlamentare ha votato un emendamento al decreto-legge elezioni 2024 e poche ore fa quest'emendamento è stato approvato in Commissione, però quest'emendamento riguarda solo gli studenti che sono poco meno di 600 mila e non tutti i fuori sede invece che sono oltre 4 milioni e prevede due meccanismi diversi a seconda che lo studente fuori sede abbia il domicilio in un Comune della stessa circoscrizione elettorale oppure in una diversa circoscrizione.

Ora si tratta di far sì che queste proposte, queste necessità avanzate, come dicevo, già da altri Consigli regionali possano in qualche modo sollecitare anche il Senato a far sì che si possa prendere in considerazione quanto chiesto. Sappiamo poi bene, soprattutto in una regione turistica come la nostra, dove i lavoratori già nei primi mesi di giugno saranno impegnati sicuramente nei nostri alberghi o nelle nostre strutture ricettive, conosciamo bene magari anche la non possibilità di recarsi altrove per poter esprimere il diritto di voto.

Con questa mozione quindi chiediamo che il Presidente della Regione e il Governo regionale, anche attraverso un opportuno coordinamento con i Parlamentari valdostani, sollecitino il Parlamento affinché la proposta di legge: "Disposizioni per l'esercizio del diritto di voto in un Comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura" sia celermente approvata dal Senato della Repubblica e pubblicata nei tempi utili già per le prossime elezioni europee e amministrative; solleciti il Governo affinché favorisca e promuova l'approvazione della suddetta proposta di legge, emanando quindi tempestivamente i decreti attuativi e si faccia parte attiva presso la Conferenza Stato-Regioni affinché sia convocato un tavolo di lavoro sul tema del lavoro fuori sede, in vista anche delle tornate elettorali previste per l'anno 2024.

Presidente - La discussione generale è aperta. Ha chiesto la parola il collega Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (FP-PD) - Per portare il mio contributo nel dibattito su questa mozione.

Io partirei da un fatto: spostarsi e conoscere altre realtà è senza dubbio uno dei modi migliori a disposizione di una persona per crescere, conoscere il mondo e aprirsi al confronto, è infatti andando fuori, quale che sia il fuori in questione, che gli orizzonti si aprono e i confini che abbiamo dentro di noi si spostano o talvolta si sfumano e questo è senza dubbio qualcosa di molto positivo, specie in questo momento, un periodo in cui c'è una preoccupante chiusura sia verso il confronto che nei confronti dell'altro e se conoscere è il modo migliore per crescere appunto, quella di uscire e scoprire è certamente un'attività da incoraggiare. Spostarsi spesso però è anche una necessità perché magari nel proprio luogo di origine non si trova la facoltà che corrisponde ai nostri interessi e alle nostre vocazioni, oppure perché non si riesce a trovare un lavoro ma anche per tanti altri motivi. Mettiamoci poi anche che spesso chi parte carico di speranze, decide di tornare con un bagaglio di conoscenze, spunti e stimoli decisamente più grandi e di cui spesso beneficia l'intera comunità.

Questa era una premessa doverosa per affrontare il tema di questa mozione, mozione che peraltro, come sottolineato da chi l'ha presentata, evidenzia un altro aspetto, ovvero l'astensionismo. Un astensionismo che, come riporta il documento: "non solo ha raggiunto un livello ben oltre il preoccupante - e qui la responsabilità è anche, se non soprattutto, della politica -, ma tocca principalmente la fascia tra i 18 e i 34 anni, proprio quella più legata ai fuori sede", con una grande percentuale di persone che ha dichiarato: - e continuo a leggere - "si tratta di un'astensione per cause di forza maggiore". Qui si pongono almeno tre questioni differenti ma di grande importanza e tutte legate alla questione dell'incentivo: in primo luogo, una limitazione del genere, davvero anacronistica se pensiamo al mondo in cui viviamo, rappresenta idealmente un limite alla libertà di spostarsi di cui parlavo prima, non perché una persona rinuncia a iscriversi all'Università fuori perché poi non potrà votare due, tre o quattro anni dopo, ma perché comunque rappresenta un limite che sarebbe facilmente superabile per agevolarne il percorso.

È più facile ovviamente che quella persona rinunci a rientrare per votare e qui le ragioni sono tante: dalla disaffezione alla politica ai costi del viaggio, fino all'impossibilità pratica dettata magari dalla necessità di dover affrontare un viaggio interminabile tra treni e pullman pur di esercitare un diritto, trovandosi costretto o costretta a non far sentire la sua voce. Il che ci porta dritti a un'altra questione: se una persona non può esercitare liberamente il diritto di voto, ci troviamo di fronte a un problema di democrazia e anche bello grosso, è quindi chiaramente una situazione da risolvere in modo urgente e di cui farsi carico, ognuno in base alle proprie competenze, comprese quelle magari limitate di questo Consiglio, che ha comunque la facoltà, come avevo già avuto modo di sottolineare quando si parlava di Tampon Tax, di sollecitare i nostri Parlamentari affinché si adoperino attivamente.

Ben venga quindi l'impegnativa di questa mozione che funge soprattutto da sollecito nei confronti di chi dovrà operativamente occuparsi di colmare questo vuoto, un vuoto che davvero non ha senso di esistere e che, come detto, non solo limita la libertà delle persone, ma rappresenta un vero e proprio problema di esercizio della democrazia in un periodo storico già non certamente felicissimo per quanto riguarda la partecipazione. Ben venga che questo accada in quante più Regioni possibili, perché sarebbe la dimostrazione al Parlamento e al Governo che il Paese ha un serio interesse a risolvere la questione. Chissà che non sia la volta buona.

Presidente - Altri interventi in discussione generale? Ha chiesto la parola il collega Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio ovviamente la collega che ha presentato quest'iniziativa che ci permette di dare oggi una buona notizia, proprio questa mattina è all'approvazione in Commissione Affari costituzionali l'emendamento del decreto elezioni che consentirà agli studenti fuori sede, in via sperimentale, di votare per le elezioni europee.

Sicuramente questa è una notizia positiva, ma giustamente sono state fatte alcune considerazioni politiche interessanti a cui mi piacerebbe portare anche la mia esperienza personale. Che cosa accade? Accade proprio che la partecipazione alle elezioni, che ricordiamo essere stata altissima fin dalla sua origine, fin dal suo esordio, si è progressivamente ridotta, fino ad arrivare ai giorni nostri a livelli che comunque sono anche superiori rispetto ad alcune altre zone europee ed extra europee ma sono sicuramente inferiori, per esempio, alle punte del 90% che avevamo ottenuto nell'imminenza del dopoguerra. Questa progressiva riduzione si è particolarmente accentuata dalla fine della Prima Repubblica e dall'inizio della Seconda Repubblica, cosa che possiamo eventualmente anche ricollegare a una disaffezione della politica, data proprio dall'immagine che la politica ha dato di sé stessa durante quel periodo, però io mi permetto di riportare alcuni dati. Per esempio, come lei saprà, collega, dal 2006, per volontà dell'allora ministro Mirko Tremaglia, possono votare gli Italiani all'estero, una facilitazione che sicuramente prima era impensabile, addirittura non solo, ma gli Italiani all'estero hanno anche diritto di eleggere dei Parlamentari che sono parte della circoscrizione estera.

Io sono andato a vedere un po' la media di partecipazione delle persone che a questo punto non devono più, come prima era una volta, avere magari un rimborso rispetto ai tragitti per recarsi a votare, e quindi fare una lunga trafila per venire in Italia a votare nel proprio collegio di appartenenza, ma poter votare comodamente in loco e la partecipazione in media dal 2006 ad oggi è stata più o meno del 24%, quindi una partecipazione ancora inferiore rispetto a quella che abbiamo registrato nel nostro Paese, cosa che ci deve interrogare sull'effettivo interesse da una parte degli Italiani nel mondo di votare per le elezioni, dall'altra dell'interesse in generale per il voto in sé.

L'altra è un'esperienza personale che le posso portare proprio perché si parla di studenti fuori sede. Io ho avuto la magica esperienza di studiare prima a Pavia e poi all'Università della Valle d'Aosta; in questa magica esperienza ho avuto anche possibilità di fare politica all'interno dell'Università, come alcuni hanno fatto anche in quest'aula, e la politica prevedeva anche dei momenti elettorali prettamente universitari, cioè c'erano il consiglio di facoltà, il consiglio di circoscrizione, il cda, il senato accademico e c'erano dei rappresentanti eletti per appunto tutte queste cariche. Io ho concorso per queste cariche, ho partecipato alle elezioni e attività politiche sia a Pavia che qui in Valle d'Aosta e devo dire purtroppo una triste verità: che se non fosse stato per il fatto che i vari gruppi universitari, oltre ad andare in giro e fare una classica campagna elettorale nei mesi precedenti, il giorno delle elezioni fossero andati nell'Ateneo prendendo la gente e buttandola dentro il seggio fisicamente, non sarebbe andato a votare nessuno, a parte le poche decine di persone che invece già provavano un interesse per la politica. Non le parlo di facoltà con interessi in materie scientifiche: architettura, medicina, magari persone a cui la politica non interessa, ma nelle facoltà umanistiche dove ero iscritto io, ad esempio, giurisprudenza. Con quest'azione noi passavamo due giorni a entrare nelle aule, interrompere le lezioni e dire: "Sapete che ci sono le elezioni universitarie?". "Sì". "Venite a votare?". "No", aule di 300 persone, nessuno voleva andare a votare, neanche i rappresentanti che conoscevano, che facevano il corso con loro e che si candidavano con loro. Dovevamo quindi prendere queste persone, trascinarle tra una lezione e l'altra: "C'è la pausa, sei a pranzo, fammi questa cortesia, vieni a votare". Risultato totale dell'affluenza delle elezioni dopo questo lavoro di trascinamento? 10% di affluenza, elezioni universitarie. Qui in Valle d'Aosta, dove l'Ateneo era particolarmente piccolo, vedo un collega che ha concorso anche con me proprio in queste elezioni che potrà testimoniare in prima persona, avendo peraltro lui anche perso quando si è candidato contro il sottoscritto... il collega potrà testimoniare che l'affluenza è stata bassissima, anche alla Facoltà di scienze politiche dell'Università della Valle d'Aosta, più bassa del basso e credo che abbiamo toccato punte forse di 60 persone che sono a votare, perché, come il collega ricorderà, anche noi siamo andati lì nell'Ateneo, le abbiamo prese e le abbiamo buttate fisicamente dentro il seggio. Questo è.

Sono contento quindi che in maniera sperimentale questa misura del voto fuori sede venga introdotto, perché potremmo anche alla fine testare tutta questa volontà, io ho letto quello che è stato citato, questa volontà, questa testimonianza, questa richiesta di partecipazione. Io sarò felicissimo se questo porterà ad avere un incremento importante, sesquipedale dell'affluenza al voto, sarò contentissimo se questa misura sperimentale porterà a questo tipo di incremento, però è giusto che sia sperimentale perché così potremmo testarne effettivamente l'efficacia. Dall'altra parte però credo che sia un impegno di tutti all'interno di quest'aula, al di fuori e tra chi invece magari parla di politica di estendere e magari di provare a stimolare la partecipazione al voto, fare un'azione che, secondo me, è ancora più efficace, cioè evitare di demonizzare la politica, perché oggi purtroppo il più grande freno alla partecipazione democratica è proprio la demonizzazione della politica: "Quello è un politico, fa schifo, la politica fa schifo, i politici non capiscono niente, i politici non fanno nulla" e quant'altro. Tutto questo è quello che contribuisce a disamorare le giovani generazioni ma anche quelle vecchie, che non vedono soluzioni nel mondo politico e che quindi dicono: "Tanto votare o non votare, partecipare o non partecipare è la stessa cosa". Fortunatamente abbiamo dimostrato che non è la stessa cosa, lo abbiamo dimostrato più volte, in più riprese, anche dando voce e spazio a chi rappresenta l'opposizione, la possibilità è quella di incidere comunque nel dibattito democratico, ma demonizzare la politica e quindi contrastare la demonizzazione della politica, come è stato un po' il core business di alcuni movimenti che hanno calcato anche le sale di questo Consiglio e che oggi non ci sono più, a maggior ragione, che volevano aprire tutto con una scatoletta di tonno ma poi il tonno gli è piaciuto un sacco... ecco, proprio quelli che sono nati con questa demonizzazione sono i primi che hanno contribuito a distruggere un sistema politico, a demonizzare un sistema politico e ad allontanare le persone dalla politica.

Abbiamo preso buona nota di quello che avete introdotto, abbiamo salutato e ho salutato a livello anche personale con soddisfazione l'approvazione dell'emendamento oggi nella Commissione Affari costituzionali del Senato e quindi, a fronte di quest'approvazione e a fronte del fatto che appunto queste sono già azioni che si stanno compiendo, il nostro gruppo coerentemente si asterrà.

Presidente - Ci sono altri interventi in discussione generale? Ha chiesto la parola il presidente Testolin.

Testolin (UV) - Ho ascoltato sia la presentazione che le valutazioni dei vari colleghi che hanno preso parte al dibattito. Io parto da un ricordo anche personale che mi ha portato in una certa circostanza a 20 anni ad avere un'esperienza di voto fuori dal contesto regionale perché ero ricoverato fuori regione e mi sembra ci fossero delle elezioni politiche alle quali ho partecipato perché mi è stata data la possibilità di accedere al seggio organizzato nel nosocomio, però votando su delle liste che erano quelle presentate nella regione che mi ospitava, quindi con un disagio effettivamente importante, nel senso che non sai a cosa fare riferimento in un contesto che non ti appartiene e me lo ricordo ancora come una sensazione non piacevole, di disagio.

Anche animato da questo percorso, capisco e condivido la necessità di trovare delle situazioni che possono essere comunque agevolanti, al netto del fatto che poi probabilmente non porteranno i 4 milioni di persone che sono in giro per l'Italia ad andare tutti al voto, però, fosse anche solo un 20%, sarebbe comunque dare la possibilità a chi ne ha la volontà di farlo di avere uno strumento efficace per poter partecipare democraticamente a delle scelte. In questo percorso ci siamo anche confrontati con il proponente per proporre due emendamenti, chiamiamoli così, rispetto al testo presentato, due piccoli emendamenti per quanto riguarda le premesse, quindi prendendo per buona la prima pagina della mozione, dopo "Evidenziato" nella seconda pagina, verrebbe tolto il secondo punto e aggiunto un "Tenuto conto - lo leggo brevemente per metterlo a disposizione di tutti - che tale proposta ha subito, rispetto ai contenuti iniziali, profonde variazioni che rischiano di rendere inefficaci gli obiettivi del provvedimento, quindi i cambiamenti che sono stati apportati" e poi inserendo in fondo, proprio anche nell'ottica di quello che diceva il collega Manfrin, la sperimentalità della situazione, abbiamo inserito: "Ravvisata altresì l'importanza di prevedere anche dei sistemi alternativi a quello oggi in uso, che possono rendere più agevole l'esercizio del diritto di voto e l'intero procedimento elettorale, così come già adottati da altri Paesi, peraltro già oggetto di simulazione sperimentale", quindi di trovare situazioni che siano anche molto snelle, molto efficaci e anche meno onerose. Poi avremmo modificato nel senso di dare mandato invece che al Presidente della Regione al Presidente del Consiglio regionale in quanto le assemblee legislative hanno magari una competenza più appropriata rispetto a questo tema, quindi "Il Consiglio regionale impegna il Presidente del Consiglio regionale, anche attraverso un coordinamento con i Parlamentari valdostani e con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, a sollecitare il Governo affinché favorisca e promuova l'approvazione urgente di un provvedimento che consenta già alle prossime elezioni l'esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro e cura anche a mezzo di sistemi alternativi rispetto a quello tradizionale oggi in uso così come adottati in altri Paesi". Se questo può essere condivisibile, andremo a votare favorevolmente il provvedimento.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Per rappresentare anche ai colleghi che con il Presidente ci siamo confrontati e ritengo che le proposte emendative possano andare bene, nel senso che comunque rimane l'impegno non solo per i motivi di studio, ma comunque allargato anche al pezzo del lavoro e della cura e sicuramente anche l'idea dei mezzi e dei sistemi alternativi, visti anche tutti i fondi stanziati presso il Ministero dell'interno proprio per il voto elettronico, va nel senso di cercare comunque di aumentare la partecipazione. Sono sempre dell'idea che, trattandosi di un diritto, che è quello del diritto di voto, fosse anche una percentuale del 10%, comunque permetteremmo a quel 10% di esercitare un diritto che altrimenti non potrebbero esercitare.

Presidente - Se fate avere alla Presidenza gli emendamenti in modo tale da condividerli... Ha chiesto la parola il collega Lucianaz, ne ha facoltà.

Lucianaz (RV) - Rapidement seulement pour partager les considérations qu'on a entendues sur ce point de la part du Gouvernement et des proposants, donc voilà que Rassemblement Valdôtain soutiens avec conviction cette motion.

Presidente - Credo che nelle more dell'invio, se siamo tutti d'accordo, possiamo chiudere la discussione generale. Chiudiamo la discussione generale. Ci sono delle dichiarazioni di voto? Il collega Malacrinò ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Malacrinò (FP-PD) - Si tratta di una tematica che diventa periodicamente di attualità in prossimità delle scadenze elettorali. Oggi ci troviamo nuovamente nella stessa situazione e con tempi strettissimi è necessario cercare di risolvere una questione che si trascina da tempo. Diverse infatti sono le proposte di legge che in questi anni sono state presentate e che sono state bloccate o bocciate durante i lavori parlamentari per vari motivi, principalmente di ordine tecnico.

Con quest'iniziativa, emendata dal Governo regionale in maniera corretta ed estensiva, vogliamo chiedere l'approvazione urgente di un provvedimento necessario a consentire sempre l'esercizio del voto fuori sede, una misura volta a promuovere l'accesso democratico, l'inclusione, l'eliminazione delle barriere economiche e la parità di trattamento per tutti, studenti universitari, lavoratori e cittadini. Persone che, nonostante la loro temporanea assenza, mantengono il loro legame con il territorio di origine e hanno diritto a contribuire alla scelta dei propri rappresentanti politici. Continuare a negare loro quest'opportunità significa escluderli dal processo decisionale e non rispettare i principi fondamentali della democrazia.

Voteremo a favore dell'iniziativa.

Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, metto in votazione la mozione così come emendata. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 25

Favorevoli: 25

Astenuti: 7 (Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Perron e Sammaritani)

La mozione è approvata.

Ci vediamo alle ore 15:00 puntuali.

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La seduta termina alle ore 13:09.